Il suprematismo cristiano e quello sionista
A volte, puntando il dito sugli ebrei, addirittura chiedendo a Liliana Segre di
puntualizzare la sua condanna del governo israeliano e la sua sofferenza, ci
scordiamo di quasi duemila anni (almeno a partire dalla persecuzione cristiana
contro i pagani, come accadde alla filosofa Ipazia di Alessandria, fatta a pezzi
da zelanti cristiani) di suprematismo cristiano, razzista, guerrafondaio e
colonialista.
Gli ebrei sionisti hanno imparato dai cristiani europei il colonialismo, il
militarismo, il fascismo e il razzismo.
Senza l’appoggio di leaders statunitensi ed europei, che rivendicano le radici
cristiane della nostra “civiltà”, il genocidio del popolo Palestinese sarebbe
semplicemente impossibile.
Quando nel 1948 il Consiglio di Sicurezza dell’ ONU decise, con il voto
determinante dell’ Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ahimè, di
creare in Palestina una entità sionista, uno Stato ebraico, i cristiani europei
avevano colonie in gran parte dell’Africa e in Asia e ci starebbero ancora se
non ci fosse stato il sacrificio di decine e decine di migliaia di militanti dei
vari movimenti di liberazione nazionale.
Prima di parlare degli ebrei della diaspora, che non sono israeliani, noi
cristiani delle varie chiese europee o laici di cultura cristiana dovremmo
vedere la “trave che abbiamo nei nostri occhi” e chiedere perdono per i genocidi
del passato e per il migranticidio attuale rivendicato da una premier cristiana
e dal ministro Salvini, con i suoi rosari e presepi, esempio di baciapile,
“mangiaostie” e “piscia Acquasanta” (e blasfemo è lui non io).
Mauro Carlo Zanella