Maltempo, SOS Humanity chiede invano un porto più vicino per lo sbarco delle 85 persone soccorse
Dopo aver soccorso 85 persone in pericolo in mare mercoledì, la nave di ricerca
e soccorso Humanity 1 è attualmente costretta a ripararsi nel Golfo di Taranto a
causa del maltempo in peggioramento mentre era in rotta verso il lontano porto
di Ortona, che era stato assegnato dalle autorità italiane come porto sicuro.
Ortona dista più di 1.300 chilometri dal luogo del salvataggio e l’attuale
ritardo prolungherà ulteriormente il tempo che i sopravvissuti dovranno
trascorrere a bordo, nonostante le loro condizioni fisiche e mentali già
compromesse.
“Questa lunga traversata è inutile e pericolosa per la salute fisica e mentale
delle persone che abbiamo a bordo”, afferma Stefania, responsabile della
protezione a bordo. “Abbiamo diversi casi di scabbia, infezioni respiratorie,
febbre alta, dolori muscolari, malattie parassitarie e alcuni stanno ricevendo
un trattamento antibiotico. I sopravvissuti sono partiti dalla Libia, dove
alcuni ci hanno già rivelato di aver subito torture”.
“Nonostante SOS Humanity abbia ripetutamente chiesto l’assegnazione di un porto
vicino per lo sbarco in sicurezza delle 85 persone che abbiamo soccorso tre
giorni fa, il Centro di coordinamento marittimo di Roma (MRCC) continua a
rifiutarlo“ afferma Sofia Bifulco, coordinatrice della comunicazione a bordo
della Humanity 1. “Il diritto internazionale prescrive in modo inequivocabile
che i sopravvissuti in pericolo in mare debbano essere sbarcati senza indugio, e
davanti a noi ci sono porti a poche ore di navigazione. Anziché esporre persone
vulnerabili alle intemperie e prolungare le loro sofferenze per quasi sette
giorni di transito inutile, deve essere loro concesso il diritto di sbarcare il
più rapidamente possibile”.
Redazione Italia