Catastrofi e prospettive del mondo contemporaneo: contributi per una puntuale ricognizioneProponiamo la lettura di un estratto dell’articolata recensione dello studioso
di storia economica siciliana, pubblicata su Dialoghi Mediterranei, n. 74,
luglio 2025, dedicata all’Annale di Pressenza 2024, Crepuscolo dell’ordine
imperiale e sfide per la pace (Multimage, 2025), a cura di Toni Casano, Daniela
Musumeci e Pina Catalanotto
Pressenza – International Press Agency [1], come spiegano i titolari e gestori
del sito, «è unʼagenzia stampa internazionale in 7 lingue che pubblica e
diffonde notizie, iniziative, proposte che riguardano pace, nonviolenza,
disarmo, diritti umani, lotta contro ogni forma di discriminazione. Considera
l’Essere Umano come valore centrale ed esalta la diversità. Propone
un giornalismo attivo e lucido che punta alla soluzione delle crisi e dei
conflitti sociali di ogni latitudine. In questo senso, oltre a pubblicare
notizie sullʼattualità, diffonde studi, analisi ed azioni che contribuiscano
alla pace mondiale e al superamento della violenza; mette in risalto la
necessità e lʼurgenza del disarmo nucleare e convenzionale, la soluzione
pacifica dei conflitti, la loro prevenzione, il ritiro dai territori occupati.
Al tempo stesso denuncia tutto ciò che provoca dolore e sofferenza ai popoli e
cerca di decifrare e trasformare le cause di quegli eventi, essendo molto più di
un mero spettatore. L’Agenzia forma studenti, praticanti e volontari che sono
d’accordo con queste convinzioni. Lʼagenzia è interamente formata da volontari
che offrono gratuitamente i servizi in cui sono specializzati. Le redazioni sono
spazi aperti alla collaborazione in équipe, alle nuove proposte, allo sviluppo
di iniziative specifiche coerenti con le finalità dell’agenzia (libri, convegni,
corsi di formazione ecc.)» [2].
LʼAgenzia è stata fondata nel 2008, in occasione del Simposio Internazionale del
Centro Mondiale di Studi Umanisti svoltosi a Punta de Vacas in Argentina, per
promuovere e sostenere la Marcia mondiale per la pace e la non violenza. Nel
2009, è stata legalizzata come agenzia internazionale a Quito, Ecuador e dal
2014 è organizzata in redazioni decentrate. Presente in 24 Paesi, pubblica ogni
giorno i suoi dispacci in inglese, italiano, spagnolo, francese, portoghese,
tedesco, greco, catalano, arabo, russo e malayalam (lingua del Kerala, India)
[3].
Dal 2015 la redazione italiana ha avviato la collaborazione con lʼAssociazione
Editoriale Multimage, dando vita alla collana «I libri di Pressenza», curata da
Toni Casano, dedicata ad approfondimenti giornalistici. In questa collana, nel
mese di febbraio scorso è stato pubblicato il quarto “Annale” dal titolo
Crepuscolo dellʼordine imperiale e sfide per la pace, curato da Toni Casano,
Pina Catalanotto e Daniela Musumeci, articolato in sei sezioni ‒ “Guerre e
Pace”, “Ecosistemi e giustizia climatica”, “Mobilità globale”, “Genere e
femminismi”, “Politiche e moltitudini”, “Culture altre” ‒ nelle quali sono
suddivisi ottanta contributi di giornaliste/i e scrittrici/ori italiani e
stranieri[4].
Il volume, nel quale sono raccolti articoli e interviste pubblicati nel corso
del 2024, ha, indubbiamente, il pregio di fare accedere il lettore nel vivo
delle questioni attuali più delicate e spinose, analizzate da più punti di
osservazione e angolazioni. Ancora una volta, è riuscito nellʼintento di
proporsi come luogo di approfondimento e di riflessione collettiva. È una
finestra sugli orrori contemporanei e, al tempo stesso, sugli antidoti e sulle
pratiche di pensiero e di azione per contrastarli. Sottolineo orrori, perché il
volume, chiuso in tipografia alla fine dellʼanno scorso, non poteva tenere conto
di tutto il peggio al quale abbiamo ancora assistito negli ultimi sei mesi e,
tuttavia, i nodi di fondo, le cause e gli effetti rimangono drammaticamente
identici. Più che lʼottimismo della ragione credo che, a difenderci da questa
valanga di accadimenti negativi, possa servire ‒ come suggerito dalle due
curatrici e dal curatore ‒ la ricerca di buone nuove, la ricerca di armonia,
armonia tra persone, tra persone e natura, oltre che con noi stessi.
Una delle considerazioni introduttive pone subito in evidenza il nucleo centrale
del problema: «Ma una cosa di cui siamo abbastanza certi è che le democrazie
liberali sviluppatesi dall’inizio dello scorso secolo, quale forma più evoluta
del moderno Stato nazione (e delle quali già alle porte del terzo millennio si
certificava la crisi), oggi siano giunte effettivamente al capolinea della
storia, avendo più che maturato la loro fine destinale».
È una valutazione che non consente appello e che spiega la stretta correlazione
che i temi trattati nel volume hanno tra loro e che hanno contribuito a
determinare questo epilogo «destinale» ma che, specularmente, da questo esito
sono condizionati: crisi della politica, distribuzione della ricchezza globale,
svalutazione del lavoro, conflitti, migrazioni, rivoluzione femminista,
ecosistema.
Una prova del declino delle democrazie liberali non è forse la proliferazione
nel mondo di autocrati e di “democrature”? LʼOccidente, al di qua e al di là
dellʼAtlantico, si è progressivamente consegnato allʼaristocrazia della finanza
internazionale e allʼindustria degli armamenti e rischia ancor più di essere
travolto dai gestori delle cripto valute nelle quali si convertono ingenti
quantitativi di denaro sporco delle mafie. Le premesse di questo tramonto
cʼerano tutte e il prototipo berlusconiano di imprenditore-governante aveva
fatto breccia (e scuola) nel mondo, già 30 anni fa. Sembrava, tuttavia,
impensabile che alla presidenza degli Stati Uniti potesse essere eletto un
magliaro con alle spalle una lunga serie di società fallite e con una montagna
di debiti; un affarista, condannato per stupro, eversore e produttore di moneta
digitale; in una parola, un gangster che sta risanando e moltiplicando le sue
finanze e che specula in Borsa determinando le oscillazioni giornaliere a suo
piacimento. Grazie alla vittoria elettorale, regalatagli in un piatto dʼargento
dal partito democratico, il neopresidente alla Casa Bianca si è circondato di
razzisti, suprematisti e ultranazionalisti fanatici. Al confronto, il
leggendario Al Capone oggi sarebbe un dilettante.
Forse lʼunico dato positivo di questo nuovo capitolo della storia politica
americana, che dispiega i suoi effetti sullʼintero mondo, è che la connessione
governo-affari-finanza industria delle armi è senza infingimenti; è palese e
manifesta, priva di quella dose di ipocrisia con la quale i democratici
americani conciliavano le guerre “giuste” per esportare la democrazia, con il
sostegno finanziario alle organizzazioni umanitarie. Lʼaggravante contemporanea
dei trumpiani, infatti, è lʼassalto ai diritti civili, alla libertà di stampa,
alle università, alla sanità pubblica; è la spettacolarizzazione della caccia
agli immigrati, lʼazzeramento dei fondi ai Paesi colpiti da carestie e
devastazioni, la teorizzazione delle deportazioni di massa.
NOTE
[1] HTTPS://WWW.PRESSENZA.COM/IT/PARTNERS/
[2] HTTPS://WWW.AGORAVOX.IT/PRESSENZA-INTERNATIONAL-PRESS
[3] HTTPS://WWW.PRESSENZA.COM/IT/INFORMAZIONI/
[4] CREPUSCOLO DELLʼORDINE IMPERIALE E SFIDE PER LA PACE, ANNALE PRESSENZA 2024,
A CURA DI TONI CASANO, PINA CATALANOTTO, DANIELA MUSUMECI, MULTIMAGE, REGGIOLO
(REGGIO EMILIA) 2024: 338.
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Redazione Italia