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USA: TRUMP ALL’ONU TAGLIA CORTO SULLA PALESTINA, “RICONOSCERLA È UNA RICOMPENSA PER I TERRORISTI”
Discorso fiume del presidente USA Donald Trump all’80esima sessione dell’ONU a New York, che si è aperta oggi. Un’ora di discorso, quando il protocollo prevede interventi della durata di 15 minuti. Trump contro tutti, in primis contro le stesse Nazioni Unite e particolarmente concentrato sulle questioni di politica interna statunitense, glorificando il lavoro della sua amministrazione. Il Presidente ha dedicato poco tempo alle guerre in Ucraina e in Palestina. Nel primo caso ha ricordato che se fosse per lui la guerra non sarebbe mai iniziata. Nel secondo caso Trump ha ribadito nuovamente il pieno sostegno ad Israele sostenendo che “la creazione di uno Stato di Palestina sarebbe una ricompensa per i terroristi”, ricordando anche le sue richieste specifiche: “la liberazione di tutti gli ostaggi contemporaneamente”, cadaveri compresi, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa per fermare il genocidio. Il tutto mentre, sempre all’Onu, altri 11 Stati – con la Francia capofila – hanno annunciato formalmente il riconoscimento dello Stato di Palestina, come già fatto da più di tre quarti degli Stati del mondo. Un uso strumentale dell’assemblea delle Nazioni Unite quello di Trump, che ha sparato a zero, tra l’altro, contro le energie rinnovabili, i migranti, Biden, i gruppi Antifa, la NATO. L’80esima sessione dell’assemblea delle Nazioni Unite verdrà alternarsi tutti i capi di stato e le varie delegazioni: domani sarà il turno di Meloni e Zelensky, venerdì quello di Netanyahu. Al termine del discorso di Trump, abbiamo contattato a New York la giornalista Marina Catucci che sta seguendo per conto di diverse testate la Settimana ad Alto Livello dell’80esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ascolta o scarica
USA: 2MILA MANIFESTAZIONI E MILIONI DI PERSONE IN PIAZZA PER IL “NO KINGS DAY” CONTRO LE POLITICHE DI TRUMP
Trump annuncia una mano ancora più dura contro i migranti. “Dobbiamo ampliare gli sforzi per detenere e deportare i migranti A Los Angeles, Chicago e New York, dove vivono milioni di immigranti senza documenti”, ha detto, mentre per le strade di Los Angeles restano migliaia di caschi della Guardia Nazionale e 700 Marines, che hanno effettuato il primo arresto nei confronti di un civile statunitense. Contro le deportazioni dell’amministrazione Trump e le sue politiche guerrafondaie, si sono svolte lo scorso sabato 14 giugno migliaia di manifestazioni convocate dal movimento “No Kings day”. Milioni le persone in strada in tutto il Paese, mentre Donald Trump, nel giorno del suo compleanno, si trovava a Washington per festeggiare i 250 anni dell’esercito. Di repressione globale dei migranti si parla anche al G7 al via oggi a Kananaskis, in Alberta, Canada. La sessione sui migranti sarà affidata all’italiana Meloni. Al centro del vertice, oltre alle guerre, ci sono soprattutto i dazi. “Evitare il protezionismo” è il monito della Commissione Europea, pronta ad accettare un dazio fisso del 10% sugli scambi commerciali con gli Usa, a patto che “l’accordo sia definito con criteri chiari e condivisi” L’obiettivo è evitare tariffe più elevate su automobili, farmaceutica ed elettronica. Abbiamo anche fatto il punto sulla posizione del governo statunitense in seguito all’escalation dei conflitti in Medio Oriente, nell’intervista con Marina Catucci, giornalista e corrispondente da New York per Il Manifesto. Ascolta o scarica