Oggi a Crotone terza udienza Processo di CutroRiceviamo a pubblichiamo dalla Rete 26 Febbraio
Oggi Lunedì 9 giugno presso il Tribunale di Crotone ci sarà la terza udienza,
dopo il 12 e il 26 maggio, del procedimento per la strage avvenuta all’alba del
26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro che vede imputati 6 militari, 4 della
guardia di finanza e 2 della guardia costiera con l’accusa di naufragio e
omicidio colposo plurimo.
Circa 130 sono state le richieste di costituzione di parte civile depositate,
tra cui molte associazioni ed enti, oltre a superstiti e parenti degli
scomparsi.
Il 26 febbraio del 2023, a circa una cinquantina di metri dalla riva di Steccato
di Cutro, persero la vita tantissime persone provenienti da Palestina, Siria,
Turchia, Tunisia, Iran, Somalia ed un gran numero di persone provenienti
dall’Afghanistan che viaggiavano sul caicco Summer Love.
Finora 94 sono stati i morti accertati, tra cui 35 minori e almeno altri venti
dispersi i cui corpi non sono stati ritrovati, anche se è difficile determinare
con esattezza il numero dei dispersi.
La presenza in mare del caicco che viaggiava, con molta difficoltà carico di
persone, era stata già rilevata e dunque nota alle Autorità competenti, ma
nessuno intervenne, neanche alle successive richieste di aiuto.
I giorni a seguire furono un susseguirsi di parenti che arrivavano da Europa ma
anche da Stati Uniti e altri paesi ma anche di informazioni non corrette e
segnalazioni e richieste delle associazioni alle Autorità.
E lacrime e dolore, corpi che vagavano alla ricerca di risposte e tracce.
Nulla potrà mai descrivere quei giorni che si trascinavano, con disperazione,
all’interno del Palamilone allestito per accogliere le bare e lungo la spiaggia
di Steccato di Cutro dove per centinaia di metri erano esplosi frammenti di vita
e di morte.
Il 9 marzo 2023, oltre 40 associazioni della società civile italiana ed europea
presentarono un esposto collettivo alla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Crotone per chiedere verità sul naufragio, per l’accertamento dei
fatti, per aver colposamente qualificato una situazione di pericolo in mare come
evento di immigrazione illegale senza aver considerato gli obblighi di tutela
della vita umana in mare derivanti dal diritto internazionale e implementati
nella legislazione nazionale.
Da allora, familiari e superstiti e le associazioni che si costituirono nella
Rete 26 Febbraio, tutte e tutti testimoni di una tra le più grandi stragi alle
frontiere, chiediamo verità e giustizia.
Verità e giustizia per i morti, per i dispersi, per i superstiti, per i
familiari che non possono neanche venire a visitare i luoghi di sepoltura.
Per tutte le stragi, anche sconosciute, per le politiche di frontiera, in mare,
in terra, ai confini.
A seguito dell’udienza del 26 maggio, 25 associazioni sono state escluse anche
come richiesto dai difensori degli imputati nel procedimento.
Sono state invece ammesse, le ONG e tutte e tutti i superstiti e i familiari
delle persone scomparse.
Nonostante l’esclusione dal processo della costituzione di parte anche delle
associazioni che operano per i diritti delle e dei cittadini stranieri e per la
verità e giustizia per tutti i morti durante la migrazione a causa delle
politiche di frontiera, in mare e in terra, continueremo a seguire il processo,
a pretendere che sia restituita verità anche attraverso l’accertamento delle
responsabilità di coloro che hanno consentito che l’ennesima strage si compisse.
Continueremo a chiedere giustizia e ad essere accanto a familiari e superstiti e
ai loro avvocati, anche durante il processo.
Pur consapevoli che il processo in corso non potrà restituire le tante vite
perse e i sogni infranti, abbandonati e lasciati affogare a pochi metri dalla
riva, né risarcire il dolore dei superstiti dispersi in terra o la violenza per
l’assenza di risposte e la violazione del lutto, riteniamo importante
l’ammissione al processo di superstiti e familiari, così come l’ammissione delle
ONG.
Noi come Rete, cammineremo con loro e accanto a loro, mai un passo avanti o
dietro, perché la loro richiesta di verità e di giustizia l’abbiamo fatta nostra
a partire dal 26 febbraio 2023. Saremo fuori dai tribunali anche per chi non c’è
più o non può esserci, con le nostre voci perché l’oblio non sia una
possibilità.
E, riprendendo il Documento conclusivo del recente Convegno di Crotone per il
secondo anniversario della strage di Cutro, continueremo a portare
all’attenzione delle istituzioni, locali e nazionali, le questioni necessarie e
urgenti, perché quello che è successo a Cutro e nelle altre stragi, possa non
accadere più.
La strage di Cutro, non la prima e purtroppo neanche l’ultima, costituisce
l’ennesima ferita.
Non abbiamo dimenticato, non dimenticheremo, non smetteremo di parlarne.
Per chi ce l’ha fatta, per chi non ce l’ha fatta, per i familiari, per noi.
Redazione Italia