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Livorno: il presidio ha impedito l’attracco della Severn. La mobilitazione al porto continua…
Cominciata lunedì 22 settembre scorso, in concomitanza con lo sciopero nazionale contro il genocidio dei palestinesi, e proseguita nei giorni successivi, in cui era previsto l’arrivo del mercantile americano con a bordo un carico destinato alla base USA “Camp Derby”, la mobilitazione coinvolge i portuali e i cittadini livornesi nella lotta contro il traffico di armi e nella solidarietà con la Global Sumud Flotilla. Alla manifestazione del 22 settembre, indetta dal Gruppo autonomo portuale e dall’USB livornesi, si erano aggregate le sedi locali di Filt Cgil e Uiltrasporti e hanno partecipato numerosi cittadini e studenti. “Mentre Livorno si prepara all’arrivo in porto della nave della morte americana, che arriverà in porto nei prossimi giorni trasportando un carico di armi, ci prepariamo alla mobilitazione e contemporaneamente alla partecipazione allo sciopero del 22 settembre – proclamava USB Livorno il 15 settembre – La partecipazione allo sciopero e l’organizzazione di un presidio ai varchi portuali è coerente con il percorso di lotta condiviso con tutte le realtà che hanno animato le recenti manifestazioni per la Palestina. In quest’ottica condivideremo con queste realtà i vari passaggi del percorso di sciopero e delle azioni ad esso collegate. Ovviamente siamo pronti alla mobilitazione immediata in caso di attacco alla Flotilla e a organizzare blocchi immediati” [22 settembre sciopero generale. Livorno presidio in porto / USB porti – 15 SETTEMBRE 2025]. Nello stesso giorno, un articolo pubblicato sul sito di THE WEAPON WATCH – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei annunciava che fondo finanziarionorvegese NBIM / Norges Bank Investment Management, il più grande al mondo, recentemente ha deciso di disinvestire i propri capitali da cinque banche israeliane che finanziano gli insediamenti illegali in Cisgiordania e dalla Caterpillar Inc., la rinomata azienda statunitense produttrice di bulldozer che fabbrica i modelli CAT D9 impiegati dall’esercito americano dal 1954 e dal 1956 anche dalle forze armate israeliane. Dopo aver cominciato a farne uso nella guerra di Suez, l’IDF impiega questi bulldozer incessantemente, soprattutto nelle operazioni militari che conduce nei territori palestinesi, in paricolare in questi anni a supporto dell’espansionismo coloniale in Cisgiordania e nell’assedio della Striscia di Gaza. L’articolo di THE WEAPON WATCH inoltre spiegava che attualmente “una filiale americana di Leonardo (Leonardo DRS Sustainment Systems) sta fornendo [alla Caterpillar] i trailer a due assi che trasportano i carri armati e i bulldozer utilizzati a Gaza dai militari israeliani” e che per il trasporto dagli Stati Uniti i D9 della Caterpillar “viaggiano in parte o del tutto disassemblati” su di un bulk carrier – “porta rinfuse” – nelle cui grandi stive carica merci di varie tipologie e che si chiama Severn. Precisando che questa enorme nave mercantile appartiene alla flotta della SLNC / Schuyler Line Navigation Company che “nell’agosto 2024 è stata acquisita da JP Morgan Chase, una delle quattro più importanti banche americane, con l’intento dichiarato di rafforzare i programmi marittimi governativi e «restore America’s maritime dominance», secondo le parole del presidente Trump” – l’articolo di THE WEAPON WATCH mostrava la foto scattata il 2 giugno scorso al porto New Jersey in cui si vede la Severn ormeggiata al molo in cui c’era un carico di CAT D9 pronto per venire imbarcato… … e siccome le rotte di navigazione pubblicate su Vessel Finder indicavano che nei seguenti 7 e 9 luglio ha attraccato nei porti di Ashdod e Haifa, si desume che i bulldozer a bordo della Severn siano stati consegnati all’esercito israeliano. Poi, dopo una sosta a Port Said, in Egitto, la Severn si è diretta verso Livorno, dove era attesa e in cui avrebbe sostato per scaricare dei “mezzi e caterpillar destinati a Camp Darby, base militare dell’esercito italiano dove sono stanziate e operano unità militari statunitensi, situata nella Tenuta di Tombolo del comune di Pisa” [Così i portuali di Livorno hanno fermato una nave militare americana con armi per Camp Darby / OPEN – 24 SETTEMBRE 2025]. Qualche mese prima l’USB Toscana aveva avvertito che “dal 10 al 20 giugno ogni mattina tra le 9.50 e le 12.50, la circolazione ferroviaria tra Pisa e Livorno” era stata interrotta per realizzare dei “lavori di rinnovo degli scambi a Tombolo”, uno snodo centrale per “il traffico di armi, esplosivi e munizioni tra il porto di Livorno, il Canale dei Navicelli e Camp Darby, il più grande arsenale USA fuori dal suolo americano” [Linea ferroviaria Pisa-Livorno chiusa per lavori? / USB Toscana – 19 GIUGNO 2025]. Quest’estate molte iniziative avevano coinvolto i portuali livornesi insieme ai colleghi liguri – genovesi e spezzini -, italiani – di Ravenna, Taranto, Trieste,… – e del Mediterraneo – ateniesi, marsigliesi, tunisini,… – a contrastare le consegne di armi, munizioni e carburante all’esercito israeliano e il 25 giugno, in occasione della mobilitazione all’aeroporto di Montichiari che ha impedito la partenza di una fornitura di missili destinata in Medio Oriente, l’USB ha lanciato una campagna contro il carico, scarico e trasporto di armamenti e materiale bellico. Domenica 21 settembre in una terrazza sul lungomare di Livorno era stato organizzato un flash-mob, coordinato dal gruppo Livorno per Gaza in collaborazione con l’Associazione Culturale Livorno Palestina, in cui 180 partecipanti hanno raffigurato la bandiera palestinese con altrettanti ombrelli colorati di rosso, bianco, verde e nero. Dal mattino di lunedì 22 settembre, quando al porto è confluita la manifestazione di lavoratori e studenti che hanno aderito allo sciopero nazionale, la mobilitazione ha impegnato i portuali livornesi per 3 giorni e 3 notti di seguito alla vigilanza del molo e in una serie di iniziative – un concerto, una manifestazione e molte riunioni. Nella notizia pubblicata il 24 settembre, il quotidiano online del trasporto marittimo, SHIPPING ITALY, riporta un estratto del comunicato della Prefettura livornese che informava: “la SLNC Severn non trasporta armamenti, né esplosivi, ma esclusivamente mezzi e materiali logistici (generatori, mezzi di cantiere e attrezzature di supporto). L’operazione non ha alcun collegamento con Israele o con la crisi di Gaza, né in entrata né in uscita, ma rientra in attività di cooperazione logistica già programmate da tempo con la base statunitense di Camp Darby, nell’ambito dell’Office of defence cooperation, con finalità esclusivamente difensive e di supporto al territorio italiano” [Presidio a Livorno: Cgil e Uiltrasporti con Usb contro nave Usa per Camp Darby / SHIPPING ITALY – 24 SETTEMBRE 2024]. Inoltre, il reportage di SHIPPING ITALY riferisce che * il portavoce di USB Livorno, Giovanni Ceraolo, in un’intervista a IL TIRRENO aveva spiegato che la Severn arrivava dall’approdo americano di Paulsboro “con a bordo caterpillar militari” dopo esser “transitata anche dal porto israeliano di Eilat” e aveva dichiarato “Il nostro obiettivo è che il cargo non venga scaricato ed è il motivo per il quale abbiamo proclamato l’agitazione e uno sciopero immediato di 48 ore se la nave dovesse arrivare. Vogliamo che tutta la cittadinanza ci segua e abbiamo chiesto al prefetto Giancarlo Dionisi e all’Autorità di sistema di scongiurare questo sbarco, anche perché ci risulta che altri mezzi militari verranno poi caricati”; * al presidio è intervenuto il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, che ha dichiarato: “Noi non arriviamo secondi né al sindaco di Genova né a Ravenna, che ha detto no all’approdo della nave perché il Comune è proprietario di quel terminal. Io non ce l’ho lo strumento per dire di no, perché le banchine non sono mie. Livorno non è seconda a nessuno in quanto a mobilitazioni per la pace e per chi soffre e quello che sta accadendo in porto è una situazione complicata e gestita con buon senso, ma anche facendo riferimento ai valori di questa gente. Io sto con questa gente, anche perché il Governo ha taciuto su questo, senza dare alcuna indicazione”. Il presidio ha raggiunto lo scopo: il 23 settembre il Prefetto di Livorno ha annunciato che la Severn non avrebbe attraccato al porto della città, a cui si sarebbe solo avvicinata restando in rada. La mobilitazione dei livornesi quindi è continuata. Da ieri, 24 settembre, in un’area del porto nei pressi della rotatoria del Ponte Genova, tra via Leonardo Da Vinci e via delle Cateratte, è allestito un presidio permanente a cui i portuali e i cittadini fanno riferimento anche per coordinare le iniziative di solidarietà con la Global Sumud Flotilla, nel frattempo attaccata dalle forze armate israeliane. La Severn, che intanto navigava in alto mare senza segnalare la propria posizione, nella mattinata giovedì 25 settembre è stata avvistata al largo di La Spezia, dove per le h 14 dello stesso giorno è stato indetto un presidio davanti al Provveditorato (viale Italia 87). In questo periodo i portuali e i pacifisti di La Spezia sono mobilitati anche per la riconversione della “mostra navale” Seafuture, cioè della fiera dedicata alla commercializzazione di vascelli e attrezzature nautiche per le marine militari che inaugurerà il 29 settembre e fino al 2 ottobre “ospita” le delegazioni di 46 nazioni, tra cui 14 nell’Indice di Democrazia redatto dal settimanale THE ECONOMIST elencati tra i regimi autoritari (Algeria, Camerun, Gibuti, Egitto, Etiopia, Mauritania, Azerbaijan, Iraq, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Vietnam, Pakistan e Arabia Saudita) e 8 tra i regimi autocratici e repressivi (Ecuador,Messico, Perù, Costa d’Avorio, Tanzania, Tunisia, Bangladesh e Turchia) [Appello alle Amministrazioni pubbliche spezzine: revocate il patrocinio a Seafuture / PRESSENZA – 11 SETTEMBRE 2025]. Domani e dopodomani, 26 e 27 settembre, i portuali livornesi e spezzini si recheranno a Genova per partecipare a due incontri: venerdì 26 con le rappresentanze dei lavoratori dei porti europei e sabato 27 con gli attivisti impegnati nelle battaglie contro il traffico d’armi [Genova, 27 settembre: incontro pubblico con le delegazioni dei portuali europei / PRESSENZA – 25 SETTEMBRE 2025]   La rassegna di fotografie che documentano le iniziative svolte a Livorno dal 21 al 25 settembre 2025 è tratta dal profilo Facebook di BL / Buongiorno Livorno. 21 settembre 2025 22 settembre 2025 23 settembre 2025 23 settembre 2025 23 settembre 2025 23 settembre 2025 24 settembre 2025 24 settembre 2025 25 settembre 2025   > Le navi di JP Morgan che portano i Caterpillar a Israele Maddalena Brunasti
Taranto: ostacolato rifornimento di carburante all’aviazione israeliana
Comunicato diramato da USB Taranto oggi, 25 settembre 2025: IL PRESIDIO AL PORTO MERCANTILE BLOCCA LA PETROLIERA CON IL GREGGIO DESTINATO A ISRAELE La nave Seasalvia, diretta a Taranto per rifornirsi di 30mila tonnellate di greggio destinato all’aviazione militare israeliana, non entrerà in porto. È questo il risultato del presidio organizzato ieri [24 settembre 2025] dall’USB e dai Cobas davanti al porto mercantile di Taranto, oltre che da tante altre realtà sociali che si sono autoconvocate nella stessa piazza con l’ obiettivo comune di fermare la nave e, con essa, la logistica di guerra che alimenta il massacro del popolo palestinese. È stato il comandante della Capitaneria di porto di Taranto a riferire ai manifestanti l’annullamento delle autorizzazioni per l’attracco della nave comunicato dall’ENI, responsabile dell’area di ormeggio e delle operazioni di carico del greggio. Resta ancora incerta la nuova destinazione della nave e il rischio che possa portare a termine altrove la propria missione. Da questo punto di vista, sarà fondamentale tenere alta l’ attenzione a Taranto come in tutti gli altri porti e, in generale, negli snodi logistici del Paese. È quanto avviene già da tempo sotto l’esempio dei portuali di Genova, Livorno, Ravenna che hanno indicato la strada per bloccare gli ingranaggi della complicità e da cui è partito il segnale per lo sciopero generale del 22 settembre scorso che ha visto centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici incrociare le braccia e manifestare insieme ad un intero popolo per fermare il genocidio, difendere la Global Sumud Flotilla e la sua missione di umanità e denunciare il sistema economico e politico che alimenta l’orrore. Blocchiamo tutto è l’ impegno che abbiamo preso. Anche Taranto ieri ha fatto la sua parte. FONTI : * USB Taranto https://www.facebook.com/usb.taranto/posts/pfbid0ezx7PGpmfi4Mq8h4y1cCeVDN2JX1J7GFB3YA7uiqDdHjWi9QXNcapoqMnLH2CEEtl * A sostegno di “Taranto per la Palestina” Cobas e Usb chiedono un incontro alle istituzioni in vista dell’approdo di una petroliera che sarebbe destinata a imbarcare greggio per l’aviazione militare israeliana – Al porto di Taranto starebbe per approdare una petroliera, Seasalvia (della greca Thenamaris, la stessa compagnia oggetto di recente attentato a Vado Ligure), per l’imbarco di greggio destinato all’aviazione militare israeliana. Lo sostiene una nota firmata dal coordinatore provinciale della Confederazione Cobas Stasi Salvatore e da Francesco Marchese, dell’esecutivo dell’Unione Sindacale di Base di Taranto, con cui si chiede un incontro a Prefettura, Autorità di sistema portuale, Regione, Provincia e Comune “in ordine alla notizia appena appresa dell’arrivo previsto in data odierna nel porto di Taranto della nave petroliera Seasalvia, impiegata nella consegna di un carico di 30.000 tonnellate di greggio destinato all’aviazione militare israeliana”. Secondo i firmatari, che, come spiega Stasi si sono mossi sindacalmente per ragioni formali ma a sostegno del più ampio movimento asindacale e apolitico di Taranto per la Palestina, “si tratta, con ogni evidenza, di una fornitura ad uso bellico in favore di uno Stato coinvolto in operazioni di guerra e responsabile di gravi violazioni dei diritti umani che va impedita per ragioni umanitarie, di legittimità costituzionale e per concretizzare l’interruzione di ogni rapporto con lo Stato di Israele, già peraltro dichiarata da alcune delle istituzioni in indirizzo”. In parallelo alla richiesta, la nota ha comunicato la convocazione di un presidio “davanti all’ingresso del porto mercatile di Taranto”. Ipotizzabile il tentativo di bloccare l’approdo o quantomeno il carico della nave, che dovrebbe ripartire sabato (quando in provincia, a Grottaglie, è prevista un corteo diretto verso la sede locale di Leonardo per i suoi rapporti con Israele) e arrivare ad Haifa il 30 settembre. [Presidio in preparazione anche al porto di Taranto / SHIPPING ITALY – 24 SETTEMBRE 2025] Redazione Italia
Da Marsiglia a Genova, passando per il Pireo.
I porti sono chiusi al genocidio
Il 28 febbraio 2025, USB porti ha avuto l’occasione di partecipare con una delegazione internazionale ad un fondamentale momento di coordinamento tra sindacati portuali di diversi paesi europei ed extraeuropei.  Assieme al sindacato dei lavoratori portuali del Pireo ENEDEP, che … Leggi tutto L'articolo Da Marsiglia a Genova, passando per il Pireo.
I porti sono chiusi al genocidio sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Blocco del porto di Genova per impedire l’attracco di una nave con munizioni destinate all’esercito israeliano
Come USB Porti riceviamo dai colleghi francesi della CGT del Golfo di Fos la comunicazione che dal loro porto sono previsti 19 pallet di munizione destinati all’esercito israeliano. Ci siamo immediatamente coordinati per organizzare un presidio al porto di Genova, con l’obiettivo di impedire l’attracco della nave Zim “Contship Era” previsto alle 15 del 6 giugno presso il varco di Ponte Etiopia. Ribadiamo con forza che non vogliamo essere complici del genocidio che continua a Gaza e che ci opponiamo fermamente a tutte le guerre. Per questo invitiamo tutti e tutte a partecipare al presidio il 6 giugno alle 15 al varco Etiopia di Genova e a prendere parte allo sciopero generale del 20 giugno. Tutta la nostra solidarietà va a chi si mobilita contro la guerra e a chi subisce le guerre perpetrate dai nostri governi. Unione Sindacale di Base