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Dati Eurostat: la questione meridionale è la questione della periferia UE
Avere i dati è fondamentale, ma perché abbiamo un qualche valore è necessario che siano analizzati come risultati di processi, non come semplici fotografie dell’oggi. È così che emerge che i dati Eurostat sul rischio di povertà nella UE reinscrivono la tradizionale questione meridionale italiana nella dinamica centro produttivo-periferia sfruttata […] L'articolo Dati Eurostat: la questione meridionale è la questione della periferia UE su Contropiano.
Corteo a Messina: contro il ponte, l’economia di guerra e il genocidio
La lunga storia del Ponte di Messina, che abbiamo raccontato qui, si è riaccesa negli ultimi giorni con il parere della Corte dei Conti che ha negato il visto di legittimità al terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Stretto di Messina S.p.A.. In precedenza era stata bocciata anche la delibera Cipess. A detta della Corte dei Conti la delibera appare più una ricognizione istituzionale che una valutazione istruttoria completa, inoltre mancano analisi approfondite sui costi, i rischi e altri elementi fondamentali per valutare l’opera. «C’è poi la procedura completamente cambiata rispetto alla prima fase» – ci racconta Gino attivista del comitato No Ponte  – «allora si trattava di project financing con finanziamento a lungo termine in cui il debito viene rimborsato principalmente con i flussi di cassa generati dall’opera stessa, oggi il piano finanziario è completamente a carico dello Stato». Ma non basta poiché l’ammontare della gara d’appalto è aumentato più del 50%  e dovrebbe essere espletata di nuovo. > Il governo insiste: Il ponte si farà! Insistono però anche i tanti comitati > che da trent’anni si oppongono a quest’opera tanto costosa quanto inutile e > dannosa per i territori. Ancora una volta, dopo le mobilitazioni estive, manifesteranno a Messina il 29 novembre con un corteo che partirà da piazza Castronovo alle 14, perché nonostante la mancata concessione del visto di legittimità abbia fermato l’avvio dei lavori, non c’è nessuna garanzia che l’opera programmata subisca un arresto definitivo, che è quello che chiedono le associazione e tanti abitanti delle due sponde. L’enorme cifra stanziata per la costruzione del ponte, 13,5 miliardi di euro, potrebbe essere utilizzata per realizzare scuole, ospedali, infrastrutture di mobilità sostenibile, messa in sicurezza idrogeologica e sismica, riammodernamento della rete idrica. «Si potrebbe fare tutto e subito», dicono gli attivisti. dalla No Ponte (Fb) Dal 2003 la Società Stretto di Messina è la concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia e la Calabria. «Un’opera strategica di preminente interesse nazionale» la definiscono.  Ad agosto scorso, dopo l’approvazione del progetto definitivo, l’appalto per la costruzione è stato aggiudicato al consorzio Eurolink. in cui Webuild detiene una quota del 45%.   > È proprio la Società Stretto di Messina che continua a drenare risorse > pubbliche senza che in vent’anni sia stata posta la prima pietra più volte > annunciata dai governi che si sono succeduti. «Il governo guidato da Mario > Monti aveva stabilito che la società fosse posta in dismissione, cosa che non > è mai avvenuta con i sette governi di ogni schieramento che si sono > succeduti», dice ancora Gino. «Siamo soddisfatti della bocciatura, ma non ci facciamo illusioni: lo sperpero di denaro pubblico e le minacce al territorio cesseranno solo con la cancellazione definitiva dell’iter e delle strutture di governance legate al ponte, a partire dalla Stretto di Messina S.p.A.». «In questi ultimi 40 anni di stop e ripartenze ne abbiamo viste tante. Abbiamo visto annunciare tante volte la posa della prima pietra e indicare la data certa della fine lavori. Sarà così anche questa volta. Diranno che aggiusteranno le cose e che quest’altra volta sarà quella buona. Per loro, alla fine, va bene così. Il loro vero obbiettivo non è costruire il ponte, ma tenere aperto all’infinito il suo iter». Sabato sarà una grande giornata di mobilitazione contro le grandi opere che devastano i territori, con la stessa logica che vuole estrarre valore perfino dalla guerra e dal genocidio. > «Non è un caso, infatti, che, con un genocidio ancora in corso, il grande > business della ricostruzione – da oltre 80 miliardi – bussi già alle porte di > Gaza. Un affare su cui sembra pronta a lanciarsi anche Webuild: la stessa del > ponte sullo Stretto». Un filo rosso lega la lotta No Ponte alle altre lotte territoriali, ma anche all’opposizione all’economia di guerra e al genocidio. Il corteo di sabato è molto di più di una battaglia ambientale e sociale, vuole essere il simbolo di un sud che rimette al centro se stesso, i propri bisogni la propria dignità e vuole farlo in  continuità con il corteo nazionale contro la finanziaria di guerra che si terrà nello stesso giorno a Roma, nella giornata di solidarietà con il popolo palestinese. La manifestazione avrà una doppia conclusione a piazza Duomo con gli interventi finali e a piazza Municipio con concerti e socialità. La copertina è di No Ponte (Fb) SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Corteo a Messina: contro il ponte, l’economia di guerra e il genocidio proviene da DINAMOpress.
Un’Italia cristallizzata nella povertà; a farne le spese stranieri, giovani, operai
Il rapporto Istat pubblicato ieri sui dati riguardanti la povertà nell’anno 2024 parlano di un’Italia che è ormai bloccata in una condizione di povertà che attanaglia una parte importante del paese. Una parte che si allarga, semmai, piuttosto che ridursi, nonostante i proclami e la propaganda del governo. L’istituto di […] L'articolo Un’Italia cristallizzata nella povertà; a farne le spese stranieri, giovani, operai su Contropiano.
Sud, giovani e ipocrisia: le prediche di Sbarra e de Il Mattino insultano chi è stato costretto a fuggire
Rilanciamo una considerazione politica, di Ciro Crescentini, direttore de il Desk, circa la mistificante narrazione ad opera del quotidiano Il Mattino di Napoli a proposito di un ‘virtuoso ciclo di sviluppo economico e sociale’ che sarebbe in atto nel Meridione d’Italia. *** Mentre il Paese si prende una pausa, dalle […] L'articolo Sud, giovani e ipocrisia: le prediche di Sbarra e de Il Mattino insultano chi è stato costretto a fuggire su Contropiano.
La ricerca non ha nulla da festeggiare col nuovo dl Università
Con 78 voti favorevoli e 59 contro, il Senato ha approvato il decreto legge Università e ricerca, che ora passerà alla Camera. Ci si aspetta che anche lì passerà senza problemi, e si avrà così un ulteriore provvedimento sul mondo dell’accademia e della ricerca scientifica che non tocca assolutamente i […] L'articolo La ricerca non ha nulla da festeggiare col nuovo dl Università su Contropiano.
Più di un minore su quattro è a rischio esclusione sociale. E la povertà viene ereditata
Il 14 luglio l’Istat ha pubblicato l’aggiornamento sulle condizioni di vita dei minori di 16 anni, con dati riguardanti il 2024. Accanto a questi dati, sono stati diffusi anche quelli sulla trasmissione intergenerazionale degli svantaggi nei paesi dell’UE, che fanno riferimento all’anno 2023. I numeri attestati destano profonda preoccupazione rispetto […] L'articolo Più di un minore su quattro è a rischio esclusione sociale. E la povertà viene ereditata su Contropiano.
7 luglio 2011-7 luglio 2025: da Irisbus a Menarinibus, la puzza di bruciato resta
𝟕 𝐋𝐔𝐆𝐋𝐈𝐎 𝟐𝟎𝟏𝟏 – 𝟕 𝐋𝐔𝐆𝐋𝐈𝐎 𝟐𝟎𝟐𝟓: 𝟏𝟒 𝐀𝐍𝐍𝐈 𝐃𝐈 𝐏𝐑𝐎𝐌𝐄𝐒𝐒𝐄 𝐄 𝐏𝐑𝐄𝐒𝐄 𝐈𝐍 𝐆𝐈𝐑𝐎 Oggi è un anniversario amaro per la Valle Ufita. 𝐈𝐥 𝟕 𝐥𝐮𝐠𝐥𝐢𝐨 𝟐𝟎𝟏𝟏 la Fiat annunciava la 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐬𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐈𝐫𝐢𝐬𝐛𝐮𝐬, l’ultima fabbrica italiana di autobus pubblici. 700 operai mandati a casa, 1400 famiglie colpite nell’indotto. Un’intera […] L'articolo 7 luglio 2011-7 luglio 2025: da Irisbus a Menarinibus, la puzza di bruciato resta su Contropiano.