Identificati in caserma per un’azione nonviolenta presso la nave Amerigo Vespucci
Stamattina, 31 maggio 2025, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle
scuole e delle università, nelle persone di Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio,
si è presentato a bordo della nave Amerigo Vespucci e ha fatto un’azione
assolutamente nonviolenta per la quale nessun tipo di reato era ascrivibile.
Quest’azione è stata compiuta semplicemente con uno striscione portato in mano,
non mostrato da subito, ma soltanto quando si è saliti a bordo. Gli attivisti
dell’Osservatorio hanno sostanzialmente informato i presenti del motivo per cui
siamo contrari alla militarizzazione delle scuole e delle università e che
l’Amerigo Vespucci è uno degli strumenti principali di propaganda, soprattutto
tra i giovani, infatti sono stati veramente tanti i giovani saliti a bordo in
questa giornata di sabato.
Ciò è accaduto mentre a Roma era in corso la manifestazione che esprime il
proprio profondo dissenso al decreto sicurezza e oggi gli attivisti
dell’Osservatorio sono stati testimoni proprio di quanto sia repressivo il
sistema in cui siamo inseriti, infatti Bertoldi e Curcio sono stati trattenuti
inutilmente per oltre due ore, pur essendo stati identificati e avendo
constatato le forze dell’ordine già da subito che non c’era nessun tipo di reato
ascrivibile.
Alla fine, i due attivisti sono stati gentilmente invitati a uscire, ma solo
dopo un’attesa lunghissima, durante la quale uno dei militari in sala d’aspetto
ha comunicato loro che erano sottoposti a fermo di polizia, mentre invece
l’ufficiale più alto in grado, che ha consegnato i verbali, ha assolutamente
negato trattarsi di qualcosa di simile ad un fermo.
Oggi l’Osservatorio ha toccato con mano che cosa significhi alzare il livello
della repressione anche al di là della legge: si tratta della messa in atto di
un atteggiamento muscolare che si misura in lunghi tempi d’attesa e inutili
identificazioni che, peraltro, non sempre sono giustificate, a meno che non
siano inerenti a un qualche reato.
Nel caso dei due attivisti dell’Osservatorio si è andati ben oltre la
dichiarazione delle semplici generalità, infatti essi sono stati caricati su
un’auto d’ordinanza e con l’inganno condotti in caserma, pur sapendo i militari
che non potevano farlo. Tuttavia, i carabinieri hanno sostenuto che li avrebbero
accompagnati alla loro auto, ma essendo quest’ultima vicino alla caserma, essi
si sono poi diretti proprio verso l’edificio, dove gli attivisti hanno aspettato
due ore inutilmente, senza nemmeno ricevere notifica delle cosiddette
“indagini”, racchiuse in una ventina di righe di un verbale molto sintetico.
Per la cronaca sullo striscione c’era scritto «Fuori gli studenti dalla nave
scuola. Fuori i militari dalla scuola» con la firma dell’Osservatorio contro la
militarizzazione delle scuole e delle università e con una parte finale che era
«Stop genocidio».
Lo striscione è stato sequestrato dai carabinieri, tuttavia gli attivisti hanno
avuto comunque l’opportunità di fare volantinaggio e rivolgersi a chi si
avvicinava. Certamente c’erano molti studenti e studentesse, tante/i giovani,
c’erano delle scuole del territorio coinvolte, perlopiù scuole superiori, ma
anche dei gruppi, che si riconoscevano perché indossavano cappellini colorati,
di scuola media inferiore.
Gli attivisti dell’Osservatorio hanno portato il nostro messaggio a bordo
dell’Amerigo Vespucci, nave che risale al 1931, quindi in pieno periodo fascista
e, nonostante la Marina dica che sulla nave non ci sono armi, resta sempre una
nave militare. Durante le visite il messaggio che passa è quello di mostrare in
maniera positiva la carriera militare, quindi i giovanissimi vengono avvicinati
per cercare in qualche modo di far propaganda per il reclutamento.
L’iniziativa nonviolenta degli attivisti dell’Osservatorio messa in atto questa
mattina è stata finalizzata ad entrare nel terreno dei militari, nel loro
ambiente, che è quello della nave scuola Amerigo Vespucci, così come i militari
sconfinano quotidianamente nel nostro ambito, quello della scuola.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università