A scuola di guerra: la questione palestinese nei manuali scolastici in Israele e Palestina
fonte immagine Wikipedia
A SCUOLA DI GUERRA: LA QUESTIONE PALESTINESE NEI MANUALI SCOLASTICI IN ISRAELE E
PALESTINA
GIOVEDÌ 5 DICEMBRE 2024, ORE 8.30 – 13.30
IIS BELLUZZI – FIORAVANTI
BOLOGNA, VIA GIOVANNI DOMENICO CASSINI 3
(IN PRESENZA)
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CONVEGNO NAZIONALE DI FORMAZIONE
Ricordiamo che il personale ispettivo, dirigente, docente e ATA ha diritto
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CCNL2019/2021 (che sostituisce gli articoli 63 e 64 del CCNL 2006/2009). Il CESP
è Ente Accreditato/Qualificato per la formazione del personale della scuola (D.
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L’attività di formazione è stata concepita per intercettare un diffuso bisogno
del personale docente di approfondire la conoscenza del conflitto
israelo-palestinese: una tematica nell’ultimo anno particolarmente presente nel
dibattito pubblico ma che ha delle radici profonde nei processi di costruzione
dell’identità nazionale, nel colonialismo e nelle tante questioni del Novecento.
L’aggravarsi del conflitto richiede, anche nel confronto con studenti e
studentesse, una preparazione ed una conoscenza approfondita dei fenomeni
storici e politici che sono in atto nel quadro mediorientale e che vada ad
indagare anche la costruzione dell’ideologia e dell’identità nazionale degli
attori in conflitto.
Per tal motivo la giornata è stata costruita partendo dalle ricerche di studiose
come Nurit Peled-Elhanan e Samira Alayan che hanno lavorato proprio sui temi
della costruzione dell’ideologia e della propaganda nelle scuole israeliane e
palestinesi: i libri di testo, oggetto di queste ricercatrici universitarie che
lavorano in Israele, sono uno dei tanti strumenti – forse quello più evidente,
attraverso cui viene attuato un processo di costruzione dell’identità e allo
stesso tempo di rappresentazione dell’altro come nemico.
Per le docenti e i docenti presenti saper riconoscere e decodificare questi
fenomeni politici e culturali, usando il caso studio della questione
palestinese, costituisce un bagaglio fondamentale da poter utilizzare anche in
altri contesti e di fronte ad altri casi di studio, in cui si vengono a creare
stretti rapporti tra storia, memoria, identitarismi e conflitto. La giornata
sarà strutturata attraverso tre interventi oltre quello di apertura:
Peled-Elhanan e Alayan entreranno nel merito della riflessione analizzando i
manuali scolastici utilizzati nelle scuole dello Stato di Israele e della
Palestina; infine la ricercatrice della Scuola Normale di Pisa Federica Stagni
racconterà il ruolo complesso e controverso delle università israeliane nella
storia della occupazione palestinese.
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PROGRAMMA:
8.30-9.00: registrazioni partecipanti. Introduce e coordina Jacopo Frey, CESP
Bologna
* La Palestina nei testi scolastici di Israele. Nurit Peled-Elhanan, docente di
Scienze del linguaggio ed educazione presso la Hebrew University of Jerusalem
(intervento in video conferenza)
* Controllo del programma scolastico a Gerusalemme est: la lotta delle autorità
sui contenuti educativi, Samira Alayan, docente e ricercatrice senior presso
la Hebrew University of Jerusalem e il David Yellin Teacher’s College
(intervento in video conferenza)
* domande e dibattito con le relatrici
h. 11.40 – 12.00 Pausa caffè
* Le università israeliane e l’occupazione: dalla costruzione storica alla
sperimentazione tecnologica, Federica Stagni, ricercatrice presso la Scuola
Normale Superiore di Pisa
12.30- 13.30 Domande e dibattito
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ABSTRACT DEGLI INTERVENTI
NURIT PELED-ELHANAN
La Palestina nei testi scolastici di Israele .
Lo studio adotta un approccio semiotico sociale e utilizza metodi di analisi del
discorso multimodale. La semiotica sociale pone domande semiotiche per
rispondere a quelle sociali.La mia domanda sociale è: in che modo i libri di
testo israeliani educano i bambini ebrei a portare avanti il regime di
occupazione in Palestina e di discriminazione all’interno di Israele? La mia
domanda semiotica è: quali sono i mezzi che questi libri di testo usano per
rappresentare gli “altri”?Da quando Israele ha stretto amicizia con “l’altra
Germania” nel 1953, agli arabi è stato assegnato il ruolo di potenziali
sterminatori del popolo ebraico (Segev 2019).Un esame dei mezzi semiotici di
rappresentazione, come discorso, genere, modalità, impaginazione ed elementi
visivi, può rivelare gli interessi degli scrittori e gli scopi pedagogici dei
testi multimodali. Lo studio suggerisce che i libri di testo israeliani
utilizzano le strategie di genericizzazione (“gli arabi sono”, “l’arabo è”…) e
di aggregazione (riferendosi agli esseri umani con grandi numeri, statistiche e
quantità) per presentare gli “altri”, descriverli in un discorso razzista
attraverso stereotipi o classificarli in categorie. I libri di testo spingono
gli studenti a relazionarsi con la sofferenza degli altri in modalità agoraica
(Chuliaraki 2006), a rimanere il più possibile distaccati dai sofferenti e a
giudicare la loro vita e morte in termini di utilità da un punto di vista
“oggettivo”, spesso militare o politico, che non è sensibile alla sofferenza
delle vittime.
SAMIRA ALAYAM
Controllo del programma scolastico a Gerusalemme Est: la lotta tra le autorità
sui contenuti educativi.
Il sistema educativo per gli arabi palestinesi che vivono in Israele fornisce
informazioni sulle complesse realtà affrontate dai cittadini e dai residenti nel
conflitto in corso. Mentre il diritto fondamentale all’istruzione rimane, il
sistema soffre di problemi quali carenze di bilancio, discriminazione e
censura.Questa lezione esamina i libri di testo utilizzati dall’Autorità
Nazionale Palestinese in Israele e Palestina, concentrandosi sul loro contenuto
e sui cambiamenti che hanno subito nel corso degli anni. Un’analisi approfondita
dei libri di testo utilizzati in Cisgiordania e a Gerusalemme Est rivela gli
sforzi per costruire un’identità nazionale palestinese e preservare l’identità
collettiva del popolo palestinese, con i libri di testo scolastici che fungono
da mezzo cruciale per questo scopo. Questi libri di testo non solo descrivono
eventi storici, ma plasmano anche la memoria collettiva palestinese sia in
Israele che in Palestina.Sono stati esaminati i programmi di studio e i libri di
testo di storia pubblicati dall’Autorità Nazionale Palestinese dal 2000 a oggi,
e utilizzati anche a Gerusalemme Est per i residenti palestinesi. Mentre
l’Autorità Nazionale Palestinese è ufficialmente responsabile dei programmi di
studio a Gerusalemme Est, le autorità israeliane stanno agendo per ridurre al
minimo l’influenza di qualsiasi contenuto che abbia valore nazionale palestinese
impiegando la censura.Le autorità israeliane e palestinesi usano quindi i libri
scolastici come strumento di conflitto tra i rispettivi Ministeri
dell’Istruzione, per affermare narrazioni e influenzare la comprensione degli
studenti dei loro contesti nazionali e storici.
FEDERICA STAGNI
Le università israeliane e l’occupazione: dalla costruzione storica alla
sperimentazione tecnologica.
Questa presentazione esplora il ruolo complesso e controverso delle università
israeliane nella storia dell’occupazione palestinese, mettendo in luce come la
ricerca accademica sia stata impiegata a sostegno delle politiche territoriali e
di sicurezza dello Stato israeliano. Inizieremo esaminando le attività dei primi
cartografi ebrei agli inizi del Novecento: su incarico del movimento sionista,
questi studiosi esplorarono la toponomastica della Palestina per riappropriarsi
di una presunta continuità storica con la “terra promessa”, reinterpretando i
nomi dei luoghi biblici per rafforzare le rivendicazioni territoriali del
nascente progetto sionista. Negli anni successivi, figure politiche come David
Ben-Gurion commissionarono ricerche a studiosi come Ronni Gabai e altri,
finalizzate a costruire una narrazione secondo cui i palestinesi avrebbero
lasciato volontariamente le loro case nel 1948, mentre testimonianze storiche
suggeriscono che si trattò di un processo di espulsione forzata. Nel contesto
attuale, l’attenzione si sposta verso la ricerca e lo sviluppo tecnologico
promossi dalle università israeliane, in particolare nell’ambito della
sorveglianza avanzata e delle tecnologie di difesa. Questi sistemi, spesso
sperimentati direttamente nei territori palestinesi, contribuiscono a un
ulteriore consolidamento dei meccanismi di controllo e occupazione. Come
documentato dal libro *Laboratorio Palestina*, discuteremo di come queste
ricerche abbiano trasformato i territori palestinesi in luoghi di
sperimentazione tecnologica e militare, rafforzando le dinamiche di occupazione
e limitando la libertà della popolazione locale.