Amore sintetico, come l’AI sta cambiando il mercato delle sex dolls
Immagine in evidenza: “Computer generated image of a human body” di Allison
Saeng, acquisita da Unsplash+, licenza Unsplash+, riproduzione riservata
Non è raro che vengano scambiate per cadaveri. Abbandonate sulla riva di un
fiume, trascinate dalle onde fino a una spiaggia o infilate dentro un trolley.
Negli ultimi anni le sex dolls, bambole per adulti create per l’intrattenimento
sessuale, hanno generato più di un falso allarme in tutto il mondo. Tra la prima
e la seconda ondata di Covid-19 in Giappone, due di queste bambole sono state
scambiate per donne annegate. Episodi simili si sono verificati nel Regno Unito,
dove una è riaffiorata nel fiume Trent, e in Australia, nel Queensland. In Nuova
Zelanda, una donna che passeggiava con il cane a Tapuae Beach ha chiamato la
polizia credendo di aver trovato un cadavere nudo e senza testa.
Anche in Italia, nei boschi delle Manie vicino a Finale Ligure, due turisti
hanno scambiato per un corpo umano una gamba che spuntava da un trolley
abbandonato. In nessuno di questi casi si trattava di una persona reale. A
quanto pare, i produttori di sex dolls stanno quindi vincendo la sfida (finora)
più ambiziosa: quella con il realismo.
Il mondo dei sex toys non è affatto uno sfizio per pochi. È un settore in piena
espansione, con numeri che parlano chiaro. Le stime internazionali descrivono un
mercato globale da 2,5 miliardi di dollari, destinato a raddoppiare entro il
2033. Come altri giocattoli sessuali, anche le sex dolls sono sempre più
normalizzate: i tempi sono cambiati, e i discorsi su sessualità e solitudine,
almeno nelle grandi città, sono ormai entrati nel dibattito pubblico. Questo
cambiamento culturale ha spinto aziende di tutto il mondo a dedicarsi al
settore, investendo nel miglioramento dei prodotti a partire dal materiale, che
viene comunemente definito silicone iper realistico.
SOGNI ELETTRICI, DESIDERI UMANI
La pandemia non ha fatto solo la fortuna delle grandi aziende tecnologiche:
quelle produttrici di sex dolls hanno infatti vissuto un momento d’oro, che ne
ha decretato l’entrata sul mercato mondiale. L’isolamento e il distanziamento
sociale hanno spinto gli acquisti online anche in questo ambito, per via della
discrezione che garantiscono agli utenti. La crescita è stata talmente
improvvisa ed elevata che alcune aziende hanno dovuto adattare la produzione per
far fronte alla domanda. Un esempio è la Libo Technology di Shandong, in Cina,
che nel 2020 ha aumentato il personale addetto alla produzione di sex dolls del
25%, assumendo 400 lavoratori. La responsabile per le vendite estere, Violet Du,
ha dichiarato al South China Morning Post che le linee di produzione erano
attive 24 ore su 24 e che i dipendenti facevano doppi turni. La Aibei Sex Dolls
Company di Dongguan, sempre in Cina, si è trovata a rifiutare ordini a causa
dell’eccessivo numero di richieste.
Come è facile intuire, il paese del dragone è leader nella produzione di queste
bambole per via dei bassi costi di produzione e di esportazioni vantaggiose
verso l’Occidente. Le grandi fabbriche riescono a produrre circa 2.000 unità al
mese, mentre quelle più piccole arrivano a una media di 300-500 bambole, come
dichiarato dal direttore generale della Aibei. Sebbene, a causa del
conservatorismo culturale, in Cina il mercato delle sex dolls rimanga di
nicchia, negli Stati Uniti e in Europa è invece in forte espansione, con
guadagni significativi. Nel Vecchio continente le stime più aggiornate parlano
di un mercato che oscilla tra i 400 e i 600 milioni di dollari nel 2023. Tra i
mercati di importazione più attivi ci sono Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e
anche l’Italia. Nel 2021, La Stampa riportava un aumento del 148% nelle vendite
di sex toys cinesi nel nostro Paese, incluse le sex dolls.
Nel 2022, un rivenditore di bambole statunitensi RealDoll ha aperto un negozio
fisico nella periferia romana. Accompagnato da un e-commerce attivo già dal
2020, lo spazio fisico “nasce per offrire ai clienti la possibilità di vedere e
toccare con mano i prodotti, considerando anche il costo elevato che hanno”
spiega il proprietario a Guerre di Rete. Il negozio offre un servizio completo,
consentendo ai clienti non solo di osservare, ma anche di toccare le bambole.
“Il 60% dei nostri clienti sono uomini in una relazione stabile”, continua il
proprietario, aggiungendo che “si tratta spesso di coppie alla ricerca di un
elemento di novità nella loro intimità”. Tuttavia, ci sono anche altri tipi di
clienti: “L’altro 30% è rappresentato da uomini separati, che si sentono soli e
cercano affetto. Vogliono tornare a casa e trovare qualcuno ad aspettarli”. La
parte rimanente comprende persone introverse, ma anche appassionati di
fotografia, registi e proprietari di locali. Per quanto riguarda l’AI, il
proprietario spiega che “oltre a quella che stanno introducendo i produttori
cinesi, internamente stiamo sviluppando un device mobile simile ad Alexa, che
renderà le bambole capaci di interagire con il proprietario”.
COSTRUITE PER AMARE, PROGRAMMATE PER IMPARARE
Essendo ormai ovunque, l’intelligenza artificiale non poteva mancare nemmeno nel
mondo delle bambole sessuali, garantendo oltre all’intrattenimento anche
l’interazione. È un’innovazione ancora recente, ma che sta cambiando
radicalmente il settore. In una sfida globale degna delle grandi potenze, anche
in questo campo Stati Uniti e Cina si contendono il primato. Da una parte
RealDoll, azienda americana, dall’altra la cinese WMDoll: entrambe hanno
cominciato a integrare funzionalità di AI tra il 2016 e il 2017. I primi modelli
offrivano movimenti di occhi, testa e altre parti del corpo, accompagnati da una
capacità di risposta vocale piuttosto limitata. Più che vere conversazioni, si
trattava di semplici repliche a domande preimpostate da parte dell’utente.
Lo sviluppo è stato inizialmente lento, come ha spiegato Liu Ding, product
manager di WMDoll, che attribuisce la causa anche alla scarsa volontà di
investire nell’intelligenza artificiale applicata ai prodotti per adulti. Ma nel
2024 lo scenario è cambiato: l’azienda cinese ha compiuto un deciso passo avanti
con il lancio della serie MetaBox, che ha rivoluzionato anche il resto del
mercato. Le nuove bambole, equipaggiate con modelli linguistici open source di
grandi dimensioni (LLM) come Llama di Meta, offrono un’interazione molto più
avanzata, consentendo all’utente di scegliere tra diverse “personalità” delle
bambole. Queste ultime sono inoltre in grado di sostenere conversazioni
(perlopiù in inglese) anche a distanza di giorni, ricordando quanto detto in
precedenza. Questa funzione, tuttavia, richiede una connessione costante ai
server cloud e una fonte continua di energia elettrica, mettendo in evidenza uno
degli aspetti attualmente più critici dell’AI: il suo elevato consumo
energetico. Inoltre, WMDoll sta sviluppando collane, braccialetti, anelli e
altri dispositivi pensati per connettere anche i modelli precedenti con il loro
proprietario.
Display "New Metabox AI Feature From WM Doll" from YouTube
Click here to display content from YouTube.
Learn more in YouTube’s privacy policy.
Mostra sempre i contenuti da YouTube
Open "New Metabox AI Feature From WM Doll" directly
Nel 2017 la compagnia americana RealDoll ha invece lanciato Harmony, progettata
per interagire con gli utenti tramite una combinazione di software di
riconoscimento vocale e chatbot, che le permette di dare risposte personalizzate
e di simulare conversazioni. “È dotata di un sistema cranico modulare con
molteplici punti di attuazione, che consente alla bambola di assumere
espressioni, muovere la testa e parlare con te. Anche gli occhi possono muoversi
e sbattere le palpebre, creando un’esperienza mai vista prima con una bambola”
si legge sul sito. Nella sua evoluzione più recente, Harmony X, RealDoll ha
cercato di offrire un servizio sempre più immersivo e realistico, andando oltre
l’aspetto fisico della bambola e includendo l’interazione emotiva e psicologica.
Una bambola “progettata per funzionare con il software di intelligenza
artificiale personalizzabile ‘X-Mode’, che ti permette di creare personalità
uniche e controllare la voce del tuo robot”.
Al di là dei gusti, il costo rimane un argomento spinoso. Soprattutto se
integrate con l’AI, le sex dolls sono al momento appannaggio di pochi. Per gli
utenti che vogliono interagire con una bambola sessuale RealDoll, il cui costo a
figura intera è di 4.000 dollari, c’è da aggiungere un ulteriore abbonamento
mensile di 40 dollari al mese (580 l’anno). Mentre la versione cinese è più
economica: con alcune variazioni di dimensioni e materiali, la bambola con AI di
WMDolls si aggira sui 1.900 dollari.
Mentre l’industria delle sex dolls entra in una nuova fase, alimentata
dall’intelligenza artificiale e da tecnologie sempre più sofisticate, emergono
interrogativi etici e legali che non possono essere ignorati. L’episodio che ha
coinvolto la modella israeliana Yael Cohen Aris, che nel 2019 ha scoperto come
l’azienda cinese Iron Dolls avesse usato il suo volto e nome per una delle sue
sex dolls, mette in luce i rischi di un mercato dell’intrattenimento sessuale in
cui l’identità e il consenso all’uso della propria immagine possono facilmente
essere violati. Il mercato delle sex dolls fa però emergere qualcosa di più
profondo. Le nuove bambole AI, sempre più capaci di dialogare, ricordare e
assumere personalità differenti, stanno dando forma a un’idea fantascientifica:
l’amore programmabile. Come in Her o Ex Machina, non c’è solo l’interazione
umana con un software, ma la proiezione di desideri, paure e bisogni in una
presenza artificiale che sembra restituire qualcosa di autentico. Forse, nel
silenzio sintetico delle nuove companion, l’utente non troverà una “risposta”,
ma solo un altro modo – programmato e prevedibile – di esplorare le domande più
umane.
L'articolo Amore sintetico, come l’AI sta cambiando il mercato delle sex dolls
proviene da Guerre di Rete.