MEDIO ORIENTE: ISRAELE DA’ FUOCO ALLA REGIONE. ATTACCHI MULTIPLI CONTRO L’IRAN, RAID PURE IN LIBANO E PALESTINA. TEHERAN: “E’ UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA”
Israele dà fuoco all’intero Medio Oriente. Dalle prime ore di venerdì 13 giugno
sono iniziati intensi attacchi israeliani in Iran con almeno 200 caccia contro
impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici, oltre ad
abitazioni private. Non vengono fornite, per ora, notizie su (più che probabili)
vittime civili. Tra i morti accertati il numero uno delle Guardie Rivoluzionarie
Hossein Salami e il capo di stato maggiore delle forze armate, Mohamamd Bagheri.
Deceduto pure Ali Shamkhani, il consigliere politico del leader iraniano Ali
Khamenei, che invece non sarebbe stato raggiunto dall’attacco multiplo e
tutt’ora in corso.
Oltre 100 i luoghi colpiti. Esplosioni nell’impianto di arricchimento
dell’uranio, siti militari, abitazioni private di esponenti di esercito e
Guardie Rivoluzionarie; attacchi, a ondate, che stanno ancora proseguendo. “La
risposta è un diritto legale e legittimo dell’Iran”, dice Teheran. Tel Aviv, in
attesa della risposta iraniana, dispone lo stato di emergenza e richiama
migliaia di riservisti. Riunioni d’in tutte le capitali, da Roma a Washington,
che dice di non essere coinvolta nei raid. Quasi impossibile anche solo
pensarlo: “daremo una risposta decisa – dice al riguardo l’Iran – ai selvaggi
attacchi del nemico sionista, condotti con l’aiuto diretto degli Usa. Una dura
punizione attende Israele; l’attacco è una dichiarazione di guerra”.
Durante l’attacco Netanyahu non era dentro Israele, ma a bordo del suo aereo
presidenziale, alzatosi in volo per precauzione, mentre la Giordania fa sapere
di avere intercettato missili e droni entrati nello spazio aereo di Amman.
Probabile si tratti di droni iraniani, intercettati da Tel Aviv fuori dal
proprio spazio aereo, occupando così quello giordano. Al momento una vera
risposta iraniana non c’è ancora stata: Teheran ha chiesto una riunione urgente
del Consiglio di sicurezza Onu.
L’aggressione israeliana all’Iran ha porotato diverse compagnie aeree – come
Emirates e Qatar Airways – hanno sospeso i voli verso Iran, Iraq, Giordania e
Libano, dove l’aviazione israeliana ha condotto diversi raid aerei nel sud,
prendendo di mira Hasbaya, Bint Jbeil, Jezzine, Tiro. Segnalata 1 vittima e
scuole chiuse. Stop ai voli per Israele, invece, da parte di Air France. Restano
quindi ancora nelle galere israeliane, a Givon, gli ultimi 3 attivisti della
Freedom Flotilla, rapiti in acque internazionali dalla Marina israeliana, che
avrebbe dovuto essere deportati oggi: Marco Van Rennes (Paesi Bassi), Pascal
Maurieras e Yanis Mhamdi (entrambi francesi).
L’aggiornamento a Radio Onda d’Urto sull’Iran ancora con il giornalista Michele
Giorgio, corrispondente da Gerusalemme de Il Manifesto, direttore di Pagine
Esteri e nostro collaboratore. Ascolta o scarica
PALESTINA – Tel Aviv attacca quindi Iran e Libano, mentre prosegue il genocidio
impunito in Palestina. Ieri 110 morti e 500 feriti, stamattina altre decine di
vittime in raid nella striscia di Gaza meridionale e centrale; colpite Deir El
Balah, Nuseirat, Gaza City, la tendopoli di Al-Maghazi e Khan Younis, dove è
arrivato l’ennesimo ordine di evacuazione contro un ospedale, il Nasser. Non
arrivano notizie invece dal nord, che è però oggetto di attacchi continui. Il
genocidio israeliano a Gaza, in corso dall’ottobre 2023, ha causato finora
almeno 55.207 vittime palestinesi documentate e oltre 127.821 feriti. Migliaia
di vittime sono tuttavia rimaste intrappolate sotto le macerie, inaccessibili
alle squadre di emergenza e di protezione civile a causa degli attacchi
israeliani, che hanno provocato anche lo stop a internet e alle reti cellulari,
rendendo ancora più difficile capire cosa accade sul terreno nella Striscia di
Gaza.
La corrispondenza da Gaza di Emanuele Crespi, responsabile operazioni umanitarie
per conto dell’ong Action Aid. Ascolta o scarica
Cisgiordania Occupata: anche qui Israele, coperto dall’Occidente, spinge
sull’acceleratore dell’occupazione totale. Un 40enne ucciso a Jenin, mentre oggi
chiusi tutti i checkpoint a Betlemme e Gerico; permane l’assedio militare contro
la Città Vecchia di Nablus, seconda città della West Bank. Di fatto, 3 milioni
di palestinesi sono assediati da esercito e coloni.
L’aggiornamento a Radio Onda d’Urto sulla Palestina ancora con il giornalista
Michele Giorgio, corrispondente da Gerusalemme de Il Manifesto, direttore di
Pagine Esteri e nostro collaboratore. Ascolta o scarica
EUROPA – Lato internazionale. L’Assemblea generale dell’Onu ha adottato nella
notte la risoluzione presentata dalla Spagna assieme alla Palestina. 149 paesi
chiedono un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente, la
liberazione di tutti gli ostaggi, e il rispetto del diritto internazionale
umanitario. 12 i contrari, tra cui Usa e Israele.
Europa: migliaia di persone ieri sera, giovedì 12 giugno, a Parigi per
accogliere gli attivisti transalpini deportati da Israele dopo l’assalto in
acque internazionali contro la Madleen della Freedom Flotilla. Tra loro
l’europarlamentare francopalestinese di La France Insoumise, Rima Hassan. “Altre
barche sono già pronte a partire”, ha detto la Hassam. Domani, sabato, nuovo
corteo a Parigi per la Palestina e contro l’occupazione sionista.
BRESCIA – Infine da Brescia, città da dove trasmettiamo; sabato 14 giugno, ore
18 dalla metro San Faustino, corteo provinciale per la Palestina con il
Coordinamento Palestina e l’adesione della Marcia Antirazzista della Valcamonica
e del Collettivo Gardesano Autonomo. “Non possiamo tacere, non servono le
ipocrizie occidentali e dei paesi arabi reazionari, servono boicottaggio e
sanzioni contro il regime di Israele”, le parole d’ordine di lancio del corteo
bresciano.
L’intervista su Radio Onda d’Urto con Alfredo Barcella, dell’Associazione di
Amicizia Italia – Palestina e del Coordinamento Palestina di Brescia. Ascolta o
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