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L’impatto della disabilità sul sistema familiare
Essere genitori comporta spesso una riorganizzazione della vita lavorativa e per le famiglie con figli con disabilità, questo impatto è ancora più evidente. Le famiglie con figli con disabilità dedicano significativamente più tempo all’accudimento: oltre 8 ore nei giorni feriali e fino a 14 ore al giorno nel weekend, soprattutto quando il figlio ha meno di 6 anni. In particolare, risulta evidente una differenza di genere, con le madri dei figli con disabilità che risultano impegnate nella cura per 14 ore al giorno nei fine settimana (9 ore e mezza per i padri),  contro le 12 ore delle madri di figli senza disabilità (8 ore e mezza per i padri). Si conferma l’elevato carico di cura, spesso invisibile, che incide sulla qualità della vita familiare. L’aiuto principale arriva dal coniuge/partner (75% dei rispondenti che hanno bambini con disabilità, 68% per le famiglie senza bambini con disabilità), a seguire risultano presenti in modo particolare i nonni e in misura minore le altre figure di supporto (babysitter, educatori, collaboratori). Le famiglie con bambini con disabilità dichiarano di ricevere aiuto dai nonni nel 40% dei casi, a fronte del 33% riportato dalle famiglie che non hanno bambini con disabilità. Anche in questo caso il divario di genere è abbastanza marcato, con i padri dei figli con disabilità che dichiarano di ricevere un maggior aiuto dal coniuge/partner (81% vs 72%) e dai nonni (43% vs 38%), e con le madri che nel doppio dei casi rispondono di non ricevere alcun aiuto (10% vs 5%). Sono alcuni dei dati i risultati della nuova indagine Paideia-DOXA.  Tra i genitori con figli con disabilità, uno su due ha vissuto una esperienza di discriminazione sul luogo di lavoro e il 36% delle madri dichiara che l’essere genitore ha condizionato “moltissimo” gli avanzamenti di carriera. Più di 6 famiglie su 10 hanno dichiarato di aver dovuto acquistare prestazioni sanitarie o riabilitative private per il figlio o la figlia con disabilità nell’ultimo anno (dato doppio rispetto al campione senza disabilità). Il 24% delle famiglie con bambini con disabilità dichiara che il figlio o la figlia non frequenta “mai” amici al di fuori della scuola, contro il 3% del campione di bambini che non hanno disabilità. Un bambino su tre con disabilità non viene “mai” o “raramente” invitato alle feste di compleanno degli amici o compagni di scuola. Il 39% delle famiglie con bambini o ragazzi con disabilità ha sperimentato l’impossibilità di partecipare a una gita scolastica negli ultimi due anni, dato che sale al 50% al Sud e Isole. L’indagine dedica una sezione specifica al mondo scolastico, con l’obiettivo di esplorare il ruolo della scuola nel favorire la partecipazione dei bambini con disabilità. Tra i genitori di figli con disabilità, il 71% valuta positivamente l’efficacia della scuola nel favorire lo sviluppo di una maggiore autonomia, rispetto all’85% dichiarato dai genitori di figli senza disabilità. Di contro, il 29% delle famiglie con bambini con disabilità ritiene che la scuola aiuti “poco” o “per nulla” il/la figlio/a a sviluppare una maggiore autonomia. Anche per quanto riguarda la capacità della scuola di incoraggiare la socializzazione, le risposte fornite dai genitori di figli con disabilità sono inferiori (74%) rispetto all’altro campione (88%). Per quanto riguarda la partecipazione alle gite scolastiche, il 39% delle famiglie con bambini o ragazzi con disabilità ha sperimentato l’impossibilità di partecipare a una gita scolastica negli ultimi due anni. Questo dato, se si guarda al sotto-campione che risiede al Sud e Isole, sale a 50%, quindi un bambino su due. Le ragioni più frequenti per la rinuncia alla gita scolastica da parte dei bambini con disabilità sono la mancanza di personale dedicato (13%) o l’assenza di assistenza notturna nelle gite su più giorni (11%). Solo il 6% delle famiglie che hanno bambini con disabilità indica come fattore ostativo i motivi economici. Secondo l’80% delle famiglie italiane, la presenza a scuola di bambini con disabilità favorisce nuove forme di apprendimento e migliora il clima in classe (75%). Tuttavia, per il 41% delle famiglie che non hanno bambini con disabilità, la presenza in classe di un bambino o una bambina con disabilità rallenta “molto” o “abbastanza” la didattica. Quanto ai servizi socio-sanitari, il 45% delle famiglie che hanno bambini con disabilità dichiara di usufruire di servizi sanitari in ambito pubblico per i propri figli “quotidianamente” o “settimanalmente”, contro il 18% delle famiglie in cui non sono presenti bambini o bambine con disabilità. Il dato si conferma anche sul fronte dei servizi socio-assistenziali (42% per le famiglie con bambini con disabilità vs 12%). Tuttavia, più di 6 famiglie su 10 hanno dichiarato di aver acquistato prestazioni sanitarie o riabilitative private per il figlio o la figlia con disabilità nell’ultimo anno (dato doppio rispetto al 31% del campione senza disabilità). E le famiglie si rivolgono al privato soprattutto perché garantisce tempi di attesa inferiori (38% per le famiglie che non hanno bambini con disabilità, 36% per le famiglie con bambini con disabilità), ma queste ultime acquistano prestazioni sanitarie o riabilitative private soprattutto per integrare quanto offerto dal Servizio Sanitario Nazionale (32% vs 16%) o perché il privato garantisce un maggior numero o una maggiore frequenza di prestazioni (31% vs 14%). La sezione finale dell’indagine è stata dedicata al tema della preoccupazione per il futuro dei figli: più di un rispondente su due (54%) tra le famiglie in cui è presente un minore con disabilità si dichiara “molto preoccupato” rispetto al 35% riferito alle famiglie in cui non è presente un figlio con disabilità. Le preoccupazioni maggiori per le famiglie in cui sono presenti minori con disabilità riguardano in primis la capacità dei figli di andare avanti anche quando  i genitori non ci saranno più (66%) Qui la seconda edizione dell’indagine Paideia-DOXA sull’impatto della disabilità sul sistema familiare: https://fondazionepaideia.it/wp-content/uploads/2025/09/Impatto-disabilita_Doxa_Fondazione-Paideia_19.09.25_DEF.pdf.  Giovanni Caprio
USB denuncia gravi rischi per salute e sicurezza al Centro Totem
Il Comune di Firenze e la Cooperativa “Il Girasole” pongono lavoratori e ragazzi con disabilità in una situazione di grave rischio per la salute e la sicurezza. Dal 12 Maggio la sede del Centro socio educativo Totem, gestito dalla Cooperativa “Il Girasole”, è stata trasferita alla Foresteria Pertini a Sorgane. Ci risulta che la struttura non sia stata preventivamente messa in condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza adatte a un ambiente di lavoro e soprattutto a ospitare ragazzi con problemi psicomotori certificati. La scrivente organizzazione sindacale, su indicazione dei lavoratori, ha già tempestivamente segnalato al Comune di Firenze, alla ASL e alla Cooperativa “Il Girasole” tutte le criticità segnalateci. Vale la pena ricordare come il Comune di Firenze sia ente pubblico appaltante del servizio e pertanto deve coordinarsi e vigilare circa il rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro (Dlgs.81/2008). Le principali segnalazioni pervenuteci riguardano: La mancanza di sistema di condizionamento e areazione La mancanza di prese elettriche La mancanza di collegamento allo scarico acque Guano alle finestre Inferriate rugginose Infestazione formiche e presenza ratti In particolare, denunciamo il fatto che alcuni veicoli utilizzati per il trasporto dei ragazzi con disabilità sono privi di aria condizionata e versano in uno stato manutentivo precario. I veicoli vengono parcheggiati sotto il sole lungo il corso della giornata e raggiungono pertanto temperature elevate, cosa che mette a forte rischio di stress termico tanto i lavoratori, quanto gli utenti, appartenenti a categorie deboli. Il tragitto casa-centro sociale e viceversa dura circa un’ora e mezzo! In altri termini, una sorta di forno ambulante che trasporta lavoratori e disabili. La mancanza di aria condizionata nei veicoli, inoltre, aumenta il rischio termico, a maggior ragione in giornate di codice rosso per le temperature in continuo aumento. Ricordiamo che il rischio di stress termico, che oltre ai veicoli l’intera struttura, deve essere valutato dagli organismi preposti come indicato nel D.V.R. art.181-182 Titolo VIII Agenti Fisici. Chiediamo che in tempi brevissimi si mettano in atto tutte le azioni atte a risolvere i problemi da noi denunciati. Qualora le risposte dovessero tardare ad arrivare, perseguiremo tutte le strade che riterremo opportune per la risoluzione dei problemi.   USB Firenze Unione Sindacale di Base