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Negli ultimi due anni abbiamo avuto un record di espatri
Nel biennio 2023-24 gli espatri dei cittadini italiani hanno raggiunto valori mai osservati negli ultimi dieci anni. A dircelo sono i dati che l’ISTAT ha pubblicato in questi giorni. I trasferimenti di residenza tra Comuni italiani invece hanno interessato un milione 424mila individui in media annua, ma i trasferimenti dal Mezzogiorno al Centro-Nord nel biennio 2023-24 sono stati 241mila, quelli sulla rotta inversa 125mila, determinando una perdita di 116mila residenti nel Mezzogiorno. E quattro trasferimenti interni su cinque hanno riguardato cittadini italiani. Anche le immigrazioni negli ultimi due anni sono aumentate sensibilmente: in media 437mila l’anno (440mila nel 2023 e 435mila nel 2024), mediamente il 6,4% in più rispetto al 2022 quando ammontarono a 411mila. Tale crescita si deve esclusivamente all’aumento dell’immigrazione straniera (+13% nel biennio rispetto al 2022), mentre le immigrazioni dei cittadini italiani (rimpatri) risultano in calo (-23,6%). “Il consistente aumento dei flussi di immigrazione straniera degli ultimi anni, sottolinea l’ISTAT, è anche il risultato di crisi e conflitti internazionali che hanno condizionato gli equilibri geopolitici provocando crisi umanitarie su larga scala. È il caso dell’eccezionale incremento dei flussi dall’Ucraina causato del conflitto in corso dal 2022, che l’ha resa il principale Paese di provenienza. Rientrano nel novero anche altre situazioni di conflitto e instabilità, specialmente in Medio Oriente e in Africa, che hanno contribuito a intensificare il numero di rifugiati e richiedenti asilo e ad aumentare la pressione migratoria”. Le emigrazioni si attestano invece mediamente a 175mila l’anno nel corso del biennio 2023-2024 (158mila nel 2023 e 191mila nel 2024), registrando un aumento del 16,3% rispetto al 2022, quando ammontarono a 150mila. L’aumento delle emigrazioni è trainato esclusivamente dai flussi in uscita dei cittadini italiani (espatri) che ammontano a 114mila nel 2023 e 156mila nel 2024 (contro 99mila espatri nel 2022). Al contrario, le emigrazioni dei cittadini stranieri rimangono stabili e contenute e si attestano a poco meno di 40mila l’anno nel biennio considerato. In riferimento ai movimenti interni, il Nord continua a essere l’area del Paese più attrattiva e dinamica, con un numero di arrivi dalle altre aree geografiche che supera quello delle partenze: nel biennio 2023-24 il tasso migratorio interno medio annuo è stato pari a +2,0 per mille residenti nel Nord-est e a +1,8 per mille nel Nord-ovest. Il Centro, pur registrando un tasso positivo (+0,5 per mille), è risultato meno attrattivo del Nord. A livello regionale, il tasso migratorio interno più elevato si è registrato in Emilia-Romagna (+2,9 per mille), a livello provinciale a Pavia (+10,9 per mille). Al contrario, il Sud continua a registrare una dinamica migratoria interna negativa, con partenze verso le altre aree del Paese non compensate da altrettanti arrivi. I tassi medi annui, nel biennio 2023-24, sono stati negativi e pari a -3,2 per mille nel Sud e -2,4 per mille nelle Isole. I tassi più bassi si sono registrati in Basilicata (-5,6 per mille) e in Calabria (-5,0 per mille), mentre a livello provinciale il tasso più basso si è rilevato a Vibo Valentia (-12,7 per mille). In particolare, i movimenti interni dal Mezzogiorno al Centro-Nord sono stati nel complesso 241mila nel biennio considerato (121mila in media annua), mentre i trasferimenti di residenza che hanno riguardato la traiettoria opposta sono stati invece pari a 125mila (63mila unità all’anno in media). Il Mezzogiorno continua quindi a perdere residenti a vantaggio del Centro-Nord, registrando nel biennio 2023-24 un saldo migratorio interno complessivo di ben -116mila unità. Dei movimenti del Mezzogiorno che hanno come destinazione il Centro-Nord, quasi tre su 10 confluiscono in Lombardia, che rimane meta preferita dei flussi in partenza da molte regioni meridionali, con l’eccezione delle regioni Abruzzo e Molise, dove oltre il 25% delle emigrazioni interne ha come destinazione il Lazio. Il 28,5% dei movimenti verso il Centro-Nord origina dalla Campania, il 24,1% proviene dalla Sicilia e il 18,0% dalla Puglia. In termini relativi, la Calabria registra il tasso di emigratorietà più alto: quasi nove individui per mille residenti in questa regione si sono diretti verso il Centro-Nord, nel biennio considerato. Seguono Basilicata e Molise, con tassi di emigratorietà pari a 7,8 e 7,3 per mille, rispettivamente. A livello provinciale, il tasso di emigratorietà più elevato si registra a Crotone, da cui partono verso il Centro-Nord in media quasi 11 individui per mille residenti. Viceversa, le regioni del Centro-Nord con il tasso di immigratorietà più elevato sono l’Emilia-Romagna, con oltre 4 movimenti in entrata dal Mezzogiorno per ogni mille residenti, la Lombardia e il Lazio, entrambe con un tasso pari al 3,3 per mille. Qui il Report completo: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/06/Report-MIGRAZIONI-INTERNE-E-INTERNAZIONALI-DELLA-POPOLAZIONE-RESIDENTE-ANNI-2023-2024-1.pdf. Qui il Report completo: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/06/Report-MIGRAZIONI-INTERNE-E-INTERNAZIONALI-DELLA-POPOLAZIONE-RESIDENTE-ANNI-2023-2024-1.pdf Giovanni Caprio