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Una mozione del municipio 5 di Milano per il cessate il fuoco a Gaza
Municipio 5: presentata mozione per il cessate il fuoco a Gaza e sospensione degli accordi con Israele Milano, 28 maggio 2025 – In data odierna, nel corso della seduta del Consiglio municipale del Municipio 5, è stata presentata una mozione congiunta dai gruppi consiliari del Partito Democratico, Verdi e Movimento 5 Stelle contro il genocidio in corso nella Striscia di Gaza perpetrato da Israele, e la posizione dell’attuale Governo italiano in materia di politiche militari e di riarmo. In questa sede sono state denunciate le gravi violazioni perpetrate a danno degli oltre 60.000 palestinesi uccisi, di cui quasi 20.000 bambini, dei 115.000 feriti, dei 2 milioni di sfollati interni su una popolazione di 2,2 milioni di persone, dei 1.150 operatori sanitari e 210 giornalisti ammazzati e delle 50.000 donne incinte in condizioni sanitarie inesistenti. La mozione impegna il Presidente del Municipio 5 e la Giunta municipale a rappresentare presso le istituzioni competenti – Comune di Milano, Parlamento italiano, Governo della Repubblica e istituzioni europee – le seguenti richieste: • l’immediato cessate il fuoco nei territori palestinesi, il fermo del genocidio in corso e l’impedimento della deportazione del popolo palestinese; • la distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione civile, priva di acqua, cibo e cure mediche; • la sospensione di ogni tipo di accordo economico politico, militare, accademico e di ricerca – inclusi quelli legati a tecnologie “a duplice uso”, e quelli tra l’Unione Europea e Israele, come già richiesto da 17 Stati membri e dal Regno Unito; • l’avvio di un concreto percorso di pace, che metta fine all’occupazione militare e territoriale. La proposta si colloca nel solco delle iniziative promosse dal Coordinamento contro la guerra attivo nel territorio di Milano Sud, costituito da associazioni, organizzazioni, collettivi e abitanti, che da mesi denunciano le violenze perpetrate da Israele ai danni del popolo palestinese. Tra le azioni già realizzate dal Coordinamento sono state indicate: • il presidio continuativo tenutosi per una settimana in Piazza Abbiategrasso nel novembre 2024, conclusosi con un corteo per le vie del quartiere; • il gazebo informativo e la fiaccolata serale nel mese di gennaio 2025, con un’ampia partecipazione della cittadinanza; • le attività di sensibilizzazione tramite gazebi mensili da febbraio a maggio 2025, con una petizione che ha raccolto più di 500 firme a sostegno dell’interruzione di ogni accordo economico, politico, militare, accademico e di ricerca con Israele. Il coordinamento di Milano Sud ha richiesto, inoltre, un’azione istituzionale specifica, finalizzata a impedire il rinnovo automatico, previsto per l’8 giugno 2025, del memorandum d’intesa in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa tra Italia e Israele, voluto dalla giunta Berlusconi, e ratificato nel 2003. Tale accordo, che prevede il finanziamento diretto da parte dello Stato italiano di forniture militari ad Israele, è in parte coperto da segreto militare e oggetto di forti criticità. Viene richiesto l’impegno del Municipio 5 e del Comune di Milano affinché, con atto formale, si esiga la non rinnovabilità dell’accordo. Solo nel 2024, infatti, l’Italia ha esportato armi e munizioni verso Tel Aviv per 5,2 milioni di euro, principalmente da Viterbo e Lecco. Tuttavia, l’articolo 1 della legge 185/1990, ancora in vigore, nonostante la volontà del governo di smantellarla, stabilisce  che il nostro paese non può esportare armi e componenti verso paesi impegnati in conflitti. Lo Stato Italiano è stato più volte richiamato a verificare il rispetto di tale legge, ma inutilmente. A tal proposito, il caso verificatosi più recentemente consiste nel sequestro avvenuto nel porto di Ravenna nel febbraio 2025 di un carico di 14 tonnellate di componenti di armi provenienti da una ditta di Lecco e destinati alla IMI System (Israel Military Industries), principale produttore di armi e munizioni per l’esercito israeliano, denunciato dall’osservatorio sul traffico di armi nei porti europei The Weapon Watch. L’azienda ha negato ogni coinvolgimento, ma il Tribunale del Riesame ha confermato il sequestro: i pezzi sarebbero serviti alla costruzione di cannoni per veicoli terrestri da combattimento. Forniture simili sono state segnalate altre 4 volte l’anno scorso. Il Municipio 5, attraverso la mozione odierna, prende posizione concreta rispetto a questa dinamica e ribadisce l’urgenza di una mobilitazione istituzionale e popolare per: • la cessazione immediata del genocidio del popolo palestinese e degli attacchi deliberati alla vita e alla libertà dello stesso; • il rapido sblocco degli aiuti umanitari, fermi al valico di Rafah a causa di Israele; • la sospensione totale di ogni tipo di accordo tra Italia e Israele; • l’attivazione e il mantenimento di un processo di liberazione e di pace. La mozione sarà discussa e sottoposta al voto nel corso della prossima seduta consiliare. Comunicato stampa sottoscritto da: ANPI Stadera-Gratosoglio, ANPI Vigentina, Camera Sud Milano, Associazione dei Palestinesi in Italia, Associazione Centro Comunitario Puecher, Baia del Re, Associazione “Marhaban bil jamie” (“benvenuti a tutti”), Associazione ATIR Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca, BDS Milano, Comitato Difesa Ambiente Zona 5 Milano, EMERGENCY Gruppo Volontari Zona 5 Milano, Giovani Palestinesi Italiani, GTA – Gratosoglio Autogestita, Nuova Atletica 87, RossoSiSpera, Sicet Stadera, Collettivo ZAM, Serpica Naro, Unione Democratica Araba Palestinese Fonti: 1. l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), Amnesty International, UNICEF e la Federazione Internazionale dei Giornalisti. 2. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/21/unione-europea-israele-gaza-riconoscimento-palestina-sanzioni-news/7995744/ 3.  ISPI e SIPRI, https://altreconomia.it/armi-e-munizioni-dallitalia-a-israele-nel-2024-il-caso-delle-spolette-partite-da-viterbo/ 4. Emergency e https://www.ravennawebtv.it/transito-di-materiale-bellico-dal-porto-di-ravenna-associazioni-scrivono-allautorita-portuale/   Andrea De Lotto