NELLA STRISCIA DI GAZA LA MACABRA TRAPPOLA MORTALE DI ISRAELE CONTRO GLI AFFAMATI. 66 BAMBINI MORTI PER FAME
Nuovi – ennesimi – attacchi israeliani in tutta Gaza hanno massacrato decine di
palestinesi: erano in attesa di cibo e beni di prima necessità in coda davanti
finti centri di distribuzione umanitari, vere e proprie trappole mortali in mano
a Israele e Stati Uniti per continuare a umiliare, affammare e uccidere la
popolazione della Striscia.
Da quando, a maggio, è nata la GHF di Usa e Israele, sono almeno 550 i morti
negli spari di cecchini, aerei, droni e tank, a cui si aggiungono i decessi per
fame: 66 bambini confermati, a cui aggiungere i 35 deceduti per un focolaio di
meninginte infantile.
Solo oggi 10 palestinesi uccisi dopo che aerei militari israeliani hanno preso
di mira un deposito di aiuti ad Al-Zaytoun, a sud di Gaza City. Dall’alba, 48 le
vittime; altri raid a nord, Jabalia, e a sud, Khan Yunis: qui colpite le tende
degli sfollati ad Al Mawasi. 68 ieri, 81 sabato, 72 venerdì’, 103 giovedì;
questi i numeri dello sterminio, ormai sfuggiti a ogni tentativo di conteggio.
Il bilancio ufficiale del Ministero della Salute di Gaza parla di quasi 57mila
morti, mentre il rapporto pubblicato su Harvard Dataverse e redatto dal
professore israeliano Yaakov Garb, basato su immagini satellitari e mappatura
spaziale, mostra come siano in realtà almeno 377.000 le persone letteramente
scomparse dalla Striscia: quasi la metà sono minori. Nel conteggio ci sono
morti, feriti, sfollati, dispersi di cui non si ha traccia: il 15% di tutta la
popolazione di Gaza è letteralmente, in circa 630 giorni di genocidio…sparita.
In questo scenario perdono di senso, se mai l’avessero avuto, le parole di Trump
che “preme per un accordo di tregua a Gaza entro una settimana”; nella notte una
riunione di gabinetto in Israele non ha dato esisto ed è stata aggiornata ad
oggi. Hamas dice però che Netanyahu pone ‘condizioni impossibili, una resa e non
un accordo”, mentre oggi nuova riunione all’Onu sulla Striscia. Al centro
dell’incontro non solo la Palestina, ma pure Libano e Siria; qui Tel Aviv dice
di essere “interessato a stipulare accordi di pace e normalizzazione con i
vicini”.
C’è poi la dimenticata Cisgiordania, dove la violenza terroristica dei coloni
non ha limiti. Nuovamente assaltata la zona collinare di Masafaer Yatta, fuori
Hebron. Sono però numerosi i villaggi palestinesi assaltati, armi alla mano, dai
coloni fascisti, che in un caso hanno attaccato persino i loro protettori,
soldati e poliziotti di Tel Aviv. E’ accaduto a Binyamin, in Cisgiordania, fuori
dalla Caserma centrale dell’occupazione: decine di coloni hanno attaccato agenti
di polizia e militari con spray al peperoncino, vandalizzando veicoli militari,
per il fermo di un paio di loro.
L’intervista a Shoukri Hroub, dell’UDAP – Unione Democratica Arabo Palestinesi.
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