Repressione a Panama: cresce la mobilitazione di ampi settori della società
La popolazione panamense affronta quotidianamente le vessazioni del governo di
turno e la repressione della polizia.
Intervistato da Continentes y Contenidos, programma dell’agenzia stampa
internazionale Pressenza, l’ambientalista e giornalista panamense Olmedo
Carrasquilla fa il punto sulla situazione che sta vivendo il Paese.
“Panama sta affrontando una grave crisi sociale, economica e politica. È in
corso uno sciopero a tempo indeterminato a cui hanno aderito varie sigle
sindacali, studenti, contadini, popolazioni indigene, donne e giovani, e la
popolazione non organizzata in generale”.
Le principali richieste ruotano attorno all’abrogazione della nefasta Legge 462,
che riforma in modo peggiorativo la previdenza sociale, al rifiuto dell’accordo
di intesa sottoscritto con gli Stati Uniti e della riapertura della miniera
Cobre Panamá (First Quantum Minerals Ltd), contro cui nel 2023 era stata emessa
una risoluzione di inconstituzionalità, e contro i nuovi bacini idrici per
alimentare le chiuse del canale interoceanico.
“A queste richieste se ne aggiungono altre, come ad esempio il miglioramento del
sistema educativo, sanitario e delle infrastrutture stradali, la lotta alla
corruzione e all’arricchimento illecito di pochi privilegiati, alla povertà e
alla disuguaglianza sociale”, ha affermato Carrasquilla.
Repressione
Il co-direttore di Radio Temblor ha denunciato la crescente repressione contro
la mobilitazione sociale.
“La protesta sociale viene criminalizzata e repressa. Ci sono già diversi
feriti, persone arrestate, cancellazioni di personalità giuridiche, vessazioni,
persecuzioni, campagne di diffamazione e di odio, oltre a un vergognoso assedio
mediatico”, ha detto preoccupato.
Finora il governo non ha mostrato alcuna apertura al dialogo, ma ha piuttosto
deciso di dichiarare lo stato di emergenza nella provincia di Bocas del Toro,
dove quasi 5.000 lavoratori e lavoratrici della Chiquita Panama in sciopero sono
stati arbitrariamente licenziati. Nonostante ciò continuano a mantenere la loro
protesta.
“Il governo non sembra voler cambiare il proprio discorso di odio. Noi
invochiamo una pace con giustizia sociale, con rispetto per la natura e i
diritti umani. Fermate la repressione subito”, ha concluso Carrasquilla.
Note
Il video registra due momenti della repressione contro le mobilitazioni sociali
a Tolé (Chiriquí) e a Ipetí (Darién).
https://youtu.be/EGrA9jWWIOg?si=ZYZU1WraR48mSVYN
Foto e video Radio Temblor
Edizione video Giorgio Trucchi
Giorgio Trucchi