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La candidata di sinistra Jeannette Jara vince il primo turno delle elezioni cilene in uno scenario molto sfavorevole per il ballottaggio
Con una percentuale di voti pari al 26,74%, la candidata comunista che rappresenta le forze socialdemocratiche e di sinistra ha sconfitto i candidati delle diverse forze di destra che domenica 16 novembre si sono affrontati al primo turno delle elezioni cilene. Tuttavia, tale percentuale non sarebbe sufficiente per competere al ballottaggio. Il 14 dicembre Jeannette Jara dovrà affrontare José Antonio Kast, che ha ottenuto il 24,07% in questo primo turno e che la sera di domenica ha ricevuto il sostegno esplicito di due dei candidati di destra, Johannes Kaiser (13,94%) ed Evelyn Matthei (12,62%), mentre il populista Franco Parisi ha dichiarato che consulterà virtualmente i suoi elettori per definire il suo sostegno al secondo turno. Quest’ultimo candidato ha ottenuto il 19,52% dei voti. D’altra parte, la candidata progressista non ha ricevuto parole di sostegno da nessuno dei candidati che potrebbero eventualmente unirsi a lei, come Harold Mayne-Nicholls, che rappresenta il centro e ha ottenuto l’1,27%, mentre i candidati di sinistra Eduardo Artés e Marco Enríquez-Ominami hanno ottenuto insieme l’1,85%. Sarà quindi un ballottaggio difficile, in cui i settori socialdemocratici e di sinistra dovranno raccogliere la sfida di vincere la contesa per formare un governo che promuova le trasformazioni sociali e migliori la qualità della democrazia e, allo stesso tempo, cerchi di frenare la possibilità che si imponga l’estrema destra. Tuttavia, già da ora tutte le previsioni annunciano la sconfitta e l’ingresso del Cile nel gruppo di Paesi come Argentina, Ecuador, El Salvador, Stati Uniti, Ungheria e Italia, dove si è instaurata una tendenza ultraconservatrice. Sono state le prime elezioni presidenziali e quelle per rinnovare la metà del Senato e l’intera Camera dei deputati e delle deputate con voto obbligatorio, dopo che le due consultazioni sul cambiamento della Costituzione hanno introdotto il voto obbligatorio. Coloro che non si sono recati alle urne subiranno multe considerevoli. Ciononostante, si sono verificati casi di assenteismo, voti nulli e schede bianche, i cui dati definitivi devono ancora essere resi noti. Nei prossimi giorni forniremo informazioni sul rapporto di forze che si stabilirà al Senato e alla Camera, dove al momento si registra una tendenza maggioritaria a favore delle forze di destra. Sulla base dei dati attuali, tra i deputati non sarebbero stati eletti i personaggi emblematici dell’umanesimo, come il presidente di Acción Humanista Tomás Hirsch; l’unica deputata rimasta potrebbe essere Ana María Gazmuri. I partiti politici che non otterranno almeno quattro deputati o il 5% dei voti saranno sciolti e per ricostituirsi dovranno ottenere un numero di iscritti tre volte superiore a quello finora necessario, imponendo una tendenza a ridurre il numero dei partiti invece della possibilità di arricchire la democrazia grazie all’incorporazione di nuove forze. In questa situazione si trovano diverse organizzazioni politiche che vedono a rischio la loro permanenza legale. Nei prossimi giorni forniremo informazioni più dettagliate sui risultati delle elezioni.     Pía Figueroa
Cile, Jeanette Jara vince le primarie della sinistra per le elezioni presidenziali
La vittoria alle primarie di Jeannette Jara Román ha avuto due aspetti fondamentali: una percentuale schiacciante di voti e una chiara affermazione del suo messaggio. A novembre, al primo turno delle elezioni presidenziali, rappresenterà le forze democratiche, progressiste, umaniste e di sinistra e ampi settori della cittadinanza. Jeannette Jara Román inizia ora il cammino verso La Moneda. La sera di domenica 29 giugno Jeannette Jara aveva ottenuto circa il 60% dei voti, con circa 30 punti di vantaggio sulla sua più vicina sfidante, Carolina Tohá, candidata di Socialismo Democratico (SD). Il voto per Jeannette Jara ha mostrato un ampio sostegno a livello nazionale, che avrà un impatto sulla competizione presidenziale del prossimo novembre. Ha vinto in più di 330 Comuni in tutto il Paese, un successo enorme. La candidata del Partito Comunista (PC), di Azione Umanista (AH), della Sinistra Cristiana (IC) e degli indipendenti ha infranto le previsioni di un paio di mesi fa, che davano per sicura la vittoria della candidata di Socialismo Democratico (SD). Jeannette Jara ha guadagnato terreno, ha presentato misure concrete, si è dimostrata aperta al dialogo e vicina al popolo e ha ottenuto quello che oggi è un trionfo per la sinistra cilena. Un elemento non del tutto riuscito è stato il numero di votanti, che non ha superato il milione e mezzo alla chiusura dei seggi, quando si era detto che l’optimum sarebbero stati due milioni di votanti. In ogni caso, la cifra rientra nei margini stabiliti dal partito al governo. È già chiaro che Jeannette Jara sarà la principale contendente contro i candidati di destra e di estrema destra, rappresentando ampi settori democratici, progressisti e di sinistra e diventando un’opzione per la cittadinanza. In molti settori della politica, della società civile e dei media, si è ribadito che la vittoria di Jara è stata un importante risultato politico ed elettorale per il Partito Comunista, che alcuni hanno definito “storico”, un fatto senza precedenti anche in America Latina e a livello internazionale negli ultimi decenni. Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo     El Siglo