Liberi gli ultimi tre volontari della Madleen
Tutti i volontari della Madleen sono usciti di prigione e stanno tornando a casa
dopo la loro detenzione illegale da parte di Israele. Vi invitiamo a continuare
a mobilitarvi!
La Freedom Flotilla Coalition conferma che tutti i difensori dei diritti umani e
i giornalisti internazionali che si trovavano a bordo della nave di aiuti civili
Madleen stanno tornando a casa. I dodici sono stati rapiti e detenuti con la
forza dall’esercito israeliano mentre cercavano di rompere l’assedio illegale e
disumano di Israele su Gaza e di portare aiuti umanitari alla popolazione
assediata.
Gli ultimi tre volontari della Freedom Flotilla Marco van Rennes, Pascal
Maurieras e Yanis Mhamdi sono stati rilasciati la mattina del 16 giugno dalla
detenzione israeliana e hanno iniziato il loro ritorno in patria attraverso il
confine giordano. Le rispettive ambasciate faciliteranno il loro rientro dalla
Giordania. Ringraziamo Adalah, il Centro legale per i diritti delle minoranze
arabe in Israele, per aver rappresentato con forza e professionalità questi
detenuti e invitiamo i nostri sostenitori in tutto il mondo a unirsi a noi per
donare fondi a sostegno del loro importante lavoro.
Questa missione si è svolta mentre i palestinesi di Gaza affrontavano la più
devastante campagna di pulizia etnica e genocidio della storia recente. Il
blocco israeliano di Gaza, che dura da quasi due decenni, è stato ripetutamente
giudicato una violazione del diritto internazionale, anche nel rapporto della
Missione d’inchiesta delle Nazioni Unite del 2009 e in numerose analisi
giuridiche successive. Nel 2024, la Corte Internazionale di Giustizia ha
ritenuto plausibile che Israele stesse commettendo un genocidio a Gaza e ha
emanato misure provvisorie vincolanti per impedire tali atti. Nonostante ciò, il
blocco letale di Israele continua con il pieno appoggio di Stati Uniti, Unione
Europea e altri governi complici.
La missione Madleen fa parte di uno sforzo della società civile durato 17 anni
per affrontare, sfidare e rompere il blocco illegale di Gaza da parte di
Israele. Sulla base dei precedenti, sapevamo che i rischi – tra cui attacchi,
lesioni e persino la morte – erano elevati, ma crediamo che il costo
dell’inazione sia più alto. Il nostro obiettivo è rompere l’assedio, non
simbolicamente, ma materialmente e politicamente, il che richiede la
mobilitazione non solo della società civile ma anche dei governi. In questo
senso, questa missione è riuscita a riaccendere la consapevolezza, la speranza e
l’immaginazione globale attraverso il potere della solidarietà tra le persone e
dell’azione diretta. Non ci fermeremo e invitiamo il mondo a unirsi a noi.
La nostra missione ha cercato di superare l’affanno dei media e di ricordare al
mondo che Gaza rimane sotto un blocco illegale. Il silenzio internazionale non è
neutralità, è complicità. I palestinesi hanno il diritto di vivere in dignità,
libertà e giustizia e di ricevere aiuti, tutto ciò di cui hanno bisogno, senza
il controllo della potenza occupante illegale.
Siamo grati per la solidarietà della gente con la nostra missione, con i nostri
volontari e, soprattutto, con il popolo palestinese di Gaza, affamato e
assediato. Vi chiediamo di continuare a mobilitarvi, di tenere d’occhio gli
annunci della nostra prossima azione contro il blocco e di far volare la vostra
solidarietà.
Continueremo a navigare finché il blocco non sarà rotto, il genocidio non avrà
fine e la Palestina sarà libera, dal fiume al mare.
Freedom Flotilla Coalition
Pressenza IPA