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Abbattimento di alberi a Stresa, in nome della “sicurezza”
DIFFIDA DI ITALIA NOSTRA VERBANIA-CUSIO-OSSOLA AL TAGLIO DELL’ALBERATA DELLA FONTE PURISSIMA SUL LAGO MAGGIORE. I vecchi faggi ultracentenari della strada panoramica Baveno – Levo di Stresa – Gignese (VB) sono a grave rischio di abbattimento, proprio in questi giorni estivi tra la fine di luglio ed i primi di agosto 2025. Sono magnifici esemplari di Fagus sylvatica che da sempre ne ombreggiano lunghi tratti, spesso percorsi da ciclisti in escursione. Ne siamo venuti a conoscenza per caso percorrendo la Provinciale n.39: un cartello mobile informa gli automobilisti e i mezzi di trasporto pubblico che dal 28/07 al 08/08 la strada sarà chiusa al traffico, esclusi i giorni festivi e prefestivi. La sospensione della circolazione diurna è stata decretata dalla Provincia del VCO – Settore II – Lavori pubblici – Servizio viabilità, con Ordinanza dirigenziale n°355 del giorno 22 di questo mese, per lavori di taglio piante, i cui tronchi e ramaglie di risulta verranno rimossi “al fine della tutela della pubblica incolumità e sicurezza del transito”. La chiusura della S.P. n°40 è stata richiesta alla Provincia dal Comune di Stresa il giorno 21 di Luglio, a motivo di “lavori di taglio faggi” (prot. 13695), evidentemente radicati a bordo strada. Di questo protocollo, citato nell’Ordinanza, non vi è traccia sull’Albo Pretorio del Comune di Stresa, così come abbiamo potuto verificare che non sono stati esposti atti deliberativi degli Organi dell’Ente locale, né determinazioni a contenuto dirigenziale, né ordinanze contingibili e urgenti dai quali sia possibile rilevare l’entità dei lavori di taglio dei faggi indicati nell’ordinanza dell’Ente Provincia VCO.  Preoccupa però la durata della interruzione della circolazione che è tale da far stimare l’esecuzione di importanti e massive opere di taglio. Il rischio è che il quadro paesaggistico storicamente consolidatosi, rappresentato dalla “panoramica” di Levo, possa essere compromesso in maniera irreversibile e definitiva. Se è dubbio che dell’alberata in questione si debba ancora verificare la tutela monumentale prevista dall’art. 10 del Codice dei Beni Culturali di cui al D.Lgs. 42/2004 e s.m.i., è pur vero che vale la presunzione di tutela e che nell’area prevalentemente boscata attorno a quella strada vige il vincolo paesaggistico nei termini di legge. Considerando a questo punto l’assoluta mancanza di trasparenza con la quale il Comune di Stresa sta operando e la impossibilità di compiere alcun sindacato nel merito di atti che, ad oggi, non sono stati posti a conoscenza del pubblico, nell’intento quindi di prevenire ogni irreversibile danno ad un quadro paesaggistico storicamente consolidatosi e come tale ampiamente riconosciuto, Italia Nostra sezione del VCO ha inviato in via cautelativa un atto di diffida agli Enti coinvolti nei lavori di taglio alberi, prima che si sentano risuonare le motoseghe fino a bordo Lago per almeno una decina di giorni. ITALIA NOSTRA aps da 70 anni si occupa della salvaguardia e della valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici della Nazione, attraverso una rete di sezioni territoriali, presidiate da soci volontari. Sono concittadini particolarmente sensibili e appassionati verso le bellezze delle proprie terre di appartenenza, ereditate da donne e uomini lungimiranti, che le hanno sapute conservare, amate, fino a noi. In virtù dei propri compiti statutari, Italia Nostra VCO ritiene suo dovere compiere ogni azione di sensibilizzazione o legale, affinché gli interventi sulle bellezze naturali tutelate dalle leggi avvengano nel rispetto e in osservanza delle norme vigenti; nella fattispecie, in assenza o in difetto degli atti autorizzativi e delle prescrizioni che dispongono qualsiasi provvedimento di rimozione del bene; anche se difronte all’urgenza o in presenza di un’opera idonea a garantire l’incolumità pubblica. Tuttavia, si tenga in debita considerazione che tra gli anni 2019/2021, tutti gli esemplari dei radicati faggi in oggetto sono stati sottoposti a perizia agronomica atta a valutare le loro condizioni di sicurezza e la propensione al rischio di caduta. A seguito di detta perizia, sono stati effettuati in precedenza un consistente numero di tagli di singoli esemplari, nonché adottate e messe in atto opere di protezione su singoli specifici faggi, così da ritersi esclusa per un congruo tempo l’esistenza di ulteriori rischi per la sicurezza stradale. Per ultimo, Italia Nostra VCO ci tiene a far sapere all’opinione pubblica che presso la Commissione Regionale per la individuazione delle tutele di beni di valenza paesaggistica, pende una proposta, avanzata da questa stessa Associazione al Governo del Piemonte, per il riconoscimento di viale storico delle piante di faggio radicate lungo la medesima tratta stradale, nonché di imposizione di tutela paesaggistica specifica per la medesima alberata. Beura Cardezza, 25 Luglio 2025 Redazione Italia
Pini abbattuti a Ravenna,   scempio sotto al sole
Giovedì mattina 17 luglio, all’alba, le motoseghe sono entrate in azione nel viale alberato di Lido di Savio, abbattendo i pini, 𝐢𝐧 𝐩𝐢𝐞𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐛𝐚𝐥𝐧𝐞𝐚𝐫𝐞. Da viale alberato a viale deserto in Italia è un attimo. Ma in piena emergenza climatica, con le città roventi, abbattere alberi è ancora più assurdo.  Da un anno va avanti il braccio di ferro tra comitati e Comune di Ravenna. Sui 49 pini del viale pende il progetto del “Parco Marittimo” finanziato con fondi PNRR. Lido di Savio ricade nel 4° stralcio del progetto insieme a Casalborsetti per 2 milioni 750 mila euro. “17 pini furono già abbattuti in febbraio 2024. Dieci in questi giorni con la scusa della loro pericolosità. I rimanenti 39 li abbatteranno nei prossimi mesi, a meno di una svolta da parte dell’amministrazione” spiega Claudia Lanzillotta, portavoce del Comitato Salviamo i Pini di Lido di Savio.   Nel maggio scorso le nuove elezioni avevano visto vincere il sindaco Barattoni (PD) successore di De Pascale (eletto a sua volta presidente della Regione) sostenuto da un “campo largo”: alleati anche 5 Stelle e Avs, che nonostante consiglieri e assessori, poco hanno fatto per fermare lo scempio.  “Le prove di trazione che hanno condannato i dieci pini sono costate ben 23 mila euro e sono state firmate da “Progetto Verde”, di Giovanni Morelli. Le prove però sono state subito contestate da luminari del calibro di Daniele Zanzi e dall’ideatore delle prove di trazione, l’ingegnere tedesco Wessolly, che ha scoperto un errore palese e decisivo da parte dell’esperto nell’ipotizzare il carico del vento sui pini, che sono fortemente protetti dagli edifici, contestando quindi numericamente la condanna a morte di alberi sani. Da qui il ricorso al Tar, perso, e poi l’appello al Consiglio di stato. Abbiamo anche presentato una denuncia perché si indagasse sull’utilizzo dei soldi pubblici. Ma prima ancora che la  Procura potesse effettuare indagini e test sugli alberi, e prima che il consiglio di stato si potesse pronunciare, gli alberi sono stati abbattuti” denunciano gli attivisti. “I servizi ecosistemici forniti dall’alberata sono pari a 200 mila euro l’anno. È stato presentato da un professionista persino un progetto per ripristinare il viale rispettando quello già approvato ma conservando i pini. I cittadini non si oppongono al “Parco Marittimo”, ma solo alle distruzioni scellerate” continuano da Italia Nostra Ravenna.  I pini italici del viale sono il simbolo di Ravenna, gli stessi romani piantarono le pinete. Che senso ha sostituirli con piante autoctone? Cosa c’è di più autoctono di piante che stanno lì da millenni e sono il simbolo della città? Come racconta Claudia Lanzillotta, “Il Comune di Ravenna ci aveva garantito un incontro non appena emessa la sentenza del TAR, proprio per un confronto pubblico da tenersi direttamente a Lido di Savio. Invece, appena emessa la sentenza, hanno deciso di abbattere. Senza attendere la conclusione delle indagini, il ricorso al Consiglio di Stato, nulla. E la possibilità di un confronto pubblico è ora completamente sfumata”. Ad aprile scorso, due attiviste, chiamate in caserma, sarebbero addirittura state intimidite. L’ufficiale avrebbe detto loro che, se si fossero legate agli alberi per impedire l’abbattimento, avrebbero subito un TSO. È democrazia minacciare l’utilizzo di un trattamento sanitario che dovrebbe essere richiesto da medici e solo per motivi sanitari, applicato invece per motivi di ordine pubblico? Linda Maggiori
Nessuno tocchi il torrente del Solstretto e il passo dell’avifauna protetta
Nei cieli dei crinali di Corella e di Villore lo scorso fine settimana sono apparse due coppie di Grifoni (Gyps fulvus) a conferma delle caratteristiche dell’area ad alta concentrazione di biodiversità che richiede l’immediato riconoscimento ad area tutelata inidonea a impianto industriale eolico e una speciale protezione in quanto zona cuscinetto di espansione ai confini del Parco Nazionale Foreste Casentinesi. Il Grifone ha priorità di conservazione secondo la Direttiva Uccelli (2009/147/ CE), come altri rapaci già segnalati agi Enti competenti su questi crinali. La recente osservazione riveste infatti grande importanza perché conferma la funzione di corridoio ecologico di questa parte dell’Appennino quale cerniera naturale di congiunzione tra l’arco alpino e la penisola tutta nei confronti dei grandi uccelli veleggiatori. La LIPU Italia e l’Associazione Altura Rapaci hanno segnalato e informato da tempo le Istituzioni della presenza dell’areale stabile dell’Aquila reale sul Monte Giogo di Villore, allegando le mappe satellitari che in questi anni hanno rilevato gli spostamenti dell’aquila Gaia monitorata con GPS satellitare, così come attestano le puntuali Relazioni aggiornate del Parco Nazionale Foreste Casentinesi. Le Associazioni Atto Primo, Italia Nostra, Comitato Tutela Crinale Mugellano, attualmente aderenti alla Coalizione ambientale TESS, Transizione Energetica Senza Speculazione, da anni segnalano agli Enti competenti la presenza di avifauna e fauna protetta da Direttive Comunitarie e Leggi Regionali nei territori di Villore e Corella, nell’Appennino Mugellano. L’area Villore Corella vede la presenza riconosciuta e attestata di 7 specie protette di chirotteri fondamentali nella catena ecologica, indispensabili per le funzioni da loro svolte, riguardo alla salute delle foreste e dei prodotti agricoli; dal 2023 le Associazioni e il Comitato attestano la presenza nel torrente del Solstretto della Salamandra pezzata e di un prezioso bioindicatore di acque di elevata qualità, il crostaceo a rischio di estinzione Austropotamobius pallipes complex, confermata da attuale monitoraggio segnalato al Comando Carabinieri Forestali competente. L’habitat dell’Austropotamobius è protetto da Legge Regionale 30/2025 Allegati in L.R. 56/200 e anche dalla Direttiva Habitat 21 maggio 1992. Siamo inoltre prossimi alla Zona a Speciale Protezione Muraglione-Acquacheta di grande pregio paesaggistico e naturalistico. Il Torrente del Solstretto è anche l’habitat protetto del Gatto selvatico che sia nel 2024 che nel 2025 è stato identificato e riconosciuto nell’ambito del Progetto italiano scientifico sul Felis silvestris silvestris. La scorsa settimana sono stati segnati con le X dell’abbattimento “alberi meriggio”, memoria della Transumanza in Appennino, sul Sentiero 00 tagliato, sbancato e interrotto, e faggi adulti dentro l’impluvio del torrente del Solstretto le cui sorgenti scaturiscono dal monte poco più in alto. Il Torrente del Solstretto è anche l’habitat della Salamandra pezzata e della Salamandrina perspicillata protette da Direttive Comunitarie e Regionali. Il torrente del Solstretto e la sua rete idrografica sono fondamentali per la produzione del marrone biondo di Villore. Il Solstretto è il principale alimentatore dell’acquedotto pubblico del Comune di Vicchio di Mugello, Firenze. Entro breve verrà sbancato un costone sopra il torrente per eliminare una curva troppo stretta per i mezzi eccezionali, verrà abbattuta la faggeta, riempito l’impluvio, con cosa? Con i detriti dello sbancamento del costone? Verrà tombato nel cemento il torrente per farci passare la strada per i mezzi speciali che trasporteranno pale eoliche alte 160 metri, prima 170 metri sopra crinali oltre i mille metri, di cui la più vicina al torrente, è prevista proprio sopra la sua rete idrografica e proprio sul passo dell’avifauna in migrazione del Parco Nazionale Foreste Casentinesi. Il passo e i crinali devono invece rimanere assolutamente liberi e l’habitat del torrente del Solstretto deve rimanere inalterato per la conservazione della qualità delle acque, della microflora, della microfauna e delle specie protette. La presenza di torri eoliche su montagne e crinali con i loro ampi e profondi basamenti di cemento con sottostanti micropali che mai verranno tolti costituisce una grave minaccia per tutti gli uccelli rapaci e in particolar modo per i grandi veleggiatori a priorità di conservazione quali aquile, nibbi, pecchiaioli, falchi e grifoni; questi ultimi, per la loro grandezza e metodologia di esplorazione del territorio effettuata anche in gruppi di individui, sono particolarmente esposti a collisioni fatali come testimoniano le tante morti accertate negli ultimi anni a ridosso d’impianti eolici nell’Appennino. La tutela di specie protette si garantisce solo con la salvaguardia e la conservazione degli ambienti naturali. Chiediamo urgentemente di fermare i lavori per il rispetto delle normative tuttora vigenti in materia di tutela ambientale e di vincolo paesaggistico, dato il disastro ambientale in atto che ha già prodotto la frana sul Giogo di Corella e il rischio per 14 km di Sentieristica Nazionale, Europea e GEA di venire definitivamente e irreversibilmente interrotta, cementificata e industrializzata. Fermiamo questo impianto industriale eolico sui confini del Parco Nazionale che è talmente folle da essere davvero motivato solo dall’intento di acquisire un precedente accreditato per industrializzare e devastare tutto l’Appennino. Questo Impianto deve essere fermato per procedere a una Transizione ecologica rispettosa della vocazione dei territori dell’Appennino Mugellano al turismo naturalistico ed escursionistico, alla salvaguardia delle produzioni locali e alla protezione dei confini del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, le cui foreste sono state riconosciute come Patrimonio Mondiale UNESCO. Comitato Tutela Crinale Mugellano – Crinali Liberi – Coalizione ambientale TESS Transizione Energetica Senza Speculazione. Redazione Toscana