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PALESTINA: UN’ALTRA STRAGE CONTRO I CIVILI IN CODA PER LA FARINA. 60 MORTI E 250 FERITI VICINO KHAN YOUNIS
Con gli occhi – sempre più sbarrati del mondo – rivolti all’Iran, Israele ne approfitta per accelerare le politiche genocidiarie in corso da oltre un anno e mezzo contro la Palestina. All’alba almeno 60 palestinesi (ma il bilancio è parziale) sono stati uccisi e centinaia feriti dal fuoco israeliano mentre erano radunati vicino a uno dei cosiddetti Centri militarizzati di distribuzione di aiuti, quelli della “Gaza Humanitarian Foundation”, a Khan Younis, Striscia di Gaza. 250 i feriti. Oltre agli spari dei soldati, sui civili in cosa per un po’ di farina sono intervenuti i carri armati e, dal cielo, i droni. Un attacco analogo anche nella zona di al-Akwa, a ovest di Rafah, oltre a raid su case civili tra Gaza City e il nord devastato, tra Jabalia e Beit Lahia. L’aggiornamento, da Gaza, dell’agenzia di stampa palestinese Wafa, con sede a Ramallah, tradotto da Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica C’è poi la Cisgiordania Occupata: un rapporto di Amnesty International denuncia che, dal 21 gennaio a oggi, Israele ha portato avanti la più devastante operazione militare dai tempi della seconda Intifada. Almeno 80 palestinesi uccisi, di cui 14 minorenni soprattutto tra Jenin e Tulkarem, oltre a sgomberi di massa, distruzione di centinaia di alloggi e infrastrutture vitali per “impedire il ritorno delle persone residenti”. Lato solidale. La carovana della fermezza “al Soumoud”, partita il 9 giugno da Tunisi nel tentativo di raggiungere via terra il valico di Rafah per portare solidarietà alla popolazione di Gaza, ha deciso di fare marcia dopo il rifiuto opposto dalle autorità della Cirenaica a consentirne il passaggio verso l’Egitto. Il convoglio, composto da 2mila attivisti e 300 veicoli, aveva abbandonato domenica Sirte, dove era rimasto bloccato per tre giorni, per retrocedere a Misurata. Gli organizzatori hanno qui deliberato il rientro verso la Tunisia, chiedendo nel contempo la liberazione dei 15 attivisti – undici libici, due tunisini e due algerini – arrestati dalle milizie di Haftar a Sirte. Per questo una delegazione di 40 persone rimarrà a Misurata fino al rilascio totale Dall’Italia: a Roma oggi, martedì 17 giugno, ore 18, corteo da Valle Giulia con la Rete Antisionista della Capitale. Obiettivo: arrivare alla non troppo distante Ambasciata isrealiana, per ribadire la necessità di “stoppare ogni accordo e complicità italiana con Tel Aviv”.