Acerbo (PRC): oggi Spagna, domani Italia. Cacciare Meloni per fermare riarmo
Le minacce di Trump alla Spagna rappresentano un inaccettabile attacco a un
paese democratico che ha dimostrato di saper tenere la schiena diritta. Il
governo spagnolo merita il plauso di tutti i popoli europei per aver detto no al
diktat di Trump, della NATO e della Commissione Europea. Al contrario dei finti
sovranisti come Meloni e Salvini genuflessi di fronte a Trump e Ursula von der
Bomben, l’unico governo in Europa a dire no al folle aumento delle spese
militari è quello con dentro comunisti e sinistra radicale.
Meloni per legittimarsi nella recita da statista ha accettato un riarmo che
costerà al popolo italiano enormi sacrifici. Il governo si è impegnato a portare
la spesa militare dal 1,57 al 3,5% in 10 anni, insomma a un aumento ulteriore di
circa 6-7 miliardi all’anno. Parliamo di 700 miliardi di euro nel decennio. La
spesa è già in aumento da anni.
Passeremo dagli attuali e già troppi 35 miliardi agli oltre 100 miliardi, cioè
triplicheremo la spesa militare. Dal vertice NATO arriva una dichiarazione di
guerra al resto del mondo da parte di un blocco occidentale che ha già di gran
lunga una potenza militare soverchiante. Ma si tratta anche di una dichiarazione
di guerra contro i popoli europei e quello italiano in particolare dato lo stato
dei nostri conti pubblici.
Siamo un paese con la spesa sanitaria al di sotto della media europea e Giorgia
Meloni non ha la dignità di dire no a Trump.
Questo governo va cacciato e gli impegni assunti a L’Aja vanno gettati nella
spazzatura. Questa dovrebbe essere la base di un fronte pacifista e di sinistra
che si ponga l’obiettivo di una vera alternativa al governo fascioleghista.
Noi comunisti, antifascisti e pacifisti riprendiamo lo slogan di Carlo Rosselli:
‘oggi in Spagna, domani in Italia’. Si può dire no al riarmo e alla guerra. NON
è un obbligo l’aumento delle spese militari.
Per salvare la democrazia e lo stato sociale l’Europa e l’Italia debbono dire
stop a un riarmo che è un regalo agli azionisti dell’industria bellica.
Innanzitutto il riarmo è un atto di sottomissione al complesso
militare-industriale degli Stati Uniti che beneficerà di enormi commesse ma non
va sottovalutata la mutazione genetica di un’Europa che fa proprio il keynesismo
militare.
Sarebbe anche ora di aprire la discussione sulla necessità di liberarsi della
NATO e fare la scelta della neutralità attiva che è quanto ci impone l’articolo
11 della Costituzione.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista –
Sinistra Europea
Maurizio Acerbo