Equipaggi di mare e di terra contro genocidio ed economia di guerra
Quasi 200 persone hanno partecipato alla potente assemblea degli equipaggi di
mare e di terra di giovedì 30 ottobre a Esc.
Nell’arco delle tre ore di discussione ci sono stati confronti, proposte e
condivisioni rispetto alla nuova fase che sta attraversando il movimento esploso
a fine agosto per la fine del genocidio a Gaza e contro l’economia di guerra.
Abbiamo cercato di organizzare la discussione lungo tre assi principali, la
condivisione di iniziative e progetti già in corso, la progettazione di
obiettivi comuni e le pratiche/metodi che vogliamo mantenere.
PROGETTI COMUNI
Rispetto ai progetti comuni è emersa la volontà di opporsi alla complicità al
genocidio all’interno del comune di Roma, nei confronti di aziende come Teva,
Leonardo e Mekorot. Si è pure immaginata una vera e propria campagna di
boicottaggio culturale degli interessi israeliani nel comune di Roma. Sarà
importante costruire materiale informativo ad hoc.
Si è discusso al lungo sull’opposizione alle spese militari come possibile focus
di campagna, consapevoli di quanto esse siano il nuovo centro dell’economia del
paese e strumento di disciplinamento della società tanto a Gaza quanto qui – non
a caso le aziende pronte a costruire il Ponte sullo stretto sono le stesse che
ricostruiranno Gaza.
In tal senso l’opposizione alla finanziaria di guerra del governo diventa
centrale.
Il focus va mantenuto anche su territori periferici che sono utilizzati e
sacrificati per l’economia del genocidio, come la Valle del Sacco, dove
l’assemblea NoWar sta contrastando le mire di espansione delle fabbriche del
militare come Avio e ex-Winchester.
Altrettanta attenzione va posta ai territori di serie B che sono i primi a
essere sottoposti a progetti di militarizzazione, come recentemente accaduto al
Quarticciolo.
È stato evidenziato quanto importante sia mantenere lo sguardo attento su quanto
accade in Palestina. Questo significa tanto prestare attenzione alla
Cisgiordania (violenze e soprusi) e a Gaza (ricostruzione con interessi privati
di ditte italiane come We Build), quanto riconoscere la presenza di un paradigma
Israele che sta imponendosi nelle nostre società (disciplinamento, regime di
guerra, apartheid) al quale bisogna essere in grado di rispondere con una
alleanza della Palestina globale in resistenza.
È stata inoltre sottolineata la linea rossa che collega l’autodeterminazione
della Palestina a quella dei nostri corpi, similmente sottoposti a
disciplinamento e militarizzazione, con un particolare attacco alle donne, ai
corpi non normati e le libere soggettività. Questo tema assieme agli altri,
attraverserà le mobilitazioni transfemministe di novembre.
Si è ribadita in modo netto la centralità dell’unificazione degli scioperi come
strumento di eccedenza e di potenza, come 22 settembre e 3 ottobre hanno
dimostrato. Lo sciopero è e deve mantenersi uno strumento in mano ai lavorator*
e non una proprietà delle organizzazioni sindacali. Deve essere costruito
assieme tramite un percorso assembleare allargato e partecipativo. Deve essere
uno sciopero che costruisca blocchi reali contro i soggetti che agiscono la
guerra nel nostro territorio.
Si sono proposte anche azioni di solidarietà futura con la Palestina, da
carovane di terra in Cisgiordania fino a nuove flottiglie in partenza in
primavera e pure iniziative per una ricostruzione dal basso di Gaza.
METODI E PRATICHE
Si è ribadito quanto importante sia rimanere nei territori e al tempo stesso
avere un respiro internazionale.
Si è ribadito che il movimento deve avere una dimensione orizzontale, aperta a
chiunque, non identitaria tanto nelle assemblee come nelle piazze.
Si è ribadita la necessità di avere modalità includenti e di costruire
mobilitazioni comuni.
Si è proposto di avere momenti di studio e approfondimento sulla economia del
genocidio.
Si è ribadito che la mobilitazione deve avere carattere intergenerazionale ma
anche europeo e internazionalista.
Sono state proposte assemblee popolari nei quartieri, un canale di comunicazione
comune, la creazione di gruppi di lavoro, la possibilità di avere un’azione da
promuovere appena accade qualcosa, anche a livello individuale.
Si è ribadito che la scuola è un luogo da proteggere dal continuo
disciplinamento e dalla militarizzazione in atto da tempo. Perché questo
significa battersi contro una economia di guerra che passa anche per la
formazione delle nuove generazioni, attraverso la normalizzazione della presenza
di forze dell’ordine e dei militari nelle scuole o nei quartieri riproducendo il
modello Caivano.
Si è ribadito che l’università deve rimanere uno spazio di conflitto visto gli
interessi che gravitano attorno ad essa.
Si è confermata l’importanza di vedere la Palestina come simbolo del Sud globale
schiacchiato da neocolonialismi e genocidi, e che aprire gli occhi sulla
Palestina deve aiutarci ad aprire gli occhi su altri Sud globali ancora più
dimenticati come Sudan e Congo.
DATE A DISPOSIZIONE COMUNE
4 Novembre, presidio al Mim contro militarizzazione scuola (ancor di più ora
dopo annullamento del convegno)
9 novembre manifestazione a Fiumicino contro il porto croceristico nel quale ci
sono evidenti interessi di guerra israeliani
12 novembre mobilitazione delle assemblee precarie universitarie
16 o 23 novembre: mobilitazione a Monteverde contro la violenza squadrista e
sionista che si manifesta nel quartiere
15 novembre mattina: assemblea nazionale lanciata da rete no-DL sicurezza, Stop
rearm, gkn, global movement to gaza e che vuole allargarsi nell’ottica dello
sciopero comune e verso mobilitazioni comuni a dicembre.
15 novembre, Climate Pride come spazio ecologista e intersezionale in
contemporanea alla cop30 di Belem
22 novembre corteo nazionale transfemminista contro la violenza di genere
25 novembre mobilitazioni locali diffuse in occasione della giornata mondiale
contro la violenza di genere
28 novembre sciopero generale che vogliamo generalizzato e sociale, perché lo
sciopero è di chi lo pratica non solo di chi lo indice
dicembre: mobilitazione comune contro la finanziaria di guerra proposta da rete
no-ddl sicurezza.
Per proseguire questo lavoro assieme ci vediamo giovedì 6 novembre alle 18.00 a
Esc.
La foto di copertina è a cura di DINAMOpress
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