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“LATINOAMERICA”: MESSICO, VENEZUELA E WALLMAPU (CILE). LA PUNTATA DI LUNEDI’ 3 NOVEMBRE 2025
LatinoAmerica è la trasmissione quindicinale di Radio Onda d’Urto dedicata al Centro e Sud America. Ogni due settimane, 30 minuti in volo libero e ribelle…tra il border di Tijuana e gli orizzonti sconfinati della Patagonia. 30 minuti su Radio Onda d’Urto, dentro il ciclo della “Cassetta degli Attrezzi”: appuntamento ogni due lunedì, alle ore 18.45, e in replica il giorno dopo, il martedì, alle ore 6.30. La puntata, in onda su Radio Onda d’Urto lunedì 3 novembre 2025, ci porta in Messico, Venezuela e Cile. * Messico: venerdì 7 novembre, ore 18.30, al csa Magazzino 47 di Brescia proiezione del documentario “Mexico2025” con la partecipazione di alcun* compagn* messican*, Alicia Castellanos e Gilberto López y Rivas, in dialogo con il regista e nostro collaboratore Andrea Cegna. Con lui abbiamo anche aggiornato la situazione nel Paese. * Venezuela: Trump minaccia un regime change manu militari. Oltre 500 tra intellettuali, docenti, attivisti e giornalisti, hanno intanto firmato un “appello a difesa del Venezuela bolivariano e dei popoli del mondo, per la pace e la giustizia sociale”. Tra i firmatari Angelo d’Orsi, docente e storico del pensiero politico all’Università di Torino, ai nostri microfoni * Cile: aggiornamento sul Wallmapu, le terre ancestrali dei Mapuche, con Fabrizio di Operazione Colomba, presente dal 2018 nel centro e sud del Cile.   Ascolta LatinoAmerica di lunedì 3 novembre. Ascolta o scarica Prossima puntata: lunedì 17 novembre, ore 18.45.
MESOPOTAMIA: ISRAELE BOMBARDA L’IRAN E ANNUNCIA L’INIZIO DELL’OPERAZIONE “LEONE NASCENTE”. DECINE DI MORTI E CENTINAIA DI FERITI
In questa puntata di Mesopotamia – Notizie dal Vicino Oriente, ci siamo occupate dell’operazione “Leone Nascente”, nome con cui è stata definita la nuova agressione israeliana all’Iran, iniziata la notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno 2025. Israele dà così il via all’ennesima escalation in Medio Oriente: 200 aerei da guerra partiti da Tel Aviv hanno iniziato a bombardare il territorio iraniano nella notte e le operazioni proseguono ancora in queste ore, tanto che alti ufficiali dell’esercito israeliano hanno dichiarato: “Siamo in guerra. Non è un’operazione”. I raid stanno colpendo impianti nucleari e militari, fabbriche di missili, ma anche infrastrutture industriali, aeroporti – come quello di Tabriz – e abitazioni civili. Tra le vittime si contano scienziati impiegati nel settore nucleare e alti ufficiali, tra cui il comandante delle Guardie Rivoluzionarie, Hossein Salami, il capo della forza Quds, Esmail Qaani, e il capo di stato maggiore delle forze armate, Mohammad Bagheri. I bombardamenti israeliani continuano in diverse località del paese mentre le autorità iraniane hanno diffuso un primo bilancio: almeno 78 morti e 376 feriti. Da Teheran, il nuovo comandante dei Pasdaran, Mohammad Pakpour, ha dichiarato: “Apriremo le porte dell’inferno a Israele.” Al momento, però, non si registrano risposte militari significative. Stamattina si è parlato dell’abbattimento di alcuni droni da parte dell’esercito giordano nello spazio aereo sopra Amman. Intanto, l’Iran ha chiesto e ottenuto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, prevista per stasera alle 21 (ora italiana). Su richiesta iraniana, si terrà anche una riunione straordinaria dell’Aiea, l’agenzia ONU per l’energia nucleare, convocata per lunedì. Come possiamo interpretare questo attacco? Cosa c’è dietro la scelta israeliana di attaccare ora? Quale è il clima tra la popolazione civile iraniana? Ne parliamo con Farian Sabahi, ricercatrice senior in Storia contemporanea all’Università di Insubria nel campus di Varese e Aram Ghasemy, regista teatrale e coreografa iraniana che vive in Italia da molti anni. Ascolta o scarica