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Giovani generazioni, periferie, salute e cura collettiva
Nelle ultime settimane sono tanti i fatti di cronaca che raccontano di episodi di violenza tra pari che riguardano i più giovani. Spesso l’argomento viene affrontato male, in chiave stigmatizzante e razzista. Resta il fatto che questi episodi sono il riflesso di problemi e contraddizioni reali, che non si possono semplicemente ignorare. Per questo, abbiamo deciso di provare a sviluppare un approfondimento sul tema, a partire da un insieme plurale di sguardi. In queste prime interviste, andate in onda nelle ultime due settimane, ci siamo confrontate con il giornalista Gabriel Seroussi e la psicologa Sarah Abd El Monem. Con Seroussi, autore del libro La Periferia vi guarda con odio (Agenzia X, 2025), abbiamo parlato della distorsione mediatica che viene alimentata in Italia verso i giovani delle periferie. Distanziandoci da un discorso di criminalizzazione, gli abbiamo chiesto di raccontarci, a partire dalla sua esperienza e dal suo lavoro, il contesto di cui tenere conto quando parliamo di episodi di violenza in situazioni di marginalizzazione. Ci racconta anche dell’importanza della creazione di spazi di confronto collettivi, che permettono di far fronte alle difficoltà circostanti a partire della propria identità e diritti. Abd El Monem, psicologa clinica con prospettiva transculturale a Milano, ha condiviso informazioni di stampo più prettamente psicologico, dati di cui raramente sentiamo parlare. Sulla base della sua esperienza con le giovani generazioni, in particolare giovani con background migratorio, dipinge un quadro in cui non sempre i servizi di sostegno sono accessibili e adeguati. Questo in situazioni in cui i giovani sono spesso costretti a crescere troppo in fretta e fanno fatica a sentirsi riconosciuti nelle loro identità plurali, elementi che possono generare, tra le tante cose, un senso di allerta costante. Post in aggiornamento con, prossimamente, l’aggiunta di ulteriori interviste e prospettive.
Datacenter. Il vivente come ingranaggio della macchina militare-digitale.
Sebbene il tema della “materialità” delle tecnologie sia ormai diventato un aspetto importante della critica, i “Datacenter” (i “Centri di elaborazione dati”) sono ancora un oggetto relativamente ignorato. Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati – la “cantina” di Internet e dell’Intelligenza Artificiale – e al contempo tecnologia della memoria funzionale al governo cibernetico, il Datacenter è un dispositivo centrale del tecno-capitalismo contemporaneo e delle sue guerre. In questo podcast la lettura del contributo scritto da Happy Hour per il Nunatak (estate 2025):
Giochi pericolosi. Assemblea pubblica e mobilitazioni contro le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026
Il 29 novembre alle ore 10.30 all’Università Statale di Milano si terrà un’assemblea pubblica di convergenza e organizzazione delle mobilitazioni di febbraio, marzo e aprile 2026 contro i Giochi Olimpici invernali di Milano Cortina. L’assemblea è convocata da Comitato Insostenibili Olimpiadi (CIO), una rete che ha messo insieme singoli e collettività milanesi per contestare il grande evento olimpico ed articolare una critica complessa al grande evento e alla sua eredità, tra gentrificazione dei quartieri popolari milanesi e devastazione ambientale dei territori montani. Abbiamo parlato di questa assemblea, delle manifestazioni nazionali già convocate e del documentario “il grande gioco” – girato in questi anni e in diffusione nazionale a partire da questo mese – con un compagno di Off Topic.
Prospettive siriane. Uno sguardo sulla Siria contemporanea a partire dalla storica visita di Al Sharaa negli Usa
In questo approfondimento facciamo un punto su questioni aperte, problemi e prospettive della Siria contemporanea, a partire dalla visita del nuovo presidente Aḥmad al-Sharaʿ alla Casa Bianca il 9 novembre scorso, il primo incontro tra un presidente siriano e uno americano dall’indipendenza del paese dalla Francia, nel 1946. Abbiamo parlato con Hani El Debuch, Dottorando in Storie, Culture e Politiche del Globale (UniBo), direttore della Special Task Force on Syrian Heritage presso il Heritage International Institute e collaboratore di UNHCR in diversi scenari di crisi, di questa visita, della situazione politica generale del paese e del rapporto tra Siria ed Israele, che occupa le Alture del Golan dal 1967 e ha effettuato una serie di attacchi e di manovre strategiche a partire dalla caduta dell’ex presidente siriano Bashar Al-Assad
Pakistan, inondazioni, cambiamento climatico e tensioni internazionali
Negli ultimi 10-15 anni abbiamo assistito a un allarmante aumento del numero, della frequenza e della natura irregolare delle inondazioni in Pakistan. Quando queste inondazioni colpiscono, causano un’immensa mortalità, morbilità e sfollamenti su larga scala. Solo pochi anni fa, nel Sindh, migliaia di anni di civiltà sono stati letteralmente spazzati via: moschee, templi, scuole, ospedali, vecchi edifici e monumenti. Anche quest’anno, le inondazioni in Pakistan hanno segnato un nuovo record. Da fine giugno 2025 a fine settembre, il Pakistan è stato sommerso da inondazioni che hanno devastato le province di Khyber Pakhtunkhwa, Punjab, Sindh e Gilgit-Baltistan, con oltre 1.000 morti, 3 milioni gli sfollati, e quasi 7 milioni di persone colpite. Ad aprile 2025, inoltre, l’India ha sospeso unilateralmente la sua partecipazione al Trattato sulle Acque dell’Indo del 1960, aggiungendo incertezza a una situazione già critica. La decisione indiana di sospendere il Trattato delle acque dell’Indo rappresenta un precedente storico: nonostante decenni di tensioni e crisi diplomatiche, il trattato era sempre stato rispettato da entrambe le parti. L’agricoltura, settore vitale per l’economia pakistana, è in ginocchio. Migliaia di ettari di terreni coltivati e 6.500 capi di bestiame sono andati perduti. I danni economici totali sono stimati in decine di miliardi di dollari. Come ricorda la giornalista Sara Tanveer in un suo recente articolo, il paradosso più crudele è che il Pakistan, con una produzione di appena 2,45 tonnellate di CO2 per persona all’anno, contribuisce meno dell’1% alle emissioni globali ma subisce le conseguenze più devastanti del cambiamento climatico. Due paesi, Cina e USA, producono il 45% delle emissioni globali, e i primi 10 sono responsabili di oltre il 70%. Eppure l’85% dei finanziamenti verdi va a questi stessi 10 paesi. Abbiamo chiesto a Sara Tanveer, scrittrice e giornalista free lance italo pakistana, di parlarci della situazione attuale del Pakistan per quanto riguarda le conseguenze della crisi climatica, e dei rapporti del Paese con India e Afghanistan. Ascolta o scarica l’approfondimento.
Rispondere al rigurgito fascista: la piazza antifascista di Trento e l’attacco al Liceo Righi di Roma@0
Continuano le chiamate dell’estrema destra in diverse città italiane. I summit internazionali a tema remigrazione di Gallarate e Livorno, la recente piazza di Casa Pound a Cagliari, le provocazioni e le aggressioni squadriste in diversi licei occupati, ma anche quelle a chiusura della manifestazione nazionale di Roma del 5 Ottobre – solo per citarne alcune – dimostrano che il rigurgito fascista emerge ormai con una certa continuità in tutto il Paese. Non mancano e non si fanno attendere però le risposte di chi coltiva una sensibilità antifascista. Nonostante siano sempre molto stretti i tempi per organizzare contestazioni e reazioni alle iniziative razziste e xenofobe proposte dall’estrema destra, continuiamo a raccontare ai microfoni di Radio Blackout le esperienze che con determinazione si muovono contro i fascisti del terzo millennio. Con una compagna del Centro Sociale Bruno di Trento, dove è stato siglato l’accordo con il Ministero dell’Interno per disporre l’apertura di un nuovo CPR, parliamo del corteo di contestazione alla chiamata di Casa Pound che ha strumentalizzato le previsioni governative per portare avanti la sua propaganda xenofoba e razzista: In collegamento con uno studente del Collettivo Ludus Righi di Roma, invece, raccontiamo come l’occupazione ha resistito alle aggressioni e alle provocazioni fasciste:
Rispondere al rigurgito fascista: la piazza antifascista di Trento e l’attacco al Liceo Righi di Roma@1
Continuano le chiamate dell’estrema destra in diverse città italiane. I summit internazionali a tema remigrazione di Gallarate e Livorno, la recente piazza di Casa Pound a Cagliari, le provocazioni e le aggressioni squadriste in diversi licei occupati, ma anche quelle a chiusura della manifestazione nazionale di Roma del 5 Ottobre – solo per citarne alcune – dimostrano che il rigurgito fascista emerge ormai con una certa continuità in tutto il Paese. Non mancano e non si fanno attendere però le risposte di chi coltiva una sensibilità antifascista. Nonostante siano sempre molto stretti i tempi per organizzare contestazioni e reazioni alle iniziative razziste e xenofobe proposte dall’estrema destra, continuiamo a raccontare ai microfoni di Radio Blackout le esperienze che con determinazione si muovono contro i fascisti del terzo millennio. Con una compagna del Centro Sociale Bruno di Trento, dove è stato siglato l’accordo con il Ministero dell’Interno per disporre l’apertura di un nuovo CPR, parliamo del corteo di contestazione alla chiamata di Casa Pound che ha strumentalizzato le previsioni governative per portare avanti la sua propaganda xenofoba e razzista: In collegamento con uno studente del Collettivo Ludus Righi di Roma, invece, raccontiamo come l’occupazione ha resistito alle aggressioni e alle provocazioni fasciste:
Maltattamenti Stella Maris: mite decisione del tribunale di Pisa chiude il primo grado del più grande processo italiano
In diretta con il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud partendo da un resoconto del processo per i maltrattamenti nella struttura della Stella Maris – reputata un’eccellenza del settore sanitario toscano – arriviamo a parlare di strumenti di contenimento fisico e farmacologico all’interno dei luoghi di contenimento. 280 gli episodi di maltrattamento in soli 4 mesi. 7 anni di processi e una decisione in primo grado che condanna solamente gli operatori, lasciando cadere ogni responsabilità per medici e dirigenti ai vertici della struttura. In parallelo al processo per maltrattamenti, si sta tenendo presso il Tribunale di Firenze, l’Appello per accertare le responsabilità nella morte di Mattia – in cura nelle strutture Stella Maris – che ha perso la vita nel 2018 dopo un soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. Osservare e raccontare cosa accade nei luoghi di limitazione o privazione della libertà è l’unica via per evitare abusi, maltrattamenti e farsi “giustizia”. Ascolta qui la diretta:
CPR e Consiglio di Stato: standard minimi e i capitolati d’appalto illegittimi
Lo scorso 25 settembre il Consiglio di Stato ha sancito l’annullamento del capitolato d’appalto previsto per la gestione dei CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio). Un’altra decisione di un’altra suprema corte – questa estate, infatti, era toccato anche alla Corte Costituzionale – che mette in discussione la legittimità dei centri di detenzione amministrativa per […]
Biella, 18 ottobre. Contestazione e volantinaggio contro il convegno Eco-Life e il nucleare “verde”
Volantinaggio e contestazione sabato domani 18 ottobre alle 8.30 di mattina, davanti all’auditorium Maurizio Sella di Biella, dove saranno presenti il ministro Pichetto Fratin e il rettore del Politecnico di Torino Corgnati. Il convegno si inserisce negli sforzi del governo per il ritorno dell’energia nucleare e delle infrastrutture nucleari in Italia. Il programma cerca di […]