IC S. Giovanni Bosco di Isernia festeggia il 211° annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri: perché?
Il sito web dell’istituto comprensivo S. Giovanni Bosco di Isernia apre così:
«Il coro “Piccole Voci InCanto” dell’Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco” è
onorato di intonare l’inno di Mameli alla celebrazione del 211° Annuale di
Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Un ringraziamento particolare al
Comandante dell’Arma il tenente colonnello Fabrizio Coppolino e di tutti i suoi
collaboratori che con generosa accoglienza si è prodigato affinché fossero
presenti le voci dei nostri alunni che hanno riscosso un caloroso plauso».
Passi per l’intonare l’inno di Mameli in piazza per una qualche ricorrenza, ma
che lo si faccia per celebrare uno dei tanti annuali di fondazione dell’Arma dei
Carabinieri che per definizione si celebra appunto ogni anno risulta oltremodo
misterioso quantomeno sul piano pedagogico ed educativo.
Non sorprende, invece, se anche questa attività apparentemente innocente e
goliardica nonché festosa sia inquadrata in una strategia più ampia di tipo
propagandistico, volta a coinvolgere sempre di più e partendo dalle fasce di età
sempre più prossime all’infanzia, la gioventù italiana intorno al concetto di
difesa e protezione grazie alle forze dell’ordine o alle forze armate: ogni
occasione, dunque, è buona.
Il fatto di iniziare fin da piccoli il grande gioco della normalizzazione della
“divisa” sempre più presente nelle nostre vite quotidiane, a partire da queste
iniziative appunto, all’intervento all’interno delle scuole, agli open-day, alle
innumerevoli serie TV, ai fumetti, ecc. ecc. da cosa nasce? Forse dall’esigenza
di fare introiettare nel profondo dei giovani questa visione legalitaria,
giustizialista e militaresca della convivenza civile che passa, per prima cosa,
dal rispetto delle norme e poi semmai e solo in seconda battuta, dalla
consapevolezza dei proprie diritti e delle modalità per difenderli?
Probabilmente sì, perché le ultime indagini su campioni di giovani e meno
giovani vede la percentuale di chi è disposto a dare la vita per la “patria”
scendere di pari passo all’età degli intervistati.
Secondo un sondaggio Gallup del 2024 solo il 14% sarebbe disposto a combattere
per il proprio paese mentre il 78% si rifiuterebbe categoricamente. Scendendo
alle fasce giovanili, YouTrend per SkyTg24 ci consegna un dato eclatante
rispetto all’ipotesi di servizio militare obbligatorio: il 55% tra i 18 e i 35
anni è contrario e solo il 36% è favorevole.
In sintesi, il “sacrificio estremo”, coinvolge non più del 20% dei giovani
“arruolabili”. La propaganda militare quindi deve dare fiato alle trombe e
mettere al massimo i propri motori facendo leva anche su una parvenza di parità
di genere coinvolgendo al figura femminile sempre più spesso presa in prestito
per ingentilire la figura militare, soprattutto nei confronti dei più piccoli:
non è sorprendente, infatti, che per la prima volta la figura centrale del
carosello dei Carabinieri sia appunto una carabiniera.
Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università