Dopo i grandi nomi di YouTopic Fest 2025, uno sguardo al futuro: l’edizione 2026 sarà dedicata al tema “Inquietudine – come custodire la scintilla dell’umano?”
Dopo tre giorni intensi di incontri, riflessioni e visioni condivise, si è
conclusa oggi la nona edizione di YouTopic Fest, il festival internazionale
promosso da Rondine Cittadella della Pace. Un evento che ha proposto più di 40
appuntamenti e 70 relatori tra panel, workshop, performance artistiche e momenti
di dialogo intergenerazionale, riunendo giovani da tutto il mondo insieme a
esperti, artisti, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni e cittadini
animati da una forte volontà: affrontare il conflitto come opportunità di
trasformazione.
“Spero che attraverso di voi il virus buono si sparga nel mondo a macchia
d’olio. Qui si scopre che gli uomini non sono nemici tra loro, ma qualcuno vuole
armarli l’uno contro l’altro. Questo film è una metafora dell’essere nemici
anche in tempi di pace: l’uomo che insegue il potere ha messo in conto il
sacrificio di altri uomini.”
Con queste parole ieri sera, alle 21.00, Gianni Amelio regista e produttore ha
commentato “Campo di Battaglia”, il suo ultimo film. Un’opera intensa, che
interroga le coscienze e si confronta senza sconti con i conflitti della nostra
epoca, nel segno di una narrazione che cerca l’umano anche laddove tutto sembra
perduto. Il Teatro Tenda si è riempito per accogliere con emozione la pellicola.
In quest’ultimo giorno di Festival, invece, nel corso della mattinata si è
tenuta una conversazione intensa e partecipata all’“Angolo del
Conflitto” tra Agnese Pini, direttrice di Quotidiano Nazionale e presidente
della casa editrice Longanesi, e il giornalista Andrea De Angelis.
“Speranza è una parola difficile da riempire. Ognuno fa una piccola parte,
incarnare la propria parte si avvicina alla speranza. Se i contenuti sono troppo
grandi non ci provi neanche. Fai le cose piccole è molto ma intanto costruisci.
Siamo in un sistema di regole ma in certi momenti le regole vanno infrante e a
quel punto ci vuole una coscienza profonda. 80 anni fa, sono un soldato, mi
ordinano di uccidere, la regola è ubbidire. Ma la coscienza dice il contrario e
in quel momento sei chiamato a rispondere. Come facciamo a dire di no a
quell’ordine? Il coraggio è un muscolo etico.” Ha commentato la direttrice Pini.
Il confronto ha toccato temi cruciali come l’etica dell’informazione, il ruolo
della stampa in un tempo attraversato da crisi multiple, e la responsabilità del
linguaggio pubblico.
A seguire, sempre al Teatro Tenda, l’incontro “Perché il razzismo fa
ridere” con Michele Serra ha saputo intrecciare ironia e pensiero critico in un
viaggio lucido tra gli “ismi” contemporanei, decostruendo stereotipi e banalità
con la forza sottile dell’umorismo.
“Questo è un posto che raccoglie storie difficili, anche storie tragiche. Eppure
si respira allegria, e ho visto un sacco di ragazzi ridere”. Afferma parlando di
Rondine.
“La domanda da farsi, ed è bello farsela insieme, è dunque questa: che cosa
abbiamo da ridere, tutti quanti, in un mondo nel quale, non da oggi, la tragedia
è parte della vita quotidiana di molti popoli? Ridiamo perché siano incoscienti?
Perché siamo cinici? Perché siamo stupidi? Ridiamo perché non sappiamo che ci
sono le guerre, la violenza, che il potere spesso non è un servizio, è un
crimine? No. Ridiamo perché ne abbiamo facoltà. Il senso dell’umorismo è proprio
una di queste acquisizioni culturali. Una vera e propria tappa dell’evoluzione.”
Alle 12.00, lo stesso palco ha accolto il cantautore e attivista Giovanni
Caccamo, in dialogo con Sergio Valzania e con la partecipazione della
studentessa di Rondine Valeriia.
“Da 4 anni chiedo ai giovani cosa cambierebbero della società e in che modo. I
ragazzi hanno interrotto la macchina dei sogni. Ciascuno di noi deve tornare a
credere nei propri strumenti interiori, l’uomo deve tornare al centro. Tante
cose possiamo fare per cambiare il mondo: azione, piccoli segnali di
cambiamento, Rondine per questo mi piace tantissimo. La guerra ci fa sentire
impotenti, possiamo riflettere sui conflitti. Cercare di sciogliere questi nodi
è centrale, la persona con cui non ci siamo riconciliati, quelli ai quali non
abbiamo chiesto scusa.”
L’incontro ha attraversato il legame tra creatività, responsabilità e pace,
offrendo una testimonianza autentica sul potere della musica e delle parole per
ispirare consapevolezza e impegno.
“Dissi a mia madre: voglio fare il cantautore. E lei: sì, ma che lavoro farai?
In Sicilia era il regno della lentezza, immotivato, e in Lombardia il regno di
chi corre in tondo, altrettanto immotivato. Anni a girare a vuoto, fino
all’incontro con Franco Battiato. Mi apposto, gli mollo il CD. “C’è un CD? Bene,
ciao, ci vediamo alle 11 in spiaggia domani”. Mi presento, lui aggiunge: “Faccio
un bagno e torno, produco il tuo cd”. La lentezza siciliana ha pagato.”
Al Centro Internazionale di Formazione, invece, si è svolto il panel “Oltre
vittime e colpevoli: approcci educativi e riparativi che immaginano strade di
riconciliazione”, che ha approfondito il potere trasformativo della giustizia
riparativa e di quella di transizione, in dialogo con l’approccio educativo
del Metodo Rondine. A confrontarsi sono state voci di rilievo come Claudia
Mazzucato, professore associato di diritto penale nella Facoltà di Scienze
politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Laura
Hein e Emanuela Biffi dell’European Forum on Restorative Justice, e la Rondine
d’Oro Elina Khachatryan già studentesse internazionali della World House di
Rondine, moderate dalla Adelina Tërshani anche lei studentessa di Rondine.
Ha voluto approfondire Claudia Mazzucato: «Il diritto sono regole di
comportamento, che generano la possibilità di avere fiducia e aspettative
sociali rispetto ai comportamenti degli altri, dove anche le autorità si
sottomettono a queste, che sono fondamentali per vivere in pace: non ci sono
luoghi dove si possa vivere senza regole».
«La giustizia riparativa inizia dove si ferma quella penale, mettendo al centro
le persone che sono state colpite da un conflitto, chi il danno lo ha subito e
chi lo ha provocato, con processi di dialogo tra queste parti, prendendosi le
responsabilità e riconoscendosi negli altri tramite questo dialogo» ha aggiunto
Laura Hein, dell’European Forum on Restorative Justice.
Nello stesso momento, nella Chiesina, il workshop esperienziale “Double Wing
Synergy”, guidato da Simone Rosati, ha esplorato la possibilità di una danza
creativa tra umano e artificiale, offrendo uno spazio di movimento e riflessione
sul rapporto tra corporeità e intelligenze emergenti.
Il culmine artistico si raggiunge nel tardo pomeriggio con il concerto di
chiusura “Immagina di Volare” dell’Orchestra Giovanile CinqueQuarti Abreu
“Toccati dalla musica” di Piacenza, composta da 130 ragazzi, un progetto che
incarna i valori dell’inclusione e della cittadinanza attiva attraverso la
pratica musicale collettiva. L’esibizione ha emozionato e unito il pubblico in
un’atmosfera di bellezza condivisa.
Fondamentale e accorato il coinvolgimento del pubblico al momento di sintesi
collettiva “Verso YouTopic Fest 2026”, dove sono emerse testimonianze cariche di
emozione, speranza e gratitudine. Nel corso dell’incontro, il pubblico ha potuto
partecipare attivamente a un momento corale di restituzione e ascolto: studenti,
relatori, cittadini e partecipanti hanno condiviso riflessioni e spunti emersi
durante il Festival, sottolineando la necessità di continuare a costruire spazi
in cui le differenze non siano muri, ma porte aperte.
È proprio in questa cornice che Franco Vaccari, presidente e fondatore di
Rondine, ha annunciato il tema della prossima edizione, che guiderà il lavoro di
un intero anno e sarà il cuore di YouTopic Fest 2026, in programma dal 5 al 7
giugno 2026:
“INQUIETUDINE – Come custodire la scintilla dell’umano?”
Un invito a raccogliere l’eredità viva di questa edizione e mettersi in cammino
sin da ora, per continuare ad allenarsi all’ascolto, alla trasformazione e alla
ricerca del senso profondo dell’umanità.
Infine, a concludere il Festival è stato il Giubileo delle culture, dei popoli e
delle religioni, una celebrazione interreligiosa presieduta dal vescovo di
Arezzo, Mons. Andrea Migliavacca, insieme a rappresentanti di diverse fedi che
si è tenuta nella Cappellina di Rondine, riconosciuta come Chiesa Giubilare,
luogo di preghiera e pellegrinaggio in occasione dell’Anno Santo. Una preghiera
corale che ha salutato questa edizione, benedicendo il cammino futuro e
ricordando che la spiritualità può essere fonte di incontro, e non di divisione.
“A Gerusalemme ci sono popoli da tutte le parti del mondo che parlano lingue
diverse, ma tutte si trovano radunate, capite, accolte dal dono dello Spirito
Santo. La celebrazione a cui stiamo partecipando vuole celebrare oggi, nel
giorno di Pentecoste, lo Spirito che raduna, che regala la lingua, che ci
permette di comunicare, di creare legami tra di noi, lo Spirito che ci dona la
pace” ha commentato il Vescovo.
La conclusione di YouTopic Fest 2025 ha rappresentato molto più di un semplice
arrivederci. È stata l’occasione per rileggere insieme il cammino percorso,
riconoscendo la forza generativa dei conflitti affrontati con strumenti nuovi,
visioni condivise e linguaggi capaci di parlare al cuore delle persone.
L’appuntamento è quindi per il prossimo anno, con nuove domande, nuove sfide e
lo stesso spirito che rende ogni edizione unica: quello di una comunità globale
che, partendo da un piccolo borgo toscano, continua a credere che la
trasformazione sia possibile. Insieme.
Redazione Toscana