PALESTINA: ANCHE IN ITALIA LA CAMPAGNA PER L’EMBARGO MILITARE CONTRO ISRAELE. 20 GIUGNO SCIOPERO GENERALE CONTRO GUERRA E RIARMO
La lotta per fermare il flusso di armamenti verso Israele sta assumendo una
nuova dimensione in Italia, grazie alla campagna “Mask off Maersk”.
Lanciata su scala internazionale da diverse organizzazioni palestinesi, tra cui
il Palestinian Youth Movement (PYM), la campagna chiede l’immediato blocco delle
spedizioni di armi, come i caccia F-35, destinate a Israele. Questo appello è
stato rilanciato anche in Italia dai Giovani Palestinesi, in collaborazione con
cinque sindacati di base (ADL Cobas, SCUB, Sicobas, SGB, USB), che da tempo
lottano contro la complicità occidentale nei crimini commessi contro il popolo
palestinese.
La campagna contro l’invio degli F-35 e altre armi verso Israele non è solo una
battaglia contro l’industria militare, ma anche una lotta per denunciare la
complicità del governo italiano. L’Italia è il terzo paese esportatore di
armamenti verso Israele, dopo Stati Uniti e Germania, e la Leonardo S.p.A. è una
delle aziende chiave nella produzione degli F-35, che vengono utilizzati nei
bombardamenti e nelle operazioni militari in Palestina.
Uno degli appuntamenti cruciali di questa campagna è lo sciopero generale del 20
giugno, che vedrà i sindacati di base scendere in piazza per protestare contro
il genocidio e la guerra e chiedere un cambiamento radicale nelle politiche
economiche e militari del governo italiano.
Se ne parla ai microfoni di Radio Onda d’Urto con Youssef di Giovani Palestinesi
d’Italia e Josè Nivoi, del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova e
di Usb – Unione Sindacale di Base. Ascolta o scarica
________
Di seguito la dichiarazione della campagna #MaskOffMaersk:
“Fermare le spedizioni di F-35 a Israele – Porre fine alla complicità di Maersk
nel Genocidio – Porre fine all’impunità per Leonardo S.p.A
16 Giugno 2025
Noi, rappresentanti dei movimenti e organizzazioni sottoscritte, siamo uniti
nell’opposizione ai continui trasferimenti illegali di forniture militari a
Israele, che consentono il genocidio in corso contro 2,3 milioni di palestinesi
a Gaza, ai brutali attacchi e alla pulizia etnica nella Cisgiordania occupata e
al regime di apartheid coloniale contro i palestinesi.
Chiediamo urgente azione di mobilitazione contro le correnti spedizioni di
equipaggiamento per la catena di approvvigionamento degli F-35 e di altro
materiale militare (inclusi prodotti a duplice uso civile/militare) trasportato
dalle navi della compagnia Maersk dallo stabilimento n.4 dell’aeronautica
militare statunitense, gestito da Lockheed Martin, a Fort Worth in Texas, alla
base aerea di Nevatim. Questa base ospita la flotta dell’aeronautica militare
israeliana che sta conducendo una campagna genocida contro il popolo palestinese
a Gaza e contro altre popolazioni nella regione araba. La prima struttura è
l’appaltatore principale del consorzio internazionale che produce i jet F-35; la
seconda è specializzata nella produzione, manutenzione e riparazione degli F-35
israeliani lungo tutta la catena della logistica.
Sappiamo che l’Italia ha un ruolo centrale nella produzione degli F-35: dal 2019
la compagnia Leonardo S.p.a. ha effettuato 165 spedizioni di componenti di
questi velivoli dall’Italia alla Lockheed Martin Aeronautics – tutte trasportate
dalla Maersk. È sempre in Italia, nello specifico a Cameri, dove avviene la fase
finale di assemblamento degli F-35.
Invitiamo tutti i movimenti, le organizzazioni, i singoli individui e i
lavoratori a:
– fare pressione su Maersk affinché interrompa immediatamente tutti i trasporti
di carichi militari diretti al Ministero della Difesa israeliano e di altri
carichi che possano contribuire o favorire i crimini di guerra e il genocidio
israeliani;.
– mobilitarsi contro la produzione, commercializzazione e trasporto di F-35 e
altre componenti militari della società Leonardo;.
– mobilitarsi e organizzarsi affinché la catena di approvvigionamento degli F-35
si interrompa, a cominciare dall’Italia: non possiamo più accettare che le
istituzioni italiane, locali e nazionali, siano direttamente complici nel
genocidio;.
– esercitare pressioni sulle autorità interessate affinché neghino a Maersk
Detroit e Nexoe Maersk l’ingresso nei porti del Mediterraneo e interrompano ogni
partecipazione al trasbordo di carichi militari destinati all’esercito
israeliano, come già accaduto in Francia e in Marocco. Facilitare queste
spedizioni rende qualunque Stato vi partecipi complice di un genocidio, violando
la chiara volontà dei popoli, che rifiutano a larga maggioranza la
normalizzazione e il crescente consenso internazionale contro i trasferimenti di
armi a Israele;.
– attuare mobilitazioni popolari nei porti di transito della Maersk Detroit e
della Nexoe Maersk;.
– fare pressione su governi, autorità portuali e aziende della logistica
affinché blocchino il flusso di armi verso Israele e interrompano qualsiasi
complicità nel trasferimento di carichi militari e di altro tipo che favoriscano
o facilitino gli atroci crimini israeliani.
Ci uniamo alla stragrande maggioranza dei sindacati palestinesi che hanno
invitato i lavoratori di tutto il mondo ad agire per intensificare le campagne
#BlocktheBoat e #MaskOffMaersk e fermare le spedizioni illegali che consentono i
crimini atroci israeliani. Facciamo inoltre eco alla Federazione Generale
Palestinese dei Sindacati di Gaza, che ha chiamato i lavoratori di tutto il
mondo ad agire per fermare il flusso di armi verso Israele.
Invitiamo i sindacati a essere solidali con il popolo palestinese e a proteggere
i lavoratori nei porti, sulle navi, nelle aziende e negli uffici governativi dal
coinvolgimento in trasferimenti criminali, il più delle volte a loro insaputa
e/o senza il loro consenso.
Esortiamo i sindacati, i lavoratori portuali e le organizzazioni della società
civile a organizzarsi contro la vergognosa normalizzazione e complicità dei loro
governi.
Questo è il momento di resistere agli attacchi di Stati Uniti e Israele alla
lotta palestinese. Dobbiamo intensificare le azioni e chiarire che il popolo
rifiuta la normalizzazione e la complicità nel genocidio come un tradimento
della lotta di liberazione palestinese.
Il popolo sta con Gaza! Embargo sulle armi ora!”