Marghera, Progetto inceneritore di ENI Rewind è stato bocciato. Vittoria del Coordinamento No Inceneritori
Eni Rewind nel pomeriggio del 25 giugno ha commentato con una breve nota
il parere negativo del comitato tecnico regionale del Veneto per la Valutazione
di Impatto Ambientale, che di fatto affossa il progetto del termovalorizzatore,
che già aveva avuto un parere negativo dall’Istituto Superiore di Sanità, oltre
alla graduale opposizione di diversi comuni e comunità del territorio. «Eni
Rewind prende atto della decisione in merito alla bocciatura del progetto per la
realizzazione di un impianto per il trattamento dei fanghi di depurazione civile
a porto Marghera» scrive all’inizio della nota. Proprio sul fronte del lavoro
interviene la Cgil, ricordando che «quello dell’inceneritore a Fusina è sempre
stato un progetto irrealizzabile, privo di basi industriali solide e totalmente
inadeguato. Eni – dichiarano Daniele Giordano (Cgil Venezia) e Michele Pettenó
(Filctem) – ha preso in giro l’intero territorio, presentando una proposta che
non aveva alcuna reale prospettiva di rilancio industriale. Questo impianto è
servito solo a distogliere l’attenzione dai veri nodi irrisolti, a partire dalla
mancanza totale di investimenti e dalla chiusura silenziosa della chimica a
Porto Marghera».
L’inceneritore per fanghi di ENI Rewind è stato bocciato e i comitati parlano di
una vittoria e di una giornata storica. Il Coordinamento No Inceneritori ha
emesso un comunicato stampa il 25 giugno in cui scrive:
“Avevamo promesso a ENI che di qui non sarebbero passati, e non sono passati!
E’ una vittoria importantissima e di portata storica per un territorio che ha
pagato un prezzo altissimo, in termini di vite umane perse e di degrado
ambientale, a causa di decenni di industrializzazione dissennata, che ha
privilegiato il profitto sopra tutto e sopra tutti, creando la diffusa opinione
che la popolazione non ha mai voce in capitolo su questioni così importanti.
Qualcuno pensava di poter continuare a sacrificare questo territorio, ma le
tante mobilitazioni popolari messe in campo, non ultima la grande manifestazione
dell’1 giugno con 5000 persone in piazza un anno fa, il blocco del distributore
a Marghera e dell’ENI Store, il grande lavoro di inchiesta , di approfondimento
scientifico, di sensibilizzazione svolto in questi anni dai comitati ha sbarrato
la strada addirittura a ENI, una delle multinazionali del fossile più potenti al
mondo, la stessa che fa accordi con il governo criminale di Israele e con Paesi
come la Libia responsabili di torture e di gravi violazioni dei diritti umani .
E’ importante che le argomentazioni del Comitato Tecnico per la valutazione
ambientale abbiano riconosciuto l’importanza del principio di precauzione e
abbiano accolto i nostri rilievi sulla pericolosità degli inceneritori, impianti
insalubri di prima classe, in particolare per quanto riguarda gli impatti
ambientali e sanitari derivati dalla inefficace combustione dei PFAS, e per il
fatto che questo territorio è già pesantemente inquinato con conseguenze
sanitarie intollerabili.
Le istituzioni hanno dovuto piegarsi di fronte alla nostra mobilitazione e.ai
pareri determinanti dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno di fatto
confermato tutte le osservazioni che già avevamo posto.
Questa sentenza non vale solo per ENI, perché ora il problema della salute, dei
PFAS e dell’inquinamento ambientale non potrà più essere ignorato né per
l’inceneritore di Veritas, né per quelli di Padova, di Schio, di Verona e di
Loreo. Il problema della gestione dei rifiuti, dei fanghi e dei PFAS sono un
dato di fatto, ma la soluzione non sta nel creare un problema ancora più grave.
E’ necessario aprire al confronto con i comitati, con le associazioni
ambientaliste, con le popolazioni, investire in ricerca, e soprattutto assumere
come paradigma che la tutela della salute e dell’ambiente vengano prima dei
profitti e di ogni altra cosa”.
Il Coordinamento No Inceneritori, forte di questa vittoria ora rilancia:
“E’ necessario bloccare immediatamente la seconda linea di Veritas; chiediamo
alla Regione e a ARPAV di avviare studi approfonditi intorno agli inceneritori,
con il supporto di CNR e ISPRA, per verificare il livello di contaminazione da
PFAS nei suoli, nelle acque, e negli alimenti. Noi non ci fermiamo, Veritas è
avvisata. Il nostro territorio non è in vendita, non brucerete il nostro
futuro”.
Nonostante ciò però, Eni sembra ancora essere pronta all’attacco e, proprio
nella nota, prosegue: «Tali impianti sono infatti previsti nella piano rifiuti
della Regione Veneto, ed Eni Rewind ritiene di aver presentato tutta la
documentazione tecnica relativa a eventuali impatti sull’ambiente, la sicurezza
e la salute. Eni avvierà le opportune riflessioni in merito al rilancio
dell’area industriale di Porto Marghera di cui questo impianto era parte
rilevante».
https://www.veneziatoday.it/attualita/eni-reazione-bocciatura-inceneritore.html
Lorenzo Poli