Abolire la flat tax e aggiornare i valori catastali
Un report pubblicato alla fine di maggio 2025 sollecita il governo italiano a
realizzare una riforma fiscale con l’obiettivo di una maggiore equità e di un
rilancio economico. In particolare viene chiesta l’abolizione della flat tax e
del regime forfettario per i lavoratori autonomi, l’aggiornamento dei valori
catastali degli immobili, la ridefinizione del sistema delle detrazioni fiscali.
Attualmente, la flat tax rappresenta un’imposta unica sostitutiva per partite
IVA individuali che operano all’interno di specifiche soglie di ricavi. Negli
ultimi anni c’è stata una crescita nelle adesioni, perché il regime forfettario
è molto conveniente. Ma l’imposta piatta proporzionale contribuisce a generare
distorsioni e iniquità fiscali con molteplici effetti negativi:
* riduzione della progressività costituzionale: i meccanismi agevolati riducono
l’efficacia delle aliquote progressive su cui si basa l’IRPEF;
* comportamenti elusivi: la presenza di soglie di ricavi invoglia il
frazionamento delle attività per evitare il superamento dei limiti
dell’agevolazione;
* disuguaglianze tra lavoratori: gli autonomi in flat tax sono tassati molto
meno rispetto ai lavoratori dipendenti a parità di reddito;
* perdita di gettito per lo Stato: la restrizione della base imponibile
comporta minori risorse disponibili.
L’aggiornamento dei valori catastali degli immobili è una misura attesa da tempo
e frequentemente dibattuta nel contesto della giustizia fiscale. L’attuale
sistema, fermo a valori storici superati da decenni, determina una disparità di
trattamento fra proprietà e riduce la trasparenza delle imposte sul patrimonio.
Pertanto, la revisione degli indici catastali con un allineamento ai valori
effettivi di mercato comporterebbe una maggiore equità orizzontale fra
proprietari di immobili e un incremento del gettito pubblico.
L’aggiornamento catastale viene valutato come un passaggio chiave per potenziare
la trasparenza della fiscalità immobiliare, rafforzare la redistribuzione e
favorire la semplificazione degli adempimenti. Anche la giungla delle detrazioni
fiscali andrebbe ampiamente rivista, poiché si tratta di sconti fiscali talvolta
irrazionali, introdotti soltanto a vantaggio di determinate categorie produttive
o commerciali.
Abrogare tali agevolazioni amplierebbe la base imponibile, renderebbe il sistema
più equo e aiuterebbe nell’obiettivo di razionalizzare la spesa fiscale. Questa
posizione trova riscontro in dati e analisi provenienti sia dal Ministero
dell’Economia sia da enti indipendenti, che sottolineano le criticità
strutturali che compromettono l’efficienza del sistema.
Sono azioni ritenute indispensabili per affrontare il persistente calo
demografico, la debole partecipazione femminile al lavoro e gli effetti dei dazi
commerciali internazionali, che minacciano le prospettive di sviluppo del Paese.
Un sistema tributario più semplice, trasparente e progressivo, insieme a una
base imponibile più ampia, creerebbe condizioni favorevoli per innovazione,
occupazione di qualità e competitività internazionale.
Le raccomandazioni del report si armonizzano con le linee del Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza, sottolineando la necessità di proseguire sulla rotta di
riforme per assicurare all’Italia crescita sostenibile, equità nella
distribuzione della ricchezza e capacità di risposta agli shock globali.
Il 2025 è indicato come un anno-chiave per l’Italia. Se la traiettoria della
spesa pubblica non verrà corretta con interventi strutturali, il rapporto
debito/Pil potrebbe tornare a crescere. La revisione del Patto di stabilità
europeo e le nuove regole di bilancio comunitarie delineano un quadro più
stringente nel medio termine. L’Italia deve consolidare i propri conti e
rilanciare gli investimenti produttivi, altrimenti rischia di trovarsi
impreparata di fronte a nuove crisi sistemiche.
Nota: il report sopra citato non è stato redatto da un gruppo di economisti
comunisti, ma è il rapporto annuale del Fondo Monetario Internazionale al
termine della sua missione in Italia nel maggio 2025.
Rocco Artifoni