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Educhiamo i bambini alla pace, non alla guerra
Quando ero bambino, i miei genitori mi portarono a visitare l’aeroporto militare di Cameri, in provincia di Novara. Era un 4 novembre, allora Festa Nazionale che celebrava la vittoria nella Prima Guerra Mondiale. Un grande giorno di emozione e di festa, poiché mio nonno, ex artigliere e cavaliere di Vittorio Veneto, mi incantava con le sue avventure di guerra, che riecheggiavano le eroiche avventure degli eroi dei libri di Salgari: coraggio, , onore, spirito di corpo, la Patria… “Il Piave mormorava, non passa lo straniero: Zum, zum!”. A ripensarci oggi mi chiedo come fu possibile che due genitori per bene, uno dei quali peraltro disertore dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana, non avessero trovato di meglio da fare quella domenica che portarmi a vedere i caccia dell’aeronautica militare… D’altra parte, tanti anni dopo, oggi ci ritroviamo con la sfilata militare del 2 giugno, Festa della Repubblica, messa in soffitta dai presidenti Pertini e Scalfaro, ripristinata da Ciampi e mantenuta da Napolitano e Mattarella e con le scuole che portano i bambini in visita nelle basi Nato e nelle caserme e invitano rappresentati dell’esercito a fare lezione in classe, come denuncia da tempo l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Purtroppo questa pericolosa tendenza non è solo italiana, ma si afferma in vari Paesi europei, per non parlare di Israele, dove gli alunni vengono indottrinati fin da piccoli ed educati alla guerra e al suprematismo. Non poteva mancare l’Ucraina, Paese in guerra. Ieri in una delle piazze più importanti di Kiev una mostra fotografica tesa a esaltare la guerra e l’eroismo dei soldati  era volutamente circondata da eventi ludici – karaoke, scacchiera, tiro alla fune, ruota gigante –  e sportivi – pallavolo, calcetto, hockey – mescolati a mezzi militari e bombe. Un’esposizione sfacciatamente militarista veniva così inglobata in una festa destinata a bambini e bambine, ragazzine e ragazzini… con i genitori che fotografavano i loro piccoli sulla camionetta militare o addirittura accanto alle bombe disinnescate. Per fortuna c’è anche chi prende la direzione opposta: nella mia scuola, l’Istituto Comprensivo Antonio Gramsci del Trullo, quartiere multietnico romano, da due anni festeggiamo con un corteo la pace e la fraternità tra i popoli di tutto il mondo.   Mauro Carlo Zanella
Mostra fotografica “Io proteggo la protesta” a Legnano
Dal 14 al 29 giugno 2025 Gallerie Cantoni, via Talisio Tirinnanzi/Corso Sempione, Legnano Amnesty international Italia ha realizzato, con il supporto organizzativo del Comune di Legnano, la mostra fotografica nell’ambito della campagna globale “Proteggo la protesta” lanciata nel 2022 con lo scopo di informare sulle violazioni al diritto di espressione e di libera opinione che avvengono  in tutto il mondo e di sensibilizzare la società civile su quanto sia importante contrastare  la repressione  messa in atto dai  governi e di proteggere attiviste e attivisti che si battono per il rispetto di questo fondamentale diritto umano. Nei pannelli di questa mostra fotografica sono raccolte immagini di proteste pacifiche che hanno avuto luogo in diversi Paesi del mondo. Le cause del dissenso sono diverse, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: solo reclamando i propri diritti è possibile realizzare un cambiamento. La mostra è composta da 18 pannelli in Forex formato 40×60 cm con spessore di 5 mm 1 pannello con un testo introduttivo della mostra 17 pannelli con altrettante opere fotografiche  Le attiviste e gli attivisti del gruppo locale saranno presenti per dare informazioni dettagliate sulle immagini esposte in due appuntamenti – sabato 14 giugno alle ore  11,00  e sabato 21 giugno alle  17.00. Informazioni generali I governi di tutto il mondo si stanno servendo di una serie di misure per sopprimere il dissenso organizzato: leggi e provvedimenti che limitano il diritto di protesta, uso sproporzionato e non necessario della forza, espansione della sorveglianza illegale di massa o mirata, chiusura di Internet e censura online, violenza e stigmatizzazione, criminalizzazione di chi protesta pacificamente. I gruppi marginalizzati e discriminati vanno incontro anche a ulteriori ostacoli. Il diritto internazionale dei diritti umani protegge il diritto di protesta attraverso una serie di norme contenute in vari trattati internazionali e regionali che, complessivamente, assicurano ampie protezioni alle proteste. Anche se il diritto di protesta non è codificato come un diritto a sé nei trattati internazionali, quando le persone prendono parte alle proteste, individualmente o collettivamente, esercitano tutta una serie di diritti tra cui quelli alla libertà d’espressione e alla manifestazione pacifica. Questi diritti devono essere rispettati e garantiti! Con la campagna globale “Proteggo la protesta”, Amnesty International risponde agli attacchi dei governi alle proteste pacifiche, sta dalla parte di chiunque  partecipi a una manifestazione in modo pacifico e fornisce sostegno alle cause dei movimenti sociali che premono per un cambiamento in favore dei diritti umani.     Amnesty International