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Ancora morti nel Mediterraneo
Ieri una ragazza ventenne ha perso la vita in un naufragio a 45 miglia nautiche da Lampedusa. Il barchino di ferro su cui viaggiava insieme a una cinquantina di persone ha iniziato ad affondare, e secondo i sopravvissuti anche un’altra donna sarebbe dispersa. Mentre il nostro aereo da ricognizione Seabird dava supporto dall’alto, i circa 50 sopravvissuti sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera italiana che, con il supporto della nave ong Dakini, ha anche recuperato il corpo della ragazza. Quante altre giovani vite dobbiamo ancora perdere? Sea Watch
La nave veloce Aurora prende a bordo 41 naufraghi abbandonati da sei giorni su un mercantile
Da sei giorni 41 persone erano abbandonate da Italia ed Europa nel Mediterraneo, a bordo del mercantile Maridive. Tra loro, un minore gravemente malato e un uomo diabetico, che nessuno è andato a soccorrere. Hanno rischiato di essere catturati e respinti in Tunisia dalla Marina Militare tunisina, ma prima che accadesse siamo riusciti a intervenire con Aurora. Le 41 persone sono ora a bordo della nostra imbarcazione veloce, stiamo navigando verso nord e abbiamo casi medici che richiedono un’assistenza urgente. Ancora una volta, mentre gli Stati europei si giravano dall’altra parte, la società civile soccorreva le persone in pericolo. Sea Watch
La Sea-Watch 5 salva 30 naufraghi e resiste alle minacce di una milizia libica
Oggi con la nostra nave Sea-Watch 5 siamo intervenuti per soccorrere 30 persone in pericolo. Sul posto, una milizia libica ci ha minacciato e intimidito, invano: i naufraghi sono al sicuro, a bordo con noi. In salvo dall’annegamento e dal respingimento nei campi di detenzione in Libia. Ora siamo in viaggio verso il porto di Marina di Carrara, indicatoci dalle autorità. Un luogo di sbarco inutilmente, disumanamente lontano, che raggiungeremo in tre giorni di navigazione. La farsa politica italiana continua. Sea Watch