Tag - Dottor Eugenio Serravalle

Carta di Siena, in merito a nomine NITAG: “Quando screditare diventa una strategia”
Negli ultimi giorni, le nomine del Dottor Paolo Bellavite e del Dottor Eugenio Serravalle all’interno del NITAG – il Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni – sono diventate il bersaglio di una campagna di delegittimazione che merita di essere analizzata con attenzione. L’attacco coordinato La sequenza è chiara: 1. Petizione del Patto Trasversale per la Scienza (PTS): chiede la “revoca immediata” delle nomine, accusando i due di “posizioni ideologiche” e “diffusione di contenuti pseudoscientifici”. 2. Articolo di SCIENZAinRETE: firmato da Eva Benelli, che li etichetta come “noti no-vax” e attribuisce la loro nomina non alla competenza, ma alla “vicinanza politica”. 3. Rilancio mediatico: post, articoli e commenti che ripetono lo stesso copione, evitando di entrare nel merito delle loro argomentazioni scientifiche. L’etichetta “no-vax”: un’arma facile, ma falsa. Dare pubblicamente del “no-vax” a un medico o a un ricercatore che non rifiuta le vaccinazioni, ma chiede trasparenza, dati completi e valutazioni equilibrate, è falso e diffamatorio. È un’etichetta usata per screditare e mettere a tacere chi non si allinea. È come dire che chi chiede di migliorare la sicurezza delle auto “è contro le automobili”: un’assurdità che rivela più la malafede di chi accusa che il pensiero di chi viene accusato. Non si vuole il confronto sui dati, si vuole eliminare chi fa domande, o porta prove che mettono in discussione punti critici della narrativa mainstream. Chi sono davvero Paolo Bellavite – Medico, specialista in ematologia clinica e di laboratorio. – Già professore associato di Patologia generale all’Università di Verona. – Autore di 176 pubblicazioni indicizzate su PubMed. Eugenio Serravalle – Medico chirurgo, specialista in pediatria preventiva e puericultura. – Lunga esperienza clinica in prevenzione e salute pediatrica. – Autore di libri e articoli divulgativi su vaccinazioni e salute del bambino. Episodio emblematico: a Serravalle, in passato, è stato vietato di parlare in un evento pubblico non per mancanza di titoli, ma perché le sue idee non erano gradite. Considerazione etica e deontologica L’etica e la deontologia medica impongono al professionista di agire con autonomia di giudizio e responsabilità verso la salute dell’uomo, senza piegarsi a pressioni o interessi estranei alla scienza. Colpire medici per le loro idee critiche significa violare lo spirito stesso della professione medica, che serve l’umanità, non il potere. Per questo chiediamo agli Ordini dei Medici di intervenire, perché qui non è in gioco solo la reputazione di due colleghi, ma la libertà di ogni medico di esprimersi nel rispetto delle prove e della propria coscienza. Anche chi oggi attacca ha figli e persone care, e un giorno potrebbe aver bisogno di una medicina onesta, fatta da medici liberi di dire la verità. Se oggi si zittisce chi difende la trasparenza, domani si sarà tolta voce a chi potrebbe difendere voi. Conclusione La scienza vera non teme il dissenso: lo cerca, lo valuta e discute, lo integra. Chiunque ami davvero la scienza e la salute pubblica dovrebbe accogliere il pensiero critico nei luoghi decisionali: è il miglior antidoto contro errori, conflitti di interesse e decisioni affrettate. Oggi si cerca di mettere al bando due medici per le loro idee, peraltro supportate da prove scientifiche . Domani, toccherà a chiunque osi fare una domanda. E quando la scienza smette di fare domande, non è più scienza: è propaganda in camice bianco. Carta di Siena – Patto tra Medici e Cittadini Website: https://cartadisiena.org Telegram: https://t.me/CartadiSienatelegram YouTube: https://youtube.com/@cartadisiena2024 Facebook: https://www.facebook.com/share/1AY1iy1HPe Redazione Italia
Quando domina il profitto: gli incentivi vaccinali e la deriva della medicina pubblica
di Eugenio Serravalle | Ago 7, 2025 | Diritti Negli Stati Uniti, una recente inchiesta di Children’s Health Defense ha portato all’attenzione del pubblico un aspetto poco noto della pratica vaccinale pediatrica: l’attribuzione di incentivi economici ai medici per ogni bambino completamente vaccinato entro una certa età. Un pediatra può ricevere fino a 400 dollari per ogni paziente se raggiunge, ad esempio, l’80% di copertura vaccinale nel proprio studio per l’intero panel di vaccini raccomandati. Questa dinamica può apparire estrema o lontana, la domanda da porci oggi è: in Italia esiste forse un modello simile? IL MODELLO AMERICANO È GIÀ REALTÀ ANCHE IN ITALIA In Italia, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV), attualmente in vigore nella versione 2023-2025, stabilisce obiettivi numerici di copertura vaccinale, imponendo alle Regioni di garantire almeno il 95% di adesione per i vaccini obbligatori e percentuali crescenti per i raccomandati. I livelli essenziali di assistenza (LEA) – stabiliti con DPCM 12 gennaio 2017 – legano strettamente le prestazioni vaccinali agli standard da rispettare per l’erogazione di fondi statali. Inoltre, il Sistema Nazionale di Verifica e Controllo sull’Assistenza Sanitaria (SiVeAS) valuta le performance regionali anche sulla base dei tassi vaccinali. Di conseguenza: * le ASL ricevono finanziamenti legati ai risultati raggiunti; * i dipartimenti di prevenzione sono incentivati economicamente per le coperture ottenute; * in alcune Regioni e aziende sanitarie, sono previsti premi di risultato anche per singoli operatori coinvolti nella campagna vaccinale. Anche se in forma indiretta e distribuita, l’incentivo economico esiste ed è attivo, ed è difficile non notare le analogie con quanto avviene negli Stati Uniti. Nel caso della Regione Toscana, un esempio emblematico, si stabilisce al punto 4.3 dell’AIR (Accordo Integrativo Regionale) del 2001, ancora vigente, che stabilisce che, per le attività connesse alle vaccinazioni – informazione, promozione, acquisizione del consenso informato, somministrazione, registrazione, segnalazione degli inadempienti e recupero – il pediatra ha diritto a due livelli di retribuzione:  Compenso per prestazione: * 15,00 € per ogni atto vaccinale, sia mono che pluri-somministrazione. Premi per obiettivi di copertura (valutati annualmente): * 1.000 € per copertura >95% della terza dose di esavalente * 1.000 € per copertura >95% del morbillo * 1.000 € per copertura >80% del papilloma virus nelle femmine I premi vengono dimezzati in caso di coperture inferiori, e annullati del tutto sotto una certa soglia (es. <92% per esavalente e morbillo). Sono esclusi dal conteggio solo i soggetti irreperibili o con dissenso formale firmato. Tutto regolare, tutto lecito, tutto “in nome della salute pubblica”… ma è davvero etico? IL CONFLITTO DI INTERESSI È SISTEMICO Questi incentivi economici trasformano di fatto il pediatra da consulente sanitario a promotore retribuito della campagna vaccinale, creando una situazione in cui: * l’obiettivo clinico (il benessere del singolo) viene subordinato all’obiettivo statistico (la copertura di massa); * la firma del consenso informato diventa un passaggio obbligato per il pagamento della prestazione; * il recupero degli “inadempienti” – cioè delle famiglie che scelgono legittimamente di non aderire – viene incentivato come parte dell’attività professionale. In tale contesto, il consenso informato perde ogni autenticità: non è più un atto libero e consapevole, ma una condizione necessaria perché il sistema remuneri il medico. E se da un lato l’art. 32 della Costituzione afferma che nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario, dall’altro l’intero impianto normativo e organizzativo lo spinge a farlo “spontaneamente”, ma sotto pressione economica, burocratica, sociale. Questa asimmetria di potere mette le famiglie in una posizione vulnerabile e snatura il rapporto fiduciario con il pediatra, che non può più essere percepito come neutrale, ma come portatore di un interesse economico nel convincere (o forzare) l’adesione. VACCINI SEPARATI: PERCHÉ NON SI POSSONO FARE? E SOPRATTUTTO… CHI CI GUADAGNA? Sempre più genitori chiedono di poter separare i vaccini: un’esigenza legittima, dettata da buon senso e attenzione al benessere del bambino. Eppure, la risposta del sistema è quasi sempre la stessa: “Non si può”. Ma è proprio vero? La legge Lorenzin non ha stabilito obbligo per l’esavalente o per il quadrivalente (MPRV), ma per quelle 10 vaccinazioni.  La circolare 0001174 del 15/01/2018 del Ministero della Salute prevede questa possibilità con lo schema per il recupero dei minori inadempienti agli obblighi vaccinali, introdotto dal Decreto Legge 73/2017. In Italia non sono disponibili vaccini monocomponenti per morbillo, parotite, rosolia, difterite e pertosse. Una scelta strategica, non scientifica. Per epatite B e Haemophilus influenzae B i monovalenti esistono, per cui l’esavalente si potrebbe tecnicamente scomporre in: * un quadrivalente (DTPa + polio) * due monovalenti (epatite B e Hib) per assolvere all’obbligo vaccinale. (i monovalenti contro tetano, poliomielite e varicella sono disponibili) Questa possibilità non viene mai offerta ai genitori, anzi spesso si sostiene che tali vaccini NON ESISTONO! Nel 2011, lo stesso Working Group pediatrico dell’AIFA raccomandava di evitare il vaccino MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella) per la prima dose perché il rischio di convulsioni febbrili è più che doppio rispetto a MPR + varicella somministrati separatamente. Eppure… la somministrazione separata non è mai la prassi. Nemmeno oggi. Una scelta clinica saggia e prudente è stata trasformata in un’opzione scomoda e raramente praticata. In pratica, il pediatra ha un interesse economico diretto nel non separare, nel non dilazionare, nel non offrire alternative. Ogni genitore che chiede una personalizzazione rischia di abbassare le performance, far saltare gli obiettivi e tagliare i bonus. Questa è una medicina che ha perso la sua anima. Una medicina che premia chi si adegua, non chi riflette. Una sanità che non ascolta le famiglie, ma impone protocolli pensati per fare statistica, non per proteggere la persona. Il consenso informato è stato svuotato. La personalizzazione delle scelte cliniche è scoraggiata. Il dialogo con le famiglie è sostituito da automatismi retribuiti. I vaccini separati “non si possono fare” non per ragioni scientifiche, ma per logiche economiche e organizzative. La salute non è un target e il bambino non è un dato statistico. Il medico non è un esecutore premiato per l’adesione cieca ai piani. Essere medici significa custodire l’integrità della cura, difendere l’autonomia professionale, agire per coscienza, anche quando è scomodo. Tutto il resto è burocrazia che si disinteressa del paziente, è gestione amministrativa mascherata da atto medico, è un’illusione di scientificità piegata alla logica dell’obbedienza. AsSIS
Solidarietà al Dottor Eugenio Serravalle: per salvare la libertà di cura, di espressione e di divulgazione scientifica
“Mala tempora currunt”, ovvero “corrono tempi cattivi”. Ma i latini a loro volta aggiungevano: “sed peiora parantur” che significa “ma se ne preparano di peggiori”. E’ proprio quello che è successo recentemente, il 29 giugno, quando il sindaco di Rosignano Marittimo, Claudio Marabotti (eletto lo scorso anno in quota 5 Stelle), ha minacciato di revocare il patrocinio comunale all’Eco Festival della Val di Cecina se fosse salito sul palco dei relatori il dottor Eugenio Serravalle, grande pediatra, medico omeopata e divulgatore scientifico arcinoto a livello nazionale per le sue battaglie per la sana alimentazione, l’agroecologia, la difesa del latte materno, la salutogenesi, la prevenzione primaria, la salute pubblica, la libertà di cura, la libertà di scelta vaccinale, l’ecologia e l’ambiente, contro lo strapotere delle case farmaceutiche e i processi di medicalizzazione della società, oltre ad essere fondatore di AsSIS (Associazione di Studi e Informazione sulla Salute). Laureato in Medicina e Chirurgia a Pisa – Specializzato in Pediatria Preventiva e Puericultura e Patologia Neonatale a Pavia, Serravalle è diplomato in Omeopatia Classica presso la Scuola Omeopatica di Livorno Opera ed esercita come libero professionista presso lo studio privato a Pisa. Consulente e responsabile di progetti di educazione alimentare (Comune di Pisa, Asili nido e scuole materne di Uliveto Terme, Nodica, Calci, Il girotondo e Il Nido d’ape di Pisa), è docente presso l’Accademia di Omeopatia Classica Hahnemaniana di Firenze, relatore in numerose convegni e conferenze sul tema della salute in età pediatrica, oltre ad essere stato collaboratore del magistrato Ferdinando Imposimato sui temi della medicalizzazione della società e dell’ingerenza delle case farmaceutiche nelle politiche sanitarie italiane ai tempi dell’approvazione della Legge Lorenzin (119/2017). Ha collaborato con il Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà di Vaccinazione (Comilva) ed è membro della Commissione Medico-Scientifica Indipendente (CMSi) che si sta occupando di indagare la Covid-19 con un approccio sindemico, rigettando quello riduzionista proposto dalla narrazione ufficiale. Saggista e divulgatore scientifico sui temi della salute e delle vaccinazioni pediatriche, ha scritto numerosissimi saggi come: Bambini Supervaccinati (Edizioni Il leone verde); Tutto quello che occorre sapere prima di vaccinare proprio figlio (Edizioni SI); Vaccinare contro il tetano?; Vaccinare contro il papillomavirus? – (Edizioni Salus Infirmorum); Vaccinazioni: alla Ricerca del Rischio Minore; Coronavirus – COVID-19 —No! Non è andato tutto bene (Editore: Il Leone Verde). Quando un sindaco – rappresentante ufficiale dei principi e dei valori della nostra Carta Costituzionale su cui ha prestato giuramento – utilizza il proprio potere per censurare il diritto di parola di un medico perché non ne condivide il pensiero critico, è sintomo di una sempre più crescente deriva antidemocratica. Chi conosce il dottor Serravalle sa bene che la sua prima passione è la difesa della “verità”, un paladino della difesa del diritto alla salute contro chi la vorrebbe ridurre a mera merce di scambio in nome di profitto, mercato, marketing e business. Basta scorrere i titoli degli articoli inseriti su AsSIS per rendersi conto del suo rigore scientifico che smaschera i conflitti di interesse che si nascondono dietro alcuni vaccini, soprattutto quelli riservati all’età pediatrica. Come ha scritto Serravalle: “Avrei dovuto partecipare al Val di Cecina Eco Festival di Rosignano M.mo, per condividere riflessioni su salute e prevenzione nei bambini – temi che da anni tratto con rigore scientifico e spirito divulgativo. L’incontro è stato annullato a seguito della minaccia del Sindaco di Rosignano di revocare il patrocinio comunale all’evento, qualora io vi avessi preso parte. Così è stato riferito dagli organizzatori. Se questo è davvero accaduto, siamo di fronte a un grave atto di censura, proveniente proprio da quell’Istituzione pubblica che per sua natura e funzione dovrebbe essere garante della libertà, del confronto e dei valori costituzionali. Una forma di censura tanto più preoccupante quanto più sottile: non serve vietare esplicitamente la parola quando si può agire per vie indirette, minacciando, condizionando, scoraggiando. (…) Quando un potere politico decide chi può o non può parlare in uno spazio pubblico sulla base delle sue idee – e non dei suoi atti o della veridicità di ciò che afferma – non è più un garante della democrazia, ma un suo ostacolo. Colpisce, e addolora, che questo bavaglio arrivi da forze politiche che si dichiarano progressiste. Quelle che a parole si ispirano ai valori della partecipazione, della tolleranza, dell’inclusione, dell’onestà intellettuale. Eppure oggi sembrano dire: “Progressisti sì, ma non con chi dissente”. La libertà di parola è universale o non è. Come ammoniva Pier Paolo Pasolini: “La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni.” E se la verità è fatta di molte voci, allora il silenzio imposto a una di esse non è protezione del bene comune, ma paura della complessità. Ricordava Norberto Bobbio che “Una democrazia senza opposizione è una contraddizione in termini.” Ed è proprio nel riconoscere la legittimità del dissenso che si misura la tenuta di una società civile e democratica. È essenziale vigilare. Non solo per difendere la mia libertà di parola, ma per la libertà di tutti: di chi la pensa come me e di chi non la pensa affatto così. Perché la libertà di espressione non è un favore da concedere, ma un diritto da rispettare. E solo attraverso un dialogo aperto, rispettoso e plurale possiamo costruire una società più giusta, più consapevole e più forte.” Ancora più grave è il fatto che la censura provenga da un sindaco proveniente dal MoVimento 5 Stelle, movimento politico nato nel 2009 ispirandosi agli ideali della decrescita, dell’ambientalismo, dell’anti-corruzione e in critica a tutti quei processi di ingerenza delle multinazionali sul “governo della vita” (per citare il giurista Stefano Rodotà) delle persone e che ne minano l’indipendenza e l’autonomia nell’agire e nello scegliere in libertà soprattutto sui temi della salute, della cura, della libertà di scelta vaccinale e dell’alimentazione. La gravità della decisione del sindaco di Rosignano di censurare un medico della statura del dottor Serravalle, noto in tutta Italia per la sua preparazione e per il suo rigore, sia dal punto di vista scientifico che umano, avrebbe trovato in Beppe Grillo, fondatore del movimento 5 Stelle, un supporter di primissimo piano. “Ma anche questo – come ha scritto la giornalista Patrizia Bardelli – è il segno dei tempi ed anche i 5 Stelle hanno perso evidentemente quella verve e quella indipendenza di pensiero critico che ha fatto del loro fondatore un caso nazionale”. Come ha dichiarato il dottor Serravalle a ToscanaToday: “La libertà di parola non serve per ascoltare chi ci rassicura, ma chi ci sfida. Non si difende quando ci è comoda: si difende quando mette in discussione le nostre certezze. Chi amministra la cosa pubblica dovrebbe onorare la Costituzione, non piegarla al proprio tornaconto o alle convenienze ideologiche. Un patrocinio negato perché qualcuno dissente è un atto di debolezza, non di autorevolezza. Io continuerò a parlare. In piazza, nei libri, nei teatri. Non per polemica, ma perché educare al pensiero critico è un atto d’amore verso la democrazia. E ricordiamolo tutti: Il silenzio degli altri non è libertà, è complicità”. Pubblichiamo la Lettera aperta del dottor Eugenio Serravalle al Sindaco di Rosignano: Egregio Signor Sindaco, ho appreso con dispiacere che la mia partecipazione all’Eco Festival di Val di Cecina è stata annullata, a seguito della Sua decisione – esplicita o implicita – di revocare il patrocinio del Comune in caso di mia presenza. Una scelta che, pur legittima sotto il profilo amministrativo, merita una riflessione pubblica più ampia, alla luce del ruolo istituzionale che Lei ricopre e dei valori che una democrazia matura è chiamata a difendere. L’articolo 21 della nostra Costituzione afferma che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” È una dichiarazione potente, netta, nata dalle macerie del fascismo proprio per garantire che nessuna autorità, neppure la più benintenzionata, possa impedire l’espressione libera del pensiero, anche – e soprattutto – quando quel pensiero è scomodo, minoritario o controcorrente. Negare o condizionare la partecipazione a un evento culturale in base alle opinioni personali di un relatore – per quanto distanti possano essere dalle sue – non è solo una scelta discutibile: è un segnale preoccupante. Significa subordinare il dibattito alla convenienza politica, trasformando il patrocinio pubblico in uno strumento di censura indiretta. In nome di cosa? Del decoro? Della reputazione dell’ente? O, più banalmente, del timore del dissenso? Vorrei ricordare – a Lei e a chi ha deciso con Lei – che la libertà di parola non si difende quando è comoda: si difende proprio quando ci mette alla prova. Scriveva Evelyn Beatrice Hall, riassumendo il pensiero di Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo.” Questa è la postura etica che ogni rappresentante delle istituzioni dovrebbe assumere di fronte alle opinioni altrui: non condivisione, ma rispetto; non approvazione, ma garanzia di agibilità. La mia attività, da anni, si basa sullo studio, sull’analisi dei dati scientifici, sull’invito al pensiero critico e sulla promozione della salute attraverso stili di vita consapevoli. Ho certamente espresso visioni non allineate a quelle dominanti, talvolta provocatorie, sempre argomentate e fondate su fonti scientifiche. Questo, in una società viva, dovrebbe essere accolto come una risorsa, non come una minaccia. In un festival che porta nel nome il valore dell’“eco” – ovvero dell’ambiente, della pluralità, del ritorno delle voci – non dovrebbe mai mancare lo spazio per il confronto aperto. Che messaggio riceveranno oggi i giovani, i cittadini, gli educatori, di fronte a questa censura mascherata da patrocinio? Che il dissenso va zittito? Che il pensiero critico deve restare fuori dalle piazze? Che è meglio tacere per non perdere appoggi? Eppure, proprio oggi, in un mondo sempre più conformista e polarizzato, abbiamo bisogno di tornare a educare al dubbio, al confronto, alla responsabilità del pensiero. Non esiste democrazia senza libertà di parola. Non esiste comunità sana senza la possibilità di ascoltare voci diverse. Signor Sindaco, questa lettera non è un atto di polemica, ma un appello: difendere la libertà di espressione non è un favore che si concede, è un dovere che si onora. Non per me, ma per la dignità della nostra Costituzione e per il futuro del pensiero libero nel nostro Paese. Cordialmente, Eugenio Serravalle Medico, pediatra e cittadino Lorenzo Poli