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Università di Bologna: approvata in Senato mozione su guerre, riconoscimento Palestina e genocidio a Gaza
Non sono parole vaghe ed ambigue, ma concetti chiari e precisi quelli della mozione approvata oggi all’Università di Bologna. Sono stati fatti tanti passi avanti all’Alma Mater nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Grazie alle proteste di studenti e studentesse, docenti e personale tecnico amministrativo, non ci sono più accordi quadro fra l’Ateneo e partner della filiera bellica come Leonardo e Thales, si sta ponendo la giusta attenzione al tema del dual use con appositi interventi fornativi per chi lavora nella ricerca, al fine di individuare in una proposta di ricerca congiunta quegli elementi che possano far capire che ci si trova davanti ad un caso di potenziale uso militare. L’Ateneo ha già avviato un sistema di ricognizione dei progetti scientifici e dei programmi di ricerca in essere con Università, aziende e istituzioni israeliane per escludere qualsiasi coinvolgimento nella violazione del diritto internazionale (anche in materia di dual use). A tale proposito, anche nel bando Maeci 2025 Unibo non ha presentato nessuna domanda di collaborazione con Israele. Tale sistema era già stata introdotto nel marzo 2024 grazie ad un’altra mozione in Senato, con la quale si adottò il metodo della due diligence, oltre ad esprimersi sul Cessate il fuoco e mettere a disposizione borse di studio per studenti palestinesi (ad oggi assegnate 6 borse a studenti più una per un ricercatore) Mozione del 19.3.2024: https://share.google/OGU0fV2uQuoGpd0Xc Con la mozione di oggi si stabiliscono alcuni punti fondamentali: – si condannano tutte le violazioni di Israele nella Striscia di Gaza e nei territori palestinesi occupati; – si prende posizione contro il genocidio nella Striscia di Gaza; – si auspica il riconoscimento dello stato Palestinese; – si impegna a promuovere iniziative orientate alla cultura della pace, della giustizia e della dignità condivisa, sostenendo partenariati accademici con istituzioni palestinesi e facendosi promotrice di una posizione a sostegno dell’autodeterminazione del popolo palestinese. E così anche l’Università di Bologna, dopo la Sapienza e dopo l’Università di Pisa, si pone sul solco di quelle realtà accademiche che lanciano un messaggio volto a diffondere la cultura della pace e della tutela dei diritti umani. Grazie anche alle tante proteste, portate avanti dalla componente studentesca in questi anni, ma anche da alcuni docenti e rappresentanti del personale tecnico amministrativo, i quali hanno creato un ambiente più attento, sensibilizzando ed informando su tali questioni. Con un pizzico di orgoglio ci ritagliamo anche noi dell’Osservatorio un piccolo ruolo in questa trasformazione, grazie all’attività attenta e continua svolta insieme a USB, al gruppo Petizione per Gaza, a Cambiare Rotta, ai Giovani Palestinesi e a BDS, abbiamo collaborato nel creare quelle condizioni e quella consapevolezza, insomma quell’humus nel quale la mozione di oggi è maturata. A Bologna è in atto una trasformazione che in meno di due anni ha portato un Ateneo con quasi cento collaborazioni con Israele e filiera bellica a ridurre notevolmente tali partenariati e ad incamminarsi sul sentiero dell’integrità e dell’etica della ricerca, oltre che della costruzione di un’università come spazio decoloniale e luogo di cultura della pace e dei diritti umani. Qui i dettagli della mozione: L’Università di Bologna sull’escalation militare israeliana a Gaza — UniboMagazine https://magazine.unibo.it/archivio/2025/06/17/luniversita-di-bologna-sullescalation-militare-israeliana-a-gaza Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Solidarietà agli attivisti dell’Osservatorio identificati per azione nonviolenta a bordo dell’Amerigo Vespucci
Il 31 maggio 2025, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, nelle persone di Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio, si è presentato a bordo della nave Amerigo Vespucci e ha fatto un’azione assolutamente nonviolenta con uno striscione, informando i presenti del motivo per cui siamo contrari alla militarizzazione delle scuole e delle università. Tuttavia, Bertoldi e Curcio sono stati trattenuti inutilmente in caserma per oltre due ore, identificati e, avendo constatato che non c’era nessun tipo di reato ascrivibile, sono stati rilasciati. Si tratta di un chiaro segnale del clima di repressione che viviamo, si tratta della messa in atto di un atteggiamento muscolare che si misura in lunghi tempi d’attesa e inutili identificazioni che, peraltro, non sempre sono giustificate, a meno che non sono inerenti a un qualche reato. A sostegno dei nostri attivisti sono arrivati diversi messaggi di solidarietà da parte di associazioni, sindacati o organizzazioni varie, che riportiamo qui di seguito: L’Associazione Per la Scuola della Repubblica odv sostiene e solidarizza con i partecipanti alla iniziativa nonviolenta di Civitavecchia. -------------------------------------------------------------------------------- Il circolo Arci Oltre i Confini di Bisceglie è solidale e complice con gli attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole. Sempre più in questi giorni qualsiasi iniziativa non gradita al governo, complice del criminale Netanyahu, è attenzionata se non repressa dalle forze dell’ordine. Un’anticipazione del cosiddetto decreto sicurezza che introduce nuovi reati ed inasprisce le pene, criminalizzando forme legittime di protesta. Contro la conversione in legge del DL in questo momento è in corso una partecipata manifestazione nazionale a Roma. Non ci avrete mai come volete voi! -------------------------------------------------------------------------------- La CUB SUR esprime totale e incondizionata solidarietà agli attivisti dell’osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio per quanto avvenuto il 31 maggggio 2025 a bordo della nave Amerigo Vespucci. -------------------------------------------------------------------------------- Esprimiamo vicinanza e solidarietà agli attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università fermati al porto di Civitavecchia dove avevano organizzato (in due) una manifestazione di denuncia contro la presenza di studenti e studentesse nelle caserme e sulle navi militari. La colpa di Stefano e Giuseppe è una sola: avere sventolato uno striscione con sopra scritto «Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola» all’interno di una campagna che dura da alcuni anni contro la militarizzazione delle scuole e delle università e l’utilizzo dei plessi scolastici per esaltare ruolo e funzioni delle Forze Armate, mentre nel frattempo prosegue il genocidio del popolo palestinese e si procede con il Riarmo Europeo. Una manifestazione simbolica di due attivisti derubricata a motivo di ordine pubblico, due attivisti fermati e portati in caserma dai Carabinieri come documentato dal sito dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. In questa fase storica nella quale il ricorso alla guerra sembra essere la sola risposta alla crisi è di vitale importanza che docenti, genitori e studenti si sottraggano alla necessità della guerra e alla mera giustificazione della militarizzazione. Ma è altrettanto fondamentale attivarsi contro decreti securitari come quello Sicurezza che rappresentano una involuzione del tessuto democratico e una sorta di repressione preventiva contro l’opposizione sociale, qualunque essa sia e a prescindere dalle forme che caratterizzano il dissenso. La scuola non sia un laboratorio di guerra, l’università e la ricerca non si prestino allo sviluppo di tecnologie duali a uso e consumo delle industrie di armi: queste sono le nostre parole d’ordine per costruire un presente e un futuro estraneo alla cultura della guerra. Confederazione Unitaria di Base -------------------------------------------------------------------------------- Il Sindacato Sociale di base esprime piena solidarietà ai due attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università che sono stati fermati a seguito di un’azione assolutamente nonviolenta rivolta a denunciare il crescente e ormai dilagante interesse delle forze armate verso gli studenti e le studentesse italiani/e. Come sempre, dietro una patina ammiccante e buonista, i nostri giovani sono stati invitati a salire sulla Amerigo Vespucci, venendo così a contatto con il mondo militare, presentato come affascinante e magari come allettante per una futura carriera in divisa. Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio hanno srotolato uno striscione con su scritto “«Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola», uno slogan che ben sintetizza il lavoro di denuncia che ormai da anni porta avanti l’Osservatorio; lo striscione è stato requisito e i due attivisti fermati illegittimamente per due ore. Crediamo che l’Osservatorio debba moltiplicare azioni nonviolente e simboliche come questa, perché è venuto il momento di agire in modo sempre più capillare e concreto, è venuto il tempo di portare i nostri corpi laddove si vorrebbe far credere che il contatto tra le giovani generazioni e il mondo militare sia una cosa del tutto normale; crediamo che di fronte al genocidio in atto a Gaza, di fronte alla guerra che incombe in più parti del mondo sia dovere dei docenti e delle docenti italiani/e e di tutti coloro che credono che la guerra debba uscire dalla storia, costruire momenti di resistenza attiva affinché ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze arrivi concretamente un altro insegnamento, anche così si insegna, anche così si mostra loro che è necessario costruire un altro mondo e un altro futuro. Ringraziamo Stefano e Giuseppe per aver rappresentato con coraggio tutto questo e invitiamo tutte le scuole, i docenti, i genitori e gli studenti a dire no a progetti, visite e interventi in collaborazione con le forze armate o forze dell’ordine. La scuola deve essere un laboratorio di pace, di dialogo e di educazione fondata su valori democratici e pacifisti senza collaborazione con chi opera nel contesto della guerra. Sindacato Sociale di Base -------------------------------------------------------------------------------- I Cobas Scuola Cagliari e Bari esprimono piena solidarietà a Stefano Bertoldi e a Giuseppe Curcio, attivisti dell’ Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Nessun reato poteva essere loro ascritto, ma sono stati assurdamente trattenuti per due ore dalla polizia col motivo dell’identificazione. La loro protesta si è espressa aprendo uno striscione all’interno del veliero Amerigo Vespucci, pieno di studenti in visita alla nave. La scritta sulla striscione la condividiamo in pieno: “Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola”. E ancora “Stop genocide in Gaza”, firmato Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Il gesto di Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio è un contributo critico che richiama studentesse, studenti, insegnanti e in generale la cittadinanza, alla consapevolezza di che cosa comporti la funzione e la presenza dei militari malgrado le forme di fascinazione che cercano di esercitare in particolare sui giovani, magari attraverso la visita di una nave di grande rappresentanza come la Vespucci. Cobas Scuola Cagliari Cobas Scuola Bari -------------------------------------------------------------------------------- Il 31 maggio al porto di Civitavecchia, Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio, due attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sono stati fermati, identificati e, pur essendo chiaro che non ci fosse alcun reato da poter contestare loro, sono stati portati in una caserma e trattenuti per ore. I Cobas-Scuola di Palermo esprimono la loro totale solidarietà nei confronti dei due attivisti dell’Osservatorio di cui si condividono pienamente gli obiettivi e le strategie, la denuncia della costante e invasiva militarizzazione della società e in particolare dell’istruzione. Il trattamento “esemplare” inflitto ai due attivisti è il frutto di un clima repressivo contro ogni forma di dissenso e protesta che trova nell’approvazione del decreto legge sulla sicurezza lo strumento più efficace di controllo e repressione. Come lavoratori della scuola riteniamo che sia nostro compito informare, sensibilizzare e prendere posizione contro la diffusione della cultura securitaria che coinvolge sempre più spesso le/gli studenti in attività finalizzate anche al reclutamento nelle FF.AA. e nelle forze dell’ordine; sosteniamo il personale scolastico che esercita, con determinazione, le prerogative democratiche della scuola pubblica votate alla pace e alla convivenza. Cobas-Scuola Palermo -------------------------------------------------------------------------------- La Scuola per la pace di Torino e Piemonte esprime la propria solidarietà ai compagni dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università, Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio, illegittimamente sottoposti a fermo di polizia a seguito della loro identificazione, in occasione di una loro pacifica incursione di protesta sulla nave Vespucci ormeggiata al porto di Civitavecchia il 31 maggio 2025. La Scuola per la pace aderisce formalmente all’Osservatorio e ne condivide le campagne attraverso l’operato di alcune sue componenti. Ci accomunano il focus sul mondo della scuola, l’approccio critico, il metodo nonviolento, la consapevolezza della necessità di una presenza il più possibile incisiva nei contesti più permeati dalla militarizzazione della società. La Scuola per la pace e l’Osservatorio sono legati a doppio filo da un comune sentire e dalla convinzione che il lavoro di denuncia in cui tutt3 siamo impegnat3 non si esaurisca in aspetti culturali e formativi (che rappresentano comunque il terreno in cui germoglia il nostro agire), ma che sia oggi necessario portare i propri corpi e la propria presenza fisica nei luoghi in cui vogliamo fare sentire la nostra voce. Nel mondo virtuale in cui le nostre vite sembrano a volte essersi smarrite, la semplice ma costante (e si auspica crescente) presenza reale di quanti lottano per la pace rappresenta un messaggio potente. Mentre a Civitavecchia i compagni Bertoldi e Curcio venivano fermati, a Torino si svolgeva la 170° “presenza di pace”, un presidio fisico che da più di tre anni si ritrova in piazza tutti i sabati mattina e a cui la SPP ha sempre garantito il suo sostegno. Nelle stesse ore in cui sulla “Vespucci” gli attivisti dell’Osservatorio esponevano il loro striscione, a Torino la SPP lavorava intensamente a costruire una camminata di solidarietà con il popolo palestinese, la cui ambizione è riempire le vie della città con un corteo la cui ideazione è partita proprio dalle scuole, coinvolgendo insegnanti e studenti. Le campagne della SPP sono le campagne dell’Osservatorio e sappiamo di poter contare sempre gli uni sugli altri: sulla Vespucci c’eravamo idealmente anche noi, compagn3 torinesi, a reggere lo striscione incriminato e a chiedere a gran voce: “Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola” e “Stop Genocidio”. Ringraziamo i compagni dell’Osservatorio per avere portato un messaggio non solo di pace ma anche di verità a bordo della Vespucci.
Vistodaqui.org: A Civitavecchia contro la militarizzazione delle scuole
DI REDAZIONE PUBBLICATO SU WWW.VISTODAQUI-LAZIO.ORG IL 3 GIUGNO 2025 Ospitiamo con piacere sul nostro sito il Comunicato Stampa di Rifondazione Comunista Lazio, pubblicato su Vistodaqui, il 3 giugno 2025 in cui viene ribadito quanto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da due anni a questa parte, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo, in particolare in relazione alla vicenda dell’azione nonviolenta di Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio a Civitavecchia. «L’azione dei due attivisti voleva proprio  denunciare il fenomeno della militarizzazione e difendere i valori pacifisti e di convivenza, che dovrebbero entrare nelle scuole, secondo la Costituzione repubblicana. Un’azione di difesa dei nostri giovani il cui fine è proprio la tutela del diritto allo studio contro i tentativi di manipolare i giovani con fini totalmente estranei a quelli costituzionali. Come Rifondazione Comunista Lazio esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Stefano, Giuseppe e all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università, sempre più convinti che il lavoro che stanno svolgendo debba essere sostenuto e promosso e stia diventando sempre più essenziale in un mondo che si avvicina passo dopo passo alla barbarie!...continua a leggere su www.vistodaqui-lazio.org.
Osservatorio aderisce all’appello di CambiareRotta a Unibo per il ritiro delle denunce
Venerdì 30 maggio si è svolta una tavola rotonda nel Rettorato dell’Università di Bologna, promossa da CambiareRotta per la grave vicenda degli studenti e delle studentesse denunciate, una settimana prima delle elezioni studentesche di metà aprile, per l’occupazione di un’aula laboratorio abbandonata da 5 anni: ben 5 mesi dopo che era stata occupata ed intitolata a Shadia Abu Gazaleh (attivista palestinese) e restituita dagli studenti e dalle studentesse alla comunità accademica con attività di studio, dibattiti e iniziative culturali (musica e proiezioni di film e documentari sulla Palestina). Anche l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha aderito all’appello lanciato dagli studenti e dalle studentesse per chiedere al Rettore ed alla governance di UNIBO il ritiro delle denunce ai/alle dieci studenti e studentesse, di cui ben otto candidate/i nelle elezioni studentesche e tutte/i coinvolte/i nella campagna elettorale. Naturalmente, sia per la tempistica sia per l’accanimento speciale, questo grave atto ha il sapore amaro della repressione e della criminalizzazione del dissenso di cui CambiareRotta si è protagonista in questi ultimi anni, denunciando tutto ciò che non va in Ateneo: dal carovita alla mancanza di spazi e democrazia, dal diritto allo studio agli accordi con la filiera bellica (Esercito, NATO, Leonardo, etc.) e con le istituzioni sioniste di Israele.  Nell’economia di guerra nella quale stiamo sprofondando gli studenti e le studentesse di CambiareRotta sono in tutta Italia l’avanguardia del dissenso che il sistema vuole reprimere e censurare, una vera e propria censura di guerra. Alla tavola rotonda hanno partecipato e sono intervenuti diversi docenti dell’Ateneo, ma anche lavoratori del personale tecnico amministrativo e studenti/studentesse ed è stato trasmesso un messaggio in video di Carlo Rovelli (fisico ed ex studente di UNIBO), che ha evidenziato come queste denunce siano un gesto vergognoso e che bisognerebbe invece premiare il contributo degli studenti e delle studentesse. Per l’Osservatorio è intervenuto Giuseppe Curcio, portando solidarietà attiva agli studenti e alle studentesse, confermando come la governance dell’Ateneo col ritiro delle denunce abbia un’occasione unica per smarcarsi dalla repressione del Governo, prendendo così le distanze dal clima repressivo accentuato dal Decreto Sicurezza appena approvato. Ma l’invito dei/delle tante/i docenti e lavoratori/lavoratrici di Unibo, oltre che di alcuni avvocati presenti, è stato ignorato dal delegato del Rettore Prof. Condello (Prorettore degli studenti), il quale per il momento ha solo espresso la volontà di avviare un percorso di dialogo per trovare uno spazio alternativo al laboratorio occupato, ma senza esprimersi rispetto al ritiro delle denunce e rispetto alla possibilità che il Rettore faccia una dichiarazione pubblica a favore degli studenti e delle studentesse denunciate/i. Gli studenti e le studentesse a questo punto mirano a portare le loro rivendicazioni al Senato Accademico nella seduta del 17 giugno. Altri dettagli nell’appello al link di seguito, che invitiamo tutte e tutti a sottoscrivere anche individualmente: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfPKj0xl73MZgLdaR44XJDqgO1jIgChS8ZjstLLlVbjQiceLA/viewform Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Attivisti dell’Osservatorio identificati in caserma per azione nonviolenta presso nave Amerigo Vespucci: la repressione avanza
Stamattina, 31 maggio 2025, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, nelle persone di Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio, si è presentato a bordo della nave Amerigo Vespucci e ha fatto un’azione assolutamente nonviolenta alla quale nessun tipo di reato era ascrivibile. Questa azione è stata fatta semplicemente con uno striscione portato in mano, non mostrato da subito, ma soltanto quando si è saliti a bordo. Gli attivisti dell’Osservatorio hanno sostanzialmente informato i presenti del motivo per cui siamo contrari alla militarizzazione delle scuole e delle università e che l’Amerigo Vespucci è uno degli strumenti principali di propaganda, soprattutto tra i giovani, infatti sono stati veramente tanti i giovani saliti a bordo in questa giornata di sabato. Ciò è accaduto mentre a Roma è in corso la manifestazione che esprime il proprio profondo dissenso al decreto sicurezza e oggi gli attivisti dell’Osservatorio sono stati testimoni proprio di quanto sia repressivo il sistema in cui siamo inseriti, infatti Bertoldi e Curcio sono stati trattenuti inutilmente per oltre due ore, pur essendo stati identificati e avendo constatato già da subito che non c’era nessun tipo di reato ascrivibile. Alla fine i due attivisti sono stati gentilmente invitati a uscire, ma solo dopo un’attesa lunghissima, durante la quale uno dei militari in sala d’aspetto ha comunicato loro di essere sottoposti a fermo di polizia, cosa che l’ufficiale più alto in grado, che ha consegnato i verbali, ha assolutamente negato trattarsi di qualcosa di simile ad un fermo. Oggi l’Osservatorio ha toccato con mano che cosa significhi alzare il tiro della repressione anche al di là della legge: si tratta della messa in atto di un atteggiamento muscolare che si misura in lunghi tempi d’attesa e inutili identificazioni che, peraltro, non sempre sono giustificate, a meno che non sono inerenti a un qualche reato. Nel caso dei due attivisti dell’Osservatorio si è andati ben oltre la dichiarazione delle semplici generalità, infatti essi sono stati caricati da una macchina della polizia e con l’inganno condotti in caserma, ben sapendo che non potevano farlo. Tuttavia, i carabinieri hanno sostenuto che li avrebbero accompagnati alla propria auto, ma essendo quest’ultima vicino alla caserma, i militari si sono poi allungati proprio verso la caserma, dove gli attivisti hanno aspettato due ore inutilmente, senza nemmeno partecipare alle cosiddette indagini, che sono racchiuse in una ventina di righe di un verbale molto sintetico. Per la cronaca sullo striscione c’era scritto «Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola» con la firma dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e con una parte finale che era «Stop genocidio», Lo striscione è stato sequestrato dai carabinieri, tuttavia gli attivisti hanno avuto comunque l’opportunità di fare volantinaggio e constatare chi si avvicina a queste iniziative. Certamente c’erano molti studenti e studentesse, tante/i giovani, c’erano delle scuole coinvolte del territorio, perlopiù scuole superiori, ma anche dei gruppi che si riconoscevano perché avevano dei cappellini colorati in età da scuola media inferiore. Gli attivisti dell’Osservatorio hanno di portare il nostro messaggio a bordo dell’Amerigo Vespucci, nave che risale al 1931, quindi in pieno periodo fascista e, nonostante loro dicano che sulla nave non ci siano armi, resta sempre una nave militare. Durante le visite il messaggio che passa è quello di mostrare in maniera positiva quella che è la carriera militare, quindi i giovanissimi vengono avvicinati per cercare in qualche modo di far propaganda per il reclutamento. L’iniziativa nonviolenta degli attivisti dell’Osservatorio messa in atto questa mattina è stata finalizzata ad entrare nel terreo dei militari, nel loro ambiente, che è quello appunto della nave scuola Amerigo Vespucci, così come i militari sconfinano quotidianamente nel nostro ambito, quello della scuola. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università