Verso la ‘Rete dello Stretto Sostenibile’: nascono le prime comunità di patrimonio
Messina, la “comunità di patrimonio” è un concetto chiave previsto dalla
Convenzione di Faro, uno strumento giuridico quadro del Consiglio d’Europa sul
valore d’uso del patrimonio culturale per la società, firmata nella località
portoghese nel 2005 e ratificata in Italia nel 2020.
La Convenzione di Faro all’art. 2, lettera b, recita quanto segue: “Comunità di
patrimonio indica un insieme di persone che attribuiscono valore a determinati
aspetti del patrimonio culturale e che desiderano sostenerli, preservarli e
trasmetterli alle generazioni future nell’ambito di un progetto pubblico”. Si
tratta di un’idea che sposta il focus dal bene culturale in sé alle persone che
lo vivono, lo riconoscono come significativo e se ne prendono cura.
La comunità di patrimonio, dunque, è costituita da persone (non necessariamente
enti istituzionali) che si riconoscono in uno o più elementi del patrimonio
culturale ed ha una relazione attiva con quel patrimonio: lo valorizza come uso
dal basso, ne diffonde la conoscenza, ne trasmette la memoria alle generazioni
future, agisce in modo partecipativo e spesso dal basso (bottom-up) promuovendo
la democratizzazione della cultura ed è partecipe di un progetto collettivo
orientato al bene comune.
La prima comunità di patrimonio dello Stretto nasce a Reggio nel settembre 2022
ed è formata da un gruppo di cittadini volontari che dal marzo 2021 si sono
riconosciuti nella cura ambientale e culturale della scalinata monumentale di
via Giudecca e delle aree limitrofe e che si sono costituiti in Associazione APS
“Scalinata monumentale di via Giudecca”. La comunità si occupa della
manutenzione e pulizia mensile della scalinata e del verde lungo via Giudecca,
di educazione ambientale, coinvolgendo scuole e studenti, della valorizzazione
del territorio attraverso eventi culturali, passeggiate e laboratori e di
celebrazioni stagionali e iniziative speciali per tutta la cittadinanza.
Sulla sponda messinese la prima comunità di Patrimonio a nascere è “Paesaggio
Oltre Forte”, un’iniziativa territoriale nata nell’ambito del progetto nazionale
Minore. Un ‘Faro’ sul patrimonio culturale, promosso da Italia Nostra. La
comunità è stata ufficialmente presentata alla cittadinanza l’8 giugno ed ha
come obiettivo la valorizzazione del Forte San Jachiddu e del parco circostante
coinvolgendo diverse realtà locali: Italia Nostra Messina, Associazione Parco
Ecologico San Jachiddu, Cooperativa Lunaria, il Cantiere dell’Incanto ,
Legambiente Messina e la Libreria Colapesce. Lo scopo è quello di trasformare un
luogo che nasce per scopi bellici in un Osservatorio sul Paesaggio e in un luogo
di pace, condivisione e diffusione di buone pratiche. Le attività comprendono:
la creazione di una biblioteca sul Paesaggio, eventi pubblici e comunitari,
visite guidate, laboratori e mostre, coinvolgimento attivo delle scuole,
laboratori di lettura per adulti e bambini. La comunità entra anche nella rete
dei forti dello stretto promossa dal centro studi MedFort.
Grazie ad un dialogo molto intenso e proficuo e alle diverse assemblee tenutesi
tra le due sponde, solo dopo qualche mese compaiono sulla Piattaforma Ufficiale
Faro Platform anche le comunità di Patrimonio “Di qua del faro” e “gli Amici di
Mortelle” con lo scopo di valorizzare il paesaggio della Zona nord e il
patrimonio razionalista dell’Architettura Balneare di Mortelle.
La Comunità di Patrimonio “Di qua dal Faro” prende il nome da un libro di
Vincenzo Consolo e nasce dall’Associazione “Messina. La città dello Stretto”,
espressione dell’impegno civico profuso in questi anni dal Comitato popolare No
Ponte Capo Peloro, in difesa dei beni ambientali e culturali dell’area dello
Stretto e viene ufficialmente presentata alla cittadinanza il 14 giugno. La
Comunità si riconosce nella tutela e valorizzazione del carattere “marinaro”
delle aree urbane costiere, dal litorale tirrenico a quello ionico, da Capo
Peloro al porto falcato di San Raineri. Vuole far riscoprire il waterfront
storico e la stretta relazione che da millenni lega lo sviluppo urbano con le
necessità marittime: il traghettamento, i collegamenti mediterranei, le attività
di pesca. Per far questo, la Comunità intende rendere evidenti i segni ancora
esistenti di questa stretta connessione tra la Città ed il suo Stretto: sia i
beni monumentali, sia quelli immateriali. . La Comunità ha avviato una serie di
passeggiate “alla scoperta degli antichi approdi di Messina”, in sinergia con le
scuole, con le altre associazioni, Comunità di Patrimonio e con gli enti locali.
A tale scopo La Comunità di Patrimonio “Gli amici di Mortelle” nasce
dall’omonima associazione di cittadini residenti in questa località di
balneazione, posta nella periferia di Messina, lungo il litorale tirrenico che
si sviluppa a partire da Capo Peloro. Essa intende proteggere e far conoscere i
valori ambientali e culturali del sito di Mortelle, promuovendo la
consapevolezza degli abitanti e dei numerosi fruitori estivi riguardo le
peculiarità di questo territorio e la sua relazione con la geografia e la storia
dello Stretto.
Questa forza centrifuga non si arresta ed anche grazie al supporto
dell’Associazione dei Territorialisti, che da anni lavora in questa direzione,
coinvolge sempre più realtà e La Rete dello stretto sostenibile viene
ufficialmente presentata all’Università di Reggio Calabria il 15 aprile 2025. Le
reti , sempre secondo la Convenzione di Faro, sono forme di coordinamento fra
più comunità di patrimonio e in questo caso gli obiettivi comuni sono quelli
di: valorizzare l’uso e salvaguardare il patrimonio culturale, naturale e
paesaggistico dello Stretto; promuovere la partecipazione attiva e la tutela
democratica del territorio secondo la Convenzione di Faro; favorire la fruizione
sostenibile dello Stretto attraverso la collaborazione tra associazioni e
comuni.
Al momento vi aderiscono informalmente oltre 60 soggetti, tra associazioni, enti
e gruppi, attivi in settori quali turismo sostenibile, agricoltura ecologica,
mobilità dolce, energie rinnovabili e recupero dei borghi con lo scopo di
lavorare sinergicamente e trasformarsi presto in comunità di patrimonio: giorno
30 giugno a Torre Faro si terrà un’assemblea pubblica per chiunque volesse
aderire al progetto.
Gli obiettivi futuri della rete oltre all’attivazione di nuove comunità di
patrimonio per creare una mappa di nodi sempre più fitta prevedono:
-attivazione di gruppi di lavoro tecnico (UNESCO, parco nazionale, turismo
sostenibile)
-eventi locali e laboratori partecipativi
-coordinamento tra le sponde per progetti integrati su ecologia, cultura e
sviluppo
Si tratta di un modello innovativo di governance territoriale, dove la tutela
del patrimonio nasce dal basso. Mette insieme competenze e identità diverse
(agricoltura, ambiente, cultura, turismo) in un progetto unitario e sostenibile.
Si pone come avanguardia civica per il futuro del territorio dello Stretto:
dallo sviluppo economico responsabile al rafforzamento della coesione sociale e
culturale. Questo processo in atto rende evidente un patrimonio culturale vivace
ed una comunità attenta alle esigenze del proprio territorio di cui desidera
prendersene cura, un Sud che sa autodeterminarsi e ci dimostra una narrazione
completamente differente rispetto a quella che asseconda la logica coloniale
delle grandi opere.
Redazione Sicilia