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Un paese da spolpare. Così la Troika ha messo le mani sul futuro di Kiev /1
La grande privatizzazione è appena iniziata. L’Ucraina indebitata non ha altra scelta che rispettare le condizioni dei suoi prestatori, abilmente travestiti da alleati disinteressati. Unione Europea e Fondo monetario internazionale stanno disegnando il futuro del Paese, sconvolto da tre anni di guerra, con un debito pubblico raddoppiato, 7 milioni di emigrati, […] L'articolo Un paese da spolpare. Così la Troika ha messo le mani sul futuro di Kiev /1 su Contropiano.
CALCIO – BUSINESS: CELLINO NON PAGA, IL BRESCIA CALCIO SPARISCE DOPO 114 ANNI ININTERROTTI DI STORIA.
Brescia: dopo quasi 114 anni di storia, il Brescia Calcio – squadra della città da cui trasmettiamo, nata il 17 luglio 1911 dalla fusione di Gimnasium, Victoria e Unione Sportiva Bresciana – va verso il fallimento tecnico e la perdita della matricola sportiva, per la prima volta in oltre un secolo di storia, “grazie” alla gestione targata Massimo Cellino. Una parabola, quella dell'(im)prenditore sardo, iniziata nel 2017. Pochi mesi prima, lo stesso Cellino era stato (caldamente) “accompagnato” alla porta, dalla guida del club inglese del Leeds, dove era rimasto solo tre anni, tra non pochi problemi – dalla natura più che disparata – fin dal turbolento acquisto, avvenuto nel 2014. Tornando a Brescia: alle ore 15 di oggi, venerdì 6 giugno, sono scaduti i termini per pagare dipendenti, contributi e la prima rata dei debiti col fisco, vicenda che era già costata a fine maggio la retrocessione in serie C alle Rondinelle (in primo grado sportivo). Cellino non ha versato i circa 3 milioni di euro necessari a iscrivere la squadra la prossima stagione, di fatto mandando tutto gambe all’aria, sia per i calciatori che per i dipendenti e collaboratori. A Brescia le prime proteste: già in mattinata in via Ferramola, la sede celliniana da giorni presidiata da Polizia e funzionari Digos, e nel pomeriggio in Loggia, sede del Comune, che cercherebbe – ma il condizionale è d’obbligo – di capire se una delle tre squadre della provincia bresciana di serie C (Feralpi Salò, Lumezzane e Ospitaletto) sia disposta a trasferisi al Rigamonti, cambiando – seppur non immediatamente, viste le regole federali – nome e residenza, pur senza la continuità sportiva con le storiche Rondinelle. L’unica certezza, per ora, è la fine della storia biancoblu, almeno così come conosciuta dal 1911 a oggi: un patrimonio sportivo e sociale di proprietà di un’intera tifoseria (seppur nella sua complessità e diversità di posizioni), a ora senza una risposta su quale sarà il futuro delle Rondinelle, tanto per la prima squadra professionista quanto per i bambini e ragazzi del settore giovanile, già completamente desertificato durante la gestione celliniana. Su Radio Onda d’Urto il confronto a due voci tra Diego Piccinelli, portavoce del gruppo ultras “Brescia 1911 Ex Curva Nord” e Alessandro Lucà, tifoso biancoblu, già candidato sindaco alle elezioni amministrative 2023 per Unione Popolare, M5S e Pci oltre che animatore, esattamente dieci anni fa, dell’associazione “Tifosi PER il Brescia”, nata per favorire la partecipazione popolare e dal basso, caldeggiando metodi come l’azionariato popolare per il club. Ascolta o scarica