Rally di Sardegna 2025: c’è anche la Polizia Penitenziaria per la propaganda
«È da un paio d’anni che siamo presenti con il nostro stand al Rally della
Sardegna – ci ha spiegato un agente di polizia penitenziaria, seduto sotto il
gazebo, in attesa di visitatori, preferibilmente bambini ai quali viene
destinato il privilegio di indossare il casco antisommossa – il motivo è perché
dobbiamo far capire a tutta la popolazione che siamo presenti con diversi
compiti all’interno della società ma soprattutto perché vogliamo rendere conto
di come vengono spesi i soldi delle tasse».
Mentre rispondeva alle domande, si fa avanti un genitore che entusista, propone
al proprio figlio, di indossare il casco antisommossa che viene posizionato
dalle rassicuranti ed accudenti mani di un’agente di polizia penitenziaria che,
ricordiamolo, all’interno del Corpo penitenziario, rappresenta una ristretta
minoranza non superiore al 20% ed è entrata in servizio solo nei primi anni ’90.
Le stesse motivazioni ce le hanno fornite i militari dell’esercito, nello stand
poco più avanti, dove fanno bella mostra di sé un autoblindo lince della Iveco,
una tenuta mimetica per la dissimulazione del militare nelle operazioni nelle
foreste e macchia mediterranea, una tenda mimetica con accanto alla razione di
sopravvivenza per le esercitazioni outdoor.
«Questo autoblindo non è un veicolo di guerra semmai è un veicolo utilizzato in
teatri di guerra – ha risposto il militare alla domanda sul perché di questa
presenza anomala all’interno di una competizione rallyistica – e noi qui non
facciamo propaganda perché sono i genitori stessi che ci portano i loro figli
quindi la domanda sui motivi per cui desiderano salire sull’autoblindola posta a
loro prima che a noi. Per i bambini, il infatti, salire su un autoblindo e come
fare un gioco”. Il tentativo di dialogo basato sul concetto chiaro e semplice di
un’offerta, anomala come quella, che di per sé, può creare, in un contesto
sportivo-avventuroso, l’offerta (il/la bambina/o) non va molto oltre la classica
risposta stereotipata basata sul luogo comune che la pace va difesa con le armi
e che “se qualcuno ci attacca dobbiamo difenderci».
Più avanti, allo stand della Polizia stradale, staziona la solita Lamborghini,
ma fatto un po’ più sorprendente, c’è anche un parco macchinine elettriche di
diverse tipologie, destinate proprio ai bambini, per l’educazione stradale.
«Siamo noi della Polizia Stradale, i più esperti a fare educazione stradale ai
bambini» – sottolinea un’agente donna che ci viene incontro rispondendo al
motivo per cui non era presente il Ministero dei trasporti e delle
infrastrutture oppure dell’ACI.
Intavolando poi il discorso sul nuovo codice della strada e virando, lentamente,
verso la polemica inerente la persistenza di sostanze da THC nel sangue anche a
distanza di giorni, veniamo a sapere di una recentissima indagine scientifica
che puntualizza ancora una volta tutti i danni da uso di cannabis addirittura
sulla “memoria a breve”.
Tocchiamo quindi con mano la svolta proibizionista inerente alcune sostanze
stupefacenti messe sullo stesso piano di tante altre obiettivamente più
pericolose e che ha come braccio armato tutte le forze dell’ordine e in questo
caso quelle che possono incidere anche sul comune cittadino nel momento in cui
viene fermato, per strada per un semplice controllo della Polizia Stradale.
Non è stato sempre così: la presenza di forze dell’ordine e di forze armate in
manifestazioni sportive culturali o artistiche, ha subito un’accelerazione di
lungo periodo negli ultimi dieci anni e per alcuni corpi d’armata e di forze
dell’ordine “particolari” negli ultimissimi tre o quattro anni. Ne è un esempio
concreto la presenza dello stand della polizia penitenziaria alla competizione
realistica annuale ad Olbia con sede di partenza ad Olbia. Lo stand oltre alle
macchine di servizio e i furgoni per la traduzione del detenuto o per il
trasporto di cani antidroga ad Olbia metteva in bella mostra anche un manichino
con l’attrezzatura inquietante e le parti speciali (GOM) in tenuta antisommossa.
Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università