Il Kosovo e l’esternalizzazione delle frontiere e delle detenzioni
È entrato in vigore il controverso accordo tra Danimarca e Kosovo per il
trasferimento (ricollocazione, secondo il linguaggio felpato della diplomazia;
deportazione, in pratica, come vedremo in breve) di migranti stranieri detenuti
in Danimarca e destinati a essere spostati e detenuti in Kosovo, in cambio di
una compensazione di carattere monetario, in quella che si prospetta come una
nuova tappa, o una nuova escalation, del processo bilaterale di
esternalizzazione delle frontiere, per quello che riguarda la “fortezza Europa”,
l’Unione Europea, ed esternalizzazione della detenzione, per quello che riguarda
invece il programma di espulsioni forzate che caratterizza la politica
migratoria, ad esempio, dell’amministrazione Trump.
Cosa prevede tale accordo? Di fatto, uno scambio, preoccupante sotto il profilo
dell’umanità e della giustizia, ossia detenuti in cambio di soldi. Danimarca e
Kosovo nel 2022 hanno firmato un trattato “sull’utilizzo del carcere di Gjilan
ai fini dell’esecuzione delle sentenze danesi” che consente al governo danese di
trasferire fino a 300 cittadini di Paesi terzi per scontare la pena detentiva in
Kosovo. Al termine, i detenuti saranno rimpatriati in Danimarca per essere poi
espulsi nei loro Paesi di origine. Si prevede che l’accordo rimarrà in vigore
inizialmente per cinque anni, con la possibilità di prorogarlo automaticamente
per altri cinque anni.
L’accordo prevede altresì una compensazione monetaria, in base alla quale il
Kosovo riceverà 15 milioni di euro all’anno mentre, all’entrata in vigore
dell’accordo, riceverà ulteriori 5 milioni, come copertura per la fase
transitoria, che include la ristrutturazione della struttura penitenziaria e la
formazione del personale per corrispondere agli standard danesi. In base
all’accordo, infatti, il carcere (in Kosovo) e i detenuti saranno amministrati
secondo la giurisdizione danese, mentre il personale di sicurezza sarà vincolato
alla giurisdizione kosovara. L’accordo prevede anche l’istituzione della figura
di un governatore responsabile della gestione del carcere, anche questa figura
conforme al quadro giuridico danese, compresi i suoi obblighi derivanti dalle
norme internazionali.
Preoccupanti le dichiarazioni delle autorità kosovare, espressione
dell’autogoverno di Prishtina. La Ministra della Giustizia Albulena Haxhiu,
figura di primo piano dell’autogoverno kosovaro di Albin Kurti e appartenente al
suo stesso partito politico, il partito nazionalista Vetëvendosje
(Autodeterminazione) ha dichiarato che l’accordo è economicamente vantaggioso
per il Kosovo. Le somme acquisite tramite l’accordo saranno infatti, secondo le
indicazioni dell’autogoverno kosovaro, destinate a vari investimenti, mentre
l’attuazione dell’accordo consentirà allo stesso sistema penitenziario del
Kosovo di migliorare le proprie capacità.
Chiaramente, di fronte a queste innumerevoli problematicità, soprattutto dal
punto di vista della tutela dei diritti umani, e contraddizioni, specie sotto il
profilo della “doppia” giurisdizione, non sono mancate le reazioni e le critiche
delle organizzazioni della società civile. Il Consiglio per la Protezione dei
Diritti Umani e delle Libertà ha espresso dure critiche all’accordo: «Il governo
del Kosovo […] ha firmato un accordo col governo della Danimarca per l’affitto
del carcere di Pasjak, Gjilan, dove 300 detenuti, nessuno dei quali è cittadino
danese, saranno trasferiti forzatamente e contro la loro volontà in Danimarca. I
detenuti, che saranno trasferiti in Kosovo in cambio di un risarcimento
simbolico, provengono da Paesi terzi e sono stati condannati per reati gravi e
per radicalismo islamico. Il Ministero della Giustizia ha ingannato l’opinione
pubblica kosovara nascondendo il profilo dei detenuti che la Danimarca non è
riuscita a risocializzare e che pertanto ha spedito in Kosovo. […]
«Il carcere di Pasjak, durante il periodo di concessione, è considerato zona
extraterritoriale […]. Saranno legalizzati due sistemi penitenziari paralleli,
quello del Kosovo e quello della Danimarca […]. Il Consiglio si è fortemente
opposto a questo accordo, perché crea pericolosi precedenti che trasformeranno
il Kosovo in un grave violatore dei diritti umani e in un deposito per
prigionieri e rifugiati illegali provenienti da altri Paesi che li considerano e
li trattano come “rifiuti umani”. […] Il Kosovo non può essere trasformato in
una colonia di prigionieri e rifugiati illegali che, contro la loro volontà e in
violazione dei diritti umani, vi saranno insediati con la forza».
D’altro canto, Rados Djurović, direttore del Centro di assistenza per i
richiedenti asilo, ha affermato che l’accordo pone le condizioni per molti Paesi
«che hanno pensato di potervi collocare anche migranti e rifugiati, oltre che
detenuti. Questo ha aperto un vaso di Pandora. […] Queste misure, che riguardano
i campi e il trasferimento delle persone fuori dai territori in cui potrebbero
chiedere asilo, nei Paesi vicini, sono in realtà un messaggio che le persone non
devono nutrire la speranza di rimanere in Europa». Non si tratta di un caso così
lontano dalle nostre coste. Il noto accordo Italia-Albania del novembre 2023
prevede che l’Albania ospiti piattaforme di sbarco per persone intercettate
durante attraversamenti non autorizzati e soccorsi in mare dalle forze di
sicurezza italiane; in base all’accordo, l’Albania concede due aree (Shëngjin e
Gjadër) al governo italiano per edificare due strutture detentive, nelle quali
sarà applicata la giurisdizione italiana.
Non è un caso, dunque, che la magistratura italiana abbia già evidenziato
possibili incompatibilità dell’accordo con la Costituzione e con il diritto
internazionale, in particolare con quello europeo, in quanto metterebbe
seriamente a rischio il diritto d’asilo, il diritto alla salute e il diritto di
difesa dei cittadini stranieri. La Corte di Cassazione ha già evidenziato che
«la dottrina ha espresso numerosi dubbi di compatibilità con la Costituzione e
con il diritto internazionale, soffermandosi poi specificamente sul rapporto tra
il Protocollo e il diritto dell’Unione». Inoltre, metterebbe a repentaglio il
diritto d’asilo a causa del «dislivello giuridico derivante
dall’extraterritorialità», nonché il diritto alla difesa, il cui esercizio
sarebbe affidato «alla discrezionalità del “responsabile italiano del centro”»,
e anche il diritto alla salute, considerando che il livello di assistenza
sanitaria albanese non è comparabile con quello italiano e che l’Albania non fa
parte dell’Unione Europea.
Per di più, lo stesso trattenimento dei migranti, nell’impianto dell’accordo tra
Italia e Albania, «non è più previsto come extrema ratio, come previsto dalla
disciplina europea», ma rappresenta al contrario «l’unica alternativa indicata
dal legislatore, in violazione delle garanzie a tutela della libertà personale».
La stessa Unhcr si è impegnata «a garantire che le modalità di attuazione non
comportino l’esternalizzazione degli obblighi in materia di asilo e il
trasferimento delle responsabilità, che sono contrari al diritto
internazionale».
Riferimenti:
Kosovo – Denmark Agreement Enters into Force: What do you need to know, Re-ACT
Lab, 18.03.2025:
https://www.re-actlab.org/our-work/re-act-explains/re-act-explains-kosovo-denmark-agreement
Djurovic: Agreement with Denmark opened Pandora’s box, Kosovo Online,
06.06.2025:
https://www.kosovo-online.com/en/news/politics/djurovic-agreement-denmark-opened-pandoras-box-many-see-kosovo-center-housing-asylum
Agreement with Denmark, KMDLNJ reacts, Gazeta Express, 11.06.2025:
https://www.gazetaexpress.com/en/Agreement-with-Denmark-reacts-kmdlnj-kosovo-place-for-illegal-prisoners-and-refugees
L’accordo Italia-Albania e la nuova frontiera dell’esternalizzazione, Melting
Pot Europa, 16.05.2024:
https://www.meltingpot.org/2024/05/laccordo-italia-albania-e-la-nuova-frontiera-dellesternalizzazione
Migranti, accordo Italia-Albania: per la Cassazione restano “dubbi di
costituzionalità”, Sky Tg 24, 29.06.2025:
https://tg24.sky.it/cronaca/2025/06/29/migranti-accordo-italia-albania-cassazione
Protocollo Italia-Albania: UNHCR svolgerà ruolo di monitoraggio per promuovere e
tutelare i diritti umani fondamentali, UNHCR, 14.08.2024:
https://www.unhcr.org/it/notizie/comunicati-stampa/protocollo-italia-albania-unhcr-svolger%C3%A0-ruolo-di-monitoraggio-promuovere
Gianmarco Pisa