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Pulizia etnica a Gerusalemme: 100.000 nuove unità coloniali a Gerusalemme
Gerusalemme/al-Quds. Il sindaco di Gerusalemme, Moshe Lion, ha annunciato l’intenzione di supervisionare la costruzione di almeno 100.000 nuove unità abitative a Gerusalemme, 70.000 delle quali faranno parte di progetti di riqualificazione urbana. L’espansione verticale degli insediamenti coloniali evidenzia non solo un cambiamento nella strategia architettonica, ma anche un approfondimento degli sforzi a lungo termine di Israele per consolidare il controllo su Gerusalemme Est, un’azione che rimane illegale secondo il diritto internazionale e ampiamente condannata dalla comunità internazionale.
623 case e strutture di Gerusalemme demolite da Israele in oltre due mesi
Gerusalemme/al-Quds-PIC. L’autorità di occupazione israeliana (IOA) ha demolito un totale di 623 case e strutture palestinesi a Gerusalemme dal 7 ottobre 2023, secondo l’ufficio del governatore di Gerusalemme. “L’elenco delle demolizioni includeva case – alcune abitate da decenni e altre in costruzione – nonché strutture commerciali ed economiche che fornivano sostentamento a decine di famiglie di Gerusalemme”, ha dichiarato l’ufficio del governatore in una nota di mercoledì. “I bulldozer israeliani, pesantemente sorvegliati dalle forze armate, hanno demolito oggi una casa nella città di Hizma, nel nord-est della città, nell’ambito di una campagna sistematica contro la presenza palestinese nella Gerusalemme occupata”, ha aggiunto l’ufficio del governatore. L’ufficio ha accusato l’IOA di aver costretto i cittadini di Gerusalemme a demolire le proprie case sotto la minaccia di multe salate o di carcere, descrivendo tale politica israeliana come una “pratica razzista sistematica volta a coinvolgere le vittime nel suo crimine e a esaurirle mentalmente e finanziariamente, con l’obiettivo finale di cacciarle dalla città santa”. “Le famiglie colpite da queste demolizioni hanno pagato multe ingenti per molti anni, importi che, in alcuni casi, hanno superato il costo iniziale di costruzione. Ciononostante, l’autorità di occupazione continua a negare loro i permessi di costruzione o a imporre condizioni proibitive, rendendo quasi impossibile per i palestinesi ottenere l’autorizzazione legale per costruire”, ha spiegato l’ufficio. “Il tasso di approvazione delle richieste di licenza edilizia rimane inferiore al due percento, poiché ai palestinesi è consentito costruire solo su non più del 13 percento della superficie totale della città occupata di Gerusalemme Est”, ha aggiunto.
La polizia israeliana chiude nuovamente la moschea di al-Aqsa dopo l’incursione notturna
Gerusalemme – PIC. La polizia di occupazione israeliana ha chiuso nuovamente la moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme, domenica mattina, pochi giorni dopo averla riaperta ai fedeli musulmani. Mercoledì sera scorso, la polizia israeliana ha riaperto parzialmente i cancelli della moschea di al-Aqsa dopo quasi sei giorni di chiusura totale. Secondo il Dipartimento per i beni religiosi islamici nella città santa, domenica mattina le forze israeliane hanno ripristinato la chiusura completa della moschea di al-Aqsa, impedendo l’ingresso ai fedeli, fatta eccezione per le guardie della moschea e il personale del Dipartimento. La chiusura è avvenuta in seguito a una incursione notturna della polizia israeliana, durante la quale sono state prese d’assalto le sale di preghiera, saccheggiati gli spazi sacri e allontanato i fedeli con la forza. Sono state inoltre arrestate quattro guardie della moschea, mentre altre sono state interrogate sul posto. Mentre il regime di occupazione israeliano lanciava la sua guerra contro l’Iran, le sue forze hanno chiuso i cancelli della moschea di al-Aqsa – la prima Qibla dell’Islam – vietando la preghiera del venerdì il 13 giugno 2025, e mantenendola completamente chiusa da allora. Traduzione per InfoPal di F.L.