Tag - #SalviamoGaza

HeART of GAZA: I cuori feriti dei bambini Gaza in mostra a Firenze
Da Martedì 4 Novembre a domenica 16 novembre 2025, in Piazza Madonna (ex Murate) della Neve a Firenze è possibile visitare gratuitamente, grazie alla collaborazione di assopacepalestina, la mostra “HeART o GAZA”, una mostra di disegni di bambini di Deir Al-Balah, al centro della Striscia di Gaza. Il progetto, nato dalla amicizia – collaborazione fra Mohammed Timraz e l’illustratrice irlandese Féile Butler, ha permesso di offrire un tempo, uno spazio di gioco e “normalità”, ai bambini di Gaza, che vivono dall’ottobre 2023 nel terrore dei bombardamenti, la distruzione delle case, delle scuole, degli ospedali, la mancanza di cibo, acqua, cure sanitarie. Questo progetto ha consentito di far uscire i disegni dei bambini fuori dai confini della striscia per raggiungere il mondo attraverso questa mostra itinerante, testimoniare la situazione di Gaza attraverso i loro disegni e sostenere il progetto “We are not alone“. Abbiamo intervistato Mohammed Timraz (@mohammed_timraz_10), ricercatore palestinese che ora vive a Parma e studia Art terapy presso l’università. Pressenza Moahamed, chi è stato in Palestina in Cisgiordania e in particolare a Gaza, anche se è palestinese, ha una grande ferita nel cuore in questo momento vedendo la situazione di distruzione e disastro umanitario ed è per questo che ogni giorno e molte notti cerchiamo di fare qualche piccola cosa, dare un piccolo contributo, per cambiare le cose. Mohammed Lo so, lo so. Le persone che hanno una humanità sentono questo. Avete visto la mostra a Firenze? Cosa ne pensate? Pressenza Le cose che abbiamo visto e che ci hanno colpito nel vedere qui disegni dei bambini è il tentativo di rendere belle e felici alcune situazioni drammatiche e come loro hanno descritto invece in modo molto crudo e vero il dolore, la distruzione e tutto quello che hanno subìto. Mohammed Ovviamente si può solo immaginare cosa un bambino può vedere attraverso i suoi occhi in questo tipo di situazione, ma i suoi sentimenti riguardano più il tentativo di sentire l’armonia in qualcosa che è catastrofico e terribile. In questo progetto abbiamo un obiettivo principale, che è cercare di rendere consapevoli i bambini e di renderli capaci di sentire le loro emozioni, il loro modo di vivere dentro questo genocidio, come stanno soffrendo e come stanno combattendo.  Sì, praticamente il progetto consta proprio di questo, cercare di far tirare fuori la voce dei bambini e di vedere in che modo hanno percepito il disastro, in che modo stanno soffrendo e cercare di tirar fuori i loro sentimenti. Pressenza Come è nato questo progetto? Mohammed Il progetto è nato a luglio 2024. Sai che il genocidio è iniziato il 7 ottobre 2023 ed io, conoscendo l’inglese, ho iniziato a pubblicare informazioni sulla situazione in Gaza sui miei social media. Ho un’amica irlandese che si chiama Féile Butler e con lei è partito il progetto.  Tutti i giorni parlavamo di come la situazione in Gaza fosse molto difficile, specialmente per il genocidio in atto. Ogni giorno, ogni mattina, mi mandava un messaggio: “come stai, sei ancora vivo?” – ” Alhamd lilhi! Grazie a Dio, sì!”  Sai che nessuno può rimanere in sicurezza in Gaza, è un genocidio, chiunque può essere il prossimo. Quindi ci sentivano e ci mandavamo aggiornamenti. Ogni giorno la nostra amicizia è diventata sempre più stretta e una volta in un messaggio mi ha mandato un disegno di sua figlia e io gli ho mandato alcuni disegni dei miei nipoti, Nour, Shahed e Sobhi, di 9, 7 e 5 anni. In uno di questi disegni, quello di Shahed era disegnato un bambino senza testa.  E quando abbiamo visto questo disegno abbiamo detto che non è normale che un bambino di 7 anni disegnasse una cosa così! Questo non poteva essere accettabile! E questo in effetti è uno dei disegni che c’è nella mostra. Da quel momento ho deciso di fare qualcosa per questo bambino che aveva 7 anni e gli altri coetanei. Quindi ho predisposto una tenda per fare dei laboratori per i miei nipoti e altri bambini, circa 20 in tutto. Giorno dopo giorno ho iniziato a fare alcuni laboratori per tutto il gruppo di bambini, cercando di farli lavorare su qualcosa che non riguardasse il genocidio, la sofferenza, ma ad esempio disegni sull’inverno, sul mare, sui fiori, le torte di compleanno. Farli uscire dalle loro paure, dal dolore, dai bombardamenti, era molto difficile, era un sogno! Perché loro, avevano vissuto e stavano vivendo il genocidio ma piano piano hanno iniziato ad uscire dalle sofferenze ed hanno cominciato a disegnare cose positive. In questo modo abbiamo cercato di raccontare e mostrare alle persone fuori da Gaza, cosa i bambini stessero affrontando e quanto soffrivano: far vedere come è la vita e lo stile di vita per i bambini che vivevano all’interno di un genocidio. Da quando mi è stato reso impossibile continuare la mia attività (Grey Cafè) mi sono occupato di questo progetto acquistando il materiale per disegnare, pagando l’affitto delle tende, gli psicologi, i fotografi e i volontari. Pressenza Dove operavate con questi laboratori? In quale parte di Gaza?  Mohammed Ho iniziato nella mia città, in Deir el-Balah, nel centro di Gaza, aiutato dalle due ragazze più grandi, Qamar e Misk. Ora da 20 bambini siamo arrivati a 2.000, in 17 tende e altri spazi: a Khan Yunis, al Mawasi, Deir al Balah, Nuseirat e Gaza City. Pressenza Mohamed ci puoi raccontare una storia particolare che hai vissuto, in negativo o in positivo, attraverso i disegni di questi bambini e il rapporto con loro? Un aneddoto, un’esperienza che ti ha colpito. Mohammed Ho già accennato alcune storie come quello del bambino senza testa. Ogni disegno in realtà aveva una storia terribile dietro. Una storia particolare è quella di un bambino di 7 anni, Hihsan, che disegnava sempre pesci e il mare, in tutti i laboratori. Anche se il tema del giorno era l’inverno lui disegnava i pesci e il mare. Capendo che questo nascondeva psicologicamente qualcosa gli chiesi del perché di questo ripetere sempre e disegnare sempre i pesci e il mare. Così è emerso che lui aveva perso suo padre durante questo genocidio e che prima lo portava sempre al mare, cosa che lo rendeva felice. Ogni volta che disegnava il mare, o un pesce, lui ricordava suo padre e si sentiva felice e questo era un modo per curare il suo cuore. Pressenza Quando sei venuto in Italia? Mohammed Sono qui in Italia da un mese, dal primo ottobre di quest’anno. Sono restato a Gaza per due anni, ho vissuto il genocidio per due anni. Pressenza Un’ultima domanda: che evoluzione vorresti che avesse questo progetto? Sia per aiutare i bambini gazawi a tirare fuori i loro “cattivi” pensieri, le loro sofferenze, i loro sogni, ma anche per aiutare l’opinione pubblica, il resto del mondo a conoscere la situazione in modo più profondo, attraverso gli occhi, le emozioni e le sofferenze dei bambini. Mohammed Per ora continueremo con questo progetto, perché i bambini lo meritano ed è importante mantenere questo percorso e farlo crescere via via. Perché come sapete tutte le scuole sono state distrutte e per gli alunni non c’è nessun luogo dove andare a studiare: con questo progetto, intanto, gli abbiamo dato un luogo dove lavorare, studiare e fare queste attività.  Abbiamo anche altri progetti per il futuro. Stiamo lavorando per creare un sito web per il progetto e per cercare di raggiungere più bambini possibile.  Abbiamo già fatto un libro e quindi stiamo cercando, giorno dopo giorno e mese dopo mese, con i miei meravigliosi collaboratori, di portare avanti nuove idee. Vorrei dire qualcosa di più: non sono solo un ricercatore, sono qui a studiare e sto mandando un messaggio per la mia società, per la mia famiglia, per le persone qui, per conoscere la realtà, per conoscere la verità. E questa è l’unica arma che abbiamo in un contesto dove c’è comunque una contropropaganda, per non fare emergere la verità: hanno ucciso più di 300 giornalisti in Gaza, per impedirgli di vedere e raccontare la realtà. E si sta continuando ad uccidere anche durante la tregua, compreso un giornalista, Saleh: non vogliono testimoni a raccontare quello che sta succedendo. Uno dei miei sogni per il futuro è, se le cose andranno bene, tornare a Gaza per creare un’associazione, un edificio per i bambini di Gaza, per il cuore di Gaza. Vediamo… Io sono sempre lì, sento che sono come un corpo senza cuore, sento che il mio cuore rimane lì, per esempio, dormo solo al massimo 4 ore al giorno: è davvero difficile, sai. Iin sha’ allah!. Thank you! La mostra è gratuita, ma soggetta a copyright. Per informazioni consultare i canali social di HeArt of Gaza.   HeART of GAZA a Firenze Mohammed Timraz e disegni di bambini di Deir Al-Balah Mohammed Timraz e disegni di bambini di Deir Al-Balah Mohammed Timraz e disegni di bambini di Deir Al-Balah disegni di bambini di Deir Al-Balah Mi porta con sé senza più la testa, la sua tragedia e la sua tristezza sanguinano in lacrime blu, un incendio e molte vite spezzate, tra cui la mia. Il mio compleanno a casa della nonna, dopo che siamo stati sfollati da casa nostra, a Khan Younis. La nonna ha fatto [la torta] con l'ananas, e io ho compiuto otto anni. Hihsan, che disegnava sempre pesci e il mare Un messaggio di Shahed alla mamma: "Dalle nuvole piovono colori come cuori variopinti per rendere i bambini felici, proprio come me" Quando scompaiono le case significa che in un battito d'occhio scompaiono i ricordi, i parenti ei vicini. A loro si sostituiscono i frammenti che riempiono e ricoprono tutto, e gli incendi non si placano Sabrin, bambina martire. Un giorno correva sulla battigia; il giorno dopo la sua famiglia fuggiva, con lei awolta nel sudario   Paolo Mazzinghi
Da Bologna un sostegno alla ‘Flotilla’
Per appoggiare l’iniziativa di pace ‘Global Sumud Flotilla’ , una rete di obiettori di coscienza e di donne dell’Anno di volontariato sociale, servizio svolto anni fa presso la Caritas di Bologna, ha realizzato questo significativo video,”Onde di pace”, già disponibile per tutti su Youtube, questo è il link Redazione Bologna
Gaza, Ministero della Salute – Sintesi del comunicato del 5 luglio 2025
Pubblichiamo la sintesi del comunicato del Ministero della Salute Palestinese di Gaza del 5 luglio 2025. In soli 50 giorni, oltre 70 operatori sanitari sono stati uccisi, portando a più di 1.580 i martiri nel settore sanitario a Gaza. Tra loro, il dott. Marwan Al-Sultan, cardiologo di alto livello, e il dott. Mousa Khafaja, ginecologo, entrambi uccisi insieme ai loro familiari in attacchi diretti alle loro abitazioni. L’occupazione israeliana continua a colpire sistematicamente il personale medico, distruggendo ospedali, ambulanze e strutture vitali. Sono stati documentati 498 attacchi a strutture sanitarie, 900 operatori colpiti all’interno delle istituzioni e 186 ambulanze distrutte. La crisi di carburante per i generatori elettrici negli ospedali ha raggiunto livelli critici, minacciando il funzionamento dei reparti salvavita. Le quantità limitate imposte dall’occupazione non permettono la continuità dei servizi. Il Ministero rinnova l’appello urgente alla comunità internazionale per garantire l’ingresso immediato di carburante e protezione per il sistema sanitario, ormai al collasso.   Ministero della Salute – Gaza, 5 luglio 2025 Redazione Italia
Gaza, Ministero della Salute Palestinese – Aggiornamento quotidiano del 3 luglio 2025
UNRWA (Agenzia ONU per i Rifugiati Palestinesi): – Tutto sta finendo per la popolazione di Gaza: il tempo, il cibo, i medicinali e i luoghi sicuri sono già esauriti. – Il sistema attuale di distribuzione degli aiuti a Gaza ha umiliato famiglie affamate, impaurite, ferite ed esauste, spogliandole della loro umanità. – La fame si aggrava: la gente sviene per strada a causa della fame estrema. Urgente | Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA): – I coloni israeliani hanno lanciato circa 740 attacchi nella prima metà di quest’anno. – L’aumento della violenza dei coloni in Cisgiordania sta aggravando lo sfollamento dei palestinesi e ostacola il loro accesso agli aiuti umanitari. – Gli attacchi hanno causato 340 feriti tra i palestinesi e danni materiali ingenti. Intanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) chiede un cessate il fuoco immediato e l’ingresso urgente degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. In sole 24 ore: – 138 martiri – 452 feriti Vittime ancora sotto le macerie, impossibile raggiungerle. Dall’inizio dell’aggressione (7 ottobre 2023): 57.268 martiri 135.625 feriti Dal 18 marzo 2025: 6.710 martiri 23.584 feriti “Martiri della fame” Solo ieri: 62 persone uccise mentre cercavano aiuti umanitari. Totale finora: 714 martiri 4.837 feriti Le cifre raccontano una tragedia umana che continua nel silenzio del mondo. www.sehatty.ps/public Redazione Italia