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Quando il pane diventa morte: le donne di Gaza perdono i loro cari nei punti di distribuzione degli aiuti
Gaza-Euro-Med Monitor. Ola al-Asi. Nella Striscia di Gaza, le donne vivono nell’ansia quotidiana per i mariti che si recano ai centri di distribuzione degli aiuti sperando di portare un po’ di cibo ai figli affamati. Ma per molti, quel pane significa morte. Uno di questi uomini è Ramez Jundiyya, padre di cinque figli, ucciso da colpi sparati dall’esercito israeliano mentre cercava di raggiungere il centro di distribuzione gestito dagli Stati Uniti nel centro di Gaza. Il suo corpo è stato ritrovato sotto un ponte, sfigurato da un proiettile esplosivo. Questi centri, attivi da mesi, non hanno risolto la fame: al contrario, secondo diverse testimonianze, sono diventati “trappole di morte”. L’esercito israeliano spesso apre il fuoco sui civili affamati che si avvicinano ai camion degli aiuti. Solo nel giorno della morte di Jundiyya, 66 persone sono state uccise nei pressi dei punti di distribuzione. Dallo scorso maggio, con l’introduzione dell’iniziativa “Humanitarian Gaza Foundation” supportata dagli Stati Uniti, oltre 1.500 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano aiuti umanitari. Secondo osservatori e ONG, questi centri non alleviano la crisi, ma la gestiscono politicamente, permettendo il protrarsi della carestia e coprendo le responsabilità dell’occupazione israeliana. Per la versione completa dell’articolo: qui. InfoPal
Gaza, Ministero della Salute: “Israele impedisce accesso e arrivo di carburante per ospedali. “Aiuti umanitari” sono trappole di morte”
Di seguito riportiamo l’urgente comunicato stampa del Ministero della Salute Palestinese di Gaza: • L’occupazione israeliana continua a impedire alle organizzazioni internazionali e delle Nazioni Unite l’accesso ai depositi di carburante destinati agli ospedali, con il pretesto che si trovano in zone rosse (pericolose). • L’ostruzione dell’arrivo delle forniture di carburante mette a rischio il funzionamento degli ospedali, che dipendono dai generatori elettrici per alimentare i reparti vitali (come terapie intensive, sale operatorie e pronto soccorso). • Le scorte di carburante attualmente disponibili negli ospedali basteranno solo per 3 giorni. Appello urgente ai nostri fratelli resistenti a Gaza: O figli del nostro fiero popolo, voi che avete dimostrato in ogni prova che la dignità vale più della vita… Vi supplichiamo, con amore e dolore: non andate verso le trappole di morte che chiamano falsamente “aiuti umanitari”. L’occupazione non tende la mano per misericordia, ma per tradimento… Ogni sacco di farina è diventato una trappola, ogni scatola di cibo un’esca letale. Gli ospedali sono saturi di feriti, e i loro corridoi risuonano delle voci dei martiri. Non c’è spazio per nuove vittime… Sì, conosciamo il dolore della fame, comprendiamo l’angoscia del bisogno… Ma l’occupazione non vuole nutrirvi, vuole colpirvi. Cerca di umiliarvi e uccidervi, non di salvarvi. Non lasciate che la fame vi conduca verso un destino tragico. Non date al nemico un’altra occasione per commettere un crimine alla luce del giorno. La vittoria arriva con la pazienza, e la vostra dignità e le vostre vite valgono più di un pane intriso di sangue. O Dio, proteggi il nostro popolo a Gaza e allontana da loro le trame degli oppressori e l’ingiustizia degli aggressori. Ministero della Salute 18 giugno 2025 Redazione Italia