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MIGRANTI: ANCORA UN FERMO AI DANNI DI MEDITERRANEA SAVING HUMANS, “COLPEVOLE” DI SALVATAGGIO
Completato il soccorso e lo sbarco a Porto Empedocle di 92 persone migranti, tra cui 31 minori non accompagnati, alla nave Mediterranea di Mediterranea Saving Humas viene ora nuovamente contestato di “non aver raggiunto senza ritardo” il porto assegnato di Livorno, a oltre 1.200 km di distanza. “Abbiamo deciso – replica MSH – di far sbarcare tutte le persone a Porto Empedocle perché il medico di bordo e lo stesso CIRM hanno certificato che non erano in grado di affrontare altri giorni di navigazione. Nonostante ciò, la nostra nave è stata bloccata. Un provvedimento ingiusto, che punisce chi soccorre vite e lascia il mare senza soccorso. Non accetteremo che queste politiche disumane diventino la norma”. Così Mediterranea Saving Humans, nelle stesse ore in cui si è aperto a Modena il processo che vede parte civile don Mattia Ferrari, cappellano di MSH. L’accusa è diffamazione aggravata nei confronti del titolare di un account su X che da anni pubblica post contro le attività delle ong e della società civile per salvare i migranti.   L’uomo dietro all’account @rgowans è risultato essere un 56enne polacco, che in passato ha avuto un ruolo come addetto ai dati riservati del servizio Frontex. Di questo –  oltre che del recente arresto in Libia per mano del governo di Tripoli del torturatore Almasri – Radio Onda d’Urto ha parlato nell’intervista a Luca Casarini, tra i fondatori e portavoce di Mediterranea Saving Humans. Ascolta o scarica
MIGRANTI: DUE MESI DI FERMO E 10MILA EURO DI MULTA A MEDITERRANEA. MSH: “VENDETTA ABNORME E ILLEGITTIMA”
Due mesi di fermo amministrativo e 10,000 euro di multa. Questo quanto comminato a Mediterranea – la seconda nave di Mediterranea Saving Humans – dal Prefetto di Trapani, per conto del Ministero dell’Interno, in relazione all’operazione di salvataggio effettuata tra giovedì 21 e sabato 23 agosto. In quell’occassione, attiviste e attivisti dell’equipaggio avevano disobbedito alle autorità portuali italiane, che ancora una volta avevano indicato un porto – quello di Genova – distante diversi giorni di navigazione dalle acque in cui, due giorni prima, avevano tratto in salvo 10 persone migranti che erano state gettate in mare dai trafficanti della cosiddetta “guardia costiera libica”. Si tratta di uno dei più pesanti provvedimenti in applicazione del Decreto Legge Piantedosi nei confronti di una flotta civile di soccorso, ma per Mediterranea Saving Humans la lettura è chiara: è “una vendetta abnorme e illegittima” “Secondo il governo, – scrive l’ong nel comunicato diramato oggi, martedì 2 settembre – Mediterranea è colpevole di aver invece agito per garantire al più presto possibile le necessarie cure mediche e psicologiche a terra per queste 10 persone. Esseri umani, gettati con violenza in mare dai trafficanti e miliziani libici la notte di giovedì 21 agosto in acque internazionali al largo della Libia, persone da noi soccorse e sbarcate nel porto di Trapani nella serata di sabato 23. E dunque quale sarebbe il grave reato che abbiamo commesso? Abbiamo forse fatto del male a qualcuno, abbiamo distrutto qualcosa, abbiamo sparato addosso a qualcuno come fanno i “guardacoste” libici? Non eravamo in regola con qualche certificazione? Niente di tutto questo. La nostra colpa, la colpa di Mediterranea che oggi è agli arresti, è aver detto “SignorNO!” a un ordine assurdo e disumano, quello di raggiungere un porto inutilmente lontanissimo, mettendo al primo posto la salute e la salvaguardia delle persone, e rifiutando di giocare sulla loro pelle stupidi giochetti politici di bassa lega”. Ad analizzare i contorni della vicenda ai nostri microfoni, Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans Ascolta o scarica
“PIANTEDOSI STRINGE LA MANO A UN CRIMINALE LIBICO”: LA DENUNCIA DI MEDITERRANEA DOPO LA VISITA UFFICIALE DI SADDAM HAFTAR A ROMA
“Piantedosi stringe la mano a un criminale libico“. Lo denuncia Mediterranea Saving Humans dopo la visita ufficiale di Saddam Haftar, mercoledì 11 giugno 2025, al Ministro dell’Inteno italiano Matteo Piantedosi. “Il figlio del generale Khalifa Haftar, Saddam Haftar – spiega il comunicato di Mediterranea – è a capo della famigerata brigata Tarek Ben Zayed, dotata tra le altre cose di un supply vessel con il quale opera catture di profughi in mare e li deporta nei lager della Cirenaica. Anche la giustizia statunitense lo cerca dal maggio di quest’anno: è accusato di rapimenti, omicidi, deportazioni di massa anche nei confronti di cittadini libici. È inoltre segnalato dalle Nazioni Unite come uno dei più influenti trafficanti libici“. “La Libia – denuncia Mediterranea – è consegnata nelle mani di questi capi mafia, da governi senza scrupoli che pur di ottenere il ‘blocco degli sbarchi’ da poter rivendere nella campagna elettorale permanente, sono disposti a sacrificare i principi e i valori di rispetto dei diritti e della dignità umana. Le mani che ha stretto Piantedosi, sono sporche di sangue innocente“. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto è intervenuta Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans. Ascolta o scarica. Qui il comunicato integrale di MSH.