Il punto sul weird: tra riscoperte e prime edizioni
Molte interessanti uscite nel campo del weird negli ultimi mesi. Cerchiamo di
tracciarne un rapido panorama editore per editore.
Cominciamo da Hypnos che continuando la pubblicazione dell’opera omnia di Robert
Aickman (1914-1981) delle cui strange stories ci siamo più volte occupati, manda
in libreria ben due titoli dell’autore britannico: Intrusioni, (pp. 300, euro
24,90 stampa) la sesta e probabilmente ultima raccolta di tutti i racconti
fantastici e un romanzo uscito nel 1964 The Late Breakfaster, titolo
splendidamente ambiguo e suggestivo ma di difficile adattamento in italiano
(Quelli che fanno colazione tardi ?… Improponibile…), si è optato per l’assai
meno accattivante Il ballo esplosivo (pp.324, euro 18,90 stampa). Non ho avuto
modo di leggere il romanzo, quindi non sono in grado di commentarlo, ma ho
invece divorato Intrusioni, che raccoglie gli ultimi racconti scritti da Aickman
prima della sua prematura scomparsa. L’abituale laconicità dell’autore nel
presentare il soprannaturale, tanto da sfiorare spesso l’incomprensibilità, è in
questi testi massima: ammetto di preferire altre raccolte più compatte come Sub
Rosa o Cold Hand in Mine, ma anche questo Intrusions offre capolavori del non
detto e dell’ambiguo come Il guanto, L’altra radura o Lettere al postino,
assolutamente impossibili da etichettare – non ghost-stories perché di fatto non
c’è alcun fantasma almeno nel senso classico, eppure proprio per questo
supremamente inquietanti. La mia preferita della raccolta è però anche la più
esplicita Lo sfondamento (The Breakthrough), storia che ha a che fare con il
folklore scozzese ed il banshee, lo spettro familiare annunciatore di morte.
Oltre ad Aickman, Hypnos ripropone anche una nuova antologia di un autore che ha
contribuito a far conoscere in Italia, Stefan Grabinski (1887-1936), il
cosiddetto Poe polacco, di cui aveva già pubblicato nel 2012 Il villaggio nero
(pp.290, euro 21,90 stampa) e di cui oggi fa uscire Racconti spettrali (pp. 248,
euro 21,90 stampa). Anche questa raccolta non ho potuto ancora leggerla ma
giudicando dalla precedente non ho dubbi sulla qualità e l’interesse dei
racconti presentati.
Dopo Hypnos passiamo all’altra casa editrice più importante del panorama weird
italiano, Agenzia Alcatraz, che proseguendo con la sua collana Bizarre la
pubblicazione dei classici fantastici di lingua francese propone ancora il
maestro belga Jean Ray (1887-1964) e la raccolta con la quale esordì nel 1925, I
racconti del whisky (pp. 274, euro 17,00 stampa). Questa edizione riprende il
volume omonimo già pubblicato nel 2013 da Hypnos (e oggi esaurito) ma aggiunge
tre racconti in più non appartenenti alla raccolta originale. Il primissimo Jean
Ray non ha qui ancora scelto, come farà in seguito, il fantastico e il
soprannaturale come campo unico del suo estro creativo e alcuni racconti non
sono propriamente pertinenti al genere: resta però in tutti il fascino
invincibile dell’autore, le sue ambientazioni in città portuali del nord Europa,
Olanda, Belgio, Inghilterra, Germania anseatica, con le nebbie, i flutti, le
navi all’ancoraggio, i vicoli e le taverne e i suoi personaggi “marinai,
contrabbandieri, tagliagole, prostitute, tutti accomunati da un sorso di whisky
(o più di uno) al momento giusto”. Un vero e proprio classico che si accomuna,
godibilissimo, alla seguente uscita recente di Alcatraz, altrettanto famigerata,
Le confessioni di un peccatore eletto (pp.324, euro 18,00 stampa) di James Hogg
(1770-1835), un’altra di quelle opere inetichettabili che utilizza la struttura
del romanzo gotico, all’epoca della sua pubblicazione (1824) in pieno rigoglio,
per sferrare una potente accusa contro il puritanesimo e i suoi eccessi. La
storia di Robert Wringhim, cresciuto da un fanatico pastore calvinista, che
diventa, preda di un delirio purificatore, un efferato serial-killer in nome
della dottrina della predestinazione, fece scandalo quando uscì e fu considerato
un romanzo blasfemo, anti religioso e contrario alle pubbliche istituzioni,
oltre a dare spunto a R. L. Stevenson, che ne fu ammirato lettore, per il suo Lo
strano caso del dott. Jekyll e di Mr. Hyde.
Agenzia Alcatraz sta inoltre varando altre lodevolissime iniziative che la
pongono ben al di sopra del semplice ruolo di casa editrice di genere: ad
esempio, dopo il successo del capolavoro iconoclasta Lucifero e la bambina
(pp.448, euro 16,00 stampa) – di cui ci siamo già occupati su Carmilla – ha
intrapreso la pubblicazione integrale delle opere ingiustamente censurate e
dimenticate di Ethel Mannin (1900-1984), scrittrice e attivista politica
femminista, anarchica e socialista radicale, per un certo periodo compagna di
Bertrand Russel, dedicandole un’intera collana, Etheliana, a cominciare da La
strada per Be’er Sheva, romanzo che spero di poter presto recensire, che si
propose di narrare la Nakba palestinese del 1948 in opposizione al
sopravvalutato Exodus di Leon Uris, libello di bieca propaganda filoisraeliana.
In un momento come questo, in cui assistiamo increduli al genocidio di Gaza e
alla soluzione finale del problema palestinese ad opera del fascismo israeliano,
la pubblicazione del libro sincero e appassionato della Mannin ci sembra un
doveroso atto politico che va incoraggiato e sostenuto con ogni mezzo: i nostri
complimenti a Max Baroni e a tutta la Agenzia Alcatraz.
Altra interessante notizia è il passaggio de La biblioteca di Lovecraft, collana
diretta e curata dagli amici Jacopo Corazza e Gianluca Venditti e fino a questo
momento pubblicata da Arcoiris, che da qualche mese viene invece accolta tra le
collane di Agenzia Alcatraz. I primi volumi in questa nuova veste sono Il lupo
mannaro (pp.148, euro 16,00 stampa) di Clemence Housman (1861-1955) e La
promessa dell’aria (pp. 342, euro 19,00 stampa) di Algernon Blackwood
(1869-1951), seguiranno a breve altri volumi già noti ripresi dalla precedente
edizione: Il vampiro di Mistrali, I racconti della Bestia di Aleister Crowley,
Freaks di Tod Robbins e Jimbo ancora di Algernon Blackwood. Anche di questi
ultimi due volumi non sono ancora venuto in possesso ma conosco bene gli altri e
posso anticipare che la Housman, meno famosa, è stata una suffragetta e racconta
di un lupo mannaro donna in chiave ovviamente femminista; quanto a Blackwood è
fin troppo conosciuto per i suoi racconti brevi horror, il ciclo di John Silence
detective dell’occulto o capolavori come I salici o Il Wendigo, probabilmente
uno dei più raffinati scrittori britannici del fantastico. I suoi romanzi sono
meno celebrati e forse meno perfetti dei racconti ma è un utile e lodevole
compito quello assunto da La biblioteca di Lovecraft di fare conoscere anche
questi al pubblico italiano. Ne riparleremo più approfonditamente quando potrò
visionare i volumi.
Un’ultima menzione anche per gli italiani: Franco Pezzini, che già ben
conosciamo come saggista, curatore ed esperto di gotico e di esoterismo, si è
lanciato anche nella stesura di una notevole opera narrativa intitolata Morte
astrale (pp.430, euro 18,00 stampa), pubblicata da Polidoro di Napoli nella
collana Interzona, un romanzone dal ritmo sincopato che da modo all’autore di
sviscerare tutte le sue competenze nel settore dei gruppi occulti e delle sette
esoteriche, dalla Golden Dawn all’Ordo Templi Orientis, all’Astrum Argentinum di
Crowley, un’opera immaginaria così ben architettata e descritta da sembrare vera
e realmente accaduta. Infine Luca Cangianti che con Distruggi il male (pp.128,
euro 15,00 stampa), pubblicato da DeriveApprodi, riesce a coniugare impegno e
militanza politica con un plot altamente adrenalinico in cui fantascienza e
horror, ricerca storica e indagine sociale si miscelano e si sostengono
vicendevolmente in una carrellata nel tempo e nello spazio che comprende la Val
di Susa e i notav, il riflusso, la repressione e il dilagare dell’eroina negli
anni ’80, la Resistenza antinazista nella Roma occupata del ’44, e molto altro.
Insomma per gli appassionati di weird c’è da leggere per un bel po’.
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