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HUMAN 2025, Contest Fotografico
È online il bando per la partecipazione alla quinta edizione del contest fotografico Human, indetto dall’associazione Energia per i Diritti Umani APS di Roma. Il tema di quest’anno è “il corpo come luogo”. L’obiettivo è esplorare e raccontare il corpo in ogni sua dimensione. Che sia inteso come spazio di identità, territorio sociale, luogo di relazione o luogo politico, il corpo è un campo personale e collettivo, dove si iscrivono esperienze, trasformazioni, desideri e limiti. Straordinario veicolo di significati e ricettore talvolta inconsapevole, esso costituisce uno degli ambiti che meglio registra ciò che si verifica a livello sociale e che, pertanto, può portarci a riflettere in maniera critica sulla realtà che viviamo ogni giorno. L’iscrizione è gratuita, aperta a fotografǝ professionistǝ e non, e avviene online nella sezione dedicata sul sito www.energiaperidirittiumani.it. Il primo premio prevede un buono dal valore di 400 euro offerto dal Laboratorio Fotografico Corsetti. Sarà inaugurata a Roma, presso la Galleria delle Arti, sabato 29 novembre 2025, la mostra fotografica “HUMAN – Il corpo come luogo”, nella quale saranno esposte le 10 opere finaliste. Tramite la votazione del pubblico sul sito si può accedere a uno dei 10 posti finalisti, mentre i restanti 9 lavori verranno selezionati da una giuria di figure professioniste nel mondo della fotografia e dell’arte. Il termine per partecipare è il 31 ottobre 2025. Il bando completo di Human 2025 è disponibile qui: https://energiaperidirittiumani.it/human-il-corpo-come-luogo/. Per questioni informative o amministrative relative alla partecipazione, ci si può rivolgere alla segreteria di Human: +39 06 89479213, human@energiaperidirittiumani.it. _____________________________________________________________________________ Energia per i Diritti Umani APS è un’associazione di volontariato di carattere internazionalista che si occupa della tutela dei diritti umani. Ha iniziative in corso in Italia dal 1998, in Senegal dal 2000, in Gambia dal 2002 e in India dal 2003. Si occupa di sostegno a distanza, costruzione e avvio di scuole, prevenzione sanitaria (in particolare con la campagna Stop Malaria) e altri progetti per garantire l’autonomia della popolazione locale. È inoltre partner organizzatore della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Il contest fotografico “Human” nasce dall’idea di unire il potere comunicativo della fotografia con i temi cruciali dell’esistenza umana. L’obiettivo è di catturare l’essenza della persona e, allo stesso tempo, raccontare l’essere al mondo come un’esperienza collettiva, fatta di connessioni e di empatia verso il prossimo. La giuria del concorso: Andrea Acocella [he/him] (Roma, 1991): storico dell’arte, attivista LGBTQIA+ e curatore indipendente. Dopo una laurea in Storia dell’Arte Medievale inizia un percorso di formazione professionale al Node Center di Berlino, dove si specializza in Queer Curating nel 2020. Nel 2022 co-fonda bar.lina, spazio indipendente di arte e letteratura LGBTQIA+, che pone la comunità artistica queer italiana e internazionale al centro del proprio sviluppo. Francesco Amorosino: fotografo, proprietario e direttore del Fotostudio, insegnante di fotografia. Vincitore del SONY Award 2016 – categoria Still Life e finalista di vari premi europei tra cui il LensCulture 2015-Visual Storytelling. Michele Cirillo: crea reportage focalizzati sui temi dei diritti umani, dell’identità e dei cambiamenti geopolitici degli ultimi anni. È docente all’Accademia Italiana – Arte Moda e Design e produce video dell’ufficio stampa della Camera dei deputati. Laboratorio Fotografico Corsetti: dal 1971 un importante punto di riferimento per tuttǝ i maggiori fotografǝ italianǝ e stranierǝ. Valentina Vannicola: indicata dalla rivista Forbes come una delle migliori fotografe italiane nel mondo, ha esposto in numerose gallerie e istituzioni italiane ed internazionali e in prestigiosi Festival di fotografia. Le sue foto sono state pubblicate su quotidiani, settimanali e periodici tra cui: L’Espresso, D di Repubblica, Philosophie, Il Manifesto, Insideart o Aracne. Francesco Rombaldi: fondatore, Editor-in-Chief e curatore di Yogurt Magazine. Ideatore e curatore di numerose esposizioni e progetti nazionali ed internazionali. Alessandro Calizza: artista, fondatore di Ombrelloni Art Space a Roma e del progetto Sa.L.A.D. – San Lorenzo Art District. Volontario di Energia per i Diritti Umani e responsabile del concorso fotografico HUMAN. Energia per i Diritti Umani
“Educare in Genere?” – A Roma si parla di parità di genere, stereotipi e futuro dell’educazione
Un dialogo partecipato e necessario ha preso vita nella sede dell’associazione Energia per i diritti umani, all’interno della Biblioteca della Nonviolenza durante l’incontro dello scorso 27 Maggio “Educare in Genere?”, un appuntamento dedicato alla parità di genere e alla rappresentazione nei media. Non una semplice tavola rotonda, ma un vero e proprio spazio di riflessione collettiva, tra parole, letture e storie di cambiamento. A prendere la parola, attivistə e rappresentanti di realtà del quartiere San Lorenzo e del territorio romano, quali Chiara Franceschini (Casa delle Donne Lucha y Siesta), Anahi Mariotti (GenerAct), Andrea Acocella (Bar.lina), e Roberto Benatti (Cerchio maschile contro la violenza di genere). Alessia Grisi (Servizio Civile Universale) e Francesca De Vito (Energia per i diritti umani) hanno dato impulso a questa iniziativa per favorire connessioni e sviluppo di pensiero critico, a partire dalla lettura di tre testi simbolo della Biblioteca della Nonviolenza: Educazione sessista di Irene Biemmi, Principesse di Giusi Marchetta, e Pink is the new Black di Emanuela Abbatecola e Luisa Stagi. È proprio da quest’ultimo libro che arriva lo spunto iniziale per aprire l’incontro: “Donne e uomini non si nasce ma si diventa, attraverso un processo di socializzazione accuratamente e sapientemente differenziato per i generi, secondo un modello rigidamente binario…” Su queste parole si innesta la prima domanda, lanciata da Alessia: “Come cercate di scardinare questi modelli nei contesti educativi in cui operate? E quali ostacoli incontrate?” Si susseguono condivisioni di esperienze personali e collettive. Chiara Franceschini evidenzia la necessità di un’educazione sessuoaffettiva accessibile fin dalle prime fasi scolastiche. Anahi Mariotti sottolinea il valore della presenza di insegnanti non binariə e trans affinchè la loro visibilità contribuisca a normalizzare una pluralità di esperienze corporee ed identitarie. Andrea Acocella racconta di come, ancora oggi, troppo spesso l’educazione alla pluralità di genere sia lasciata alla buona volontà dellə singolə insegnante. Una responsabilità enorme, ma non sufficiente. Roberto chiude questo primo scambio richiamando l’importanza di un continuo lavoro di crescita personale e di una revisione critico-trasformativa del proprio agire. Poi, il confronto è proseguito con una domanda ispirata al libro Principesse: “Quali personaggi, nella vostra infanzia, vi hanno ispirato?” La domanda accende la sala. Si apre una conversazione intensa sul ruolo dei media nell’infanzia. Cartoni animati, eroi, eroine, libri e film diventano oggetto di un’analisi appassionata: strumenti che possono liberare oppure rinchiudere dentro stereotipi invisibili ma potenti. Infine, lo sguardo si sposta al futuro: “Che tipo di educazione vorreste tra dieci anni nelle scuole italiane?” Le voci convergono su una visione comune: una scuola più inclusiva, in dialogo con il mondo reale, capace di valorizzare ogni identità e incoraggiare la libertà di essere. Una scuola che non tema il cambiamento, ma lo accolga come parte integrante del processo educativo. Perché solo così può diventare uno spazio di libertà e crescita autentica. “Educare in Genere?” è stato un esempio tangibile di come la lettura, la cultura e il dialogo possano tradursi in strumenti concreti per il cambiamento sociale. Attraverso voci diverse ma che vanno nella stessa direzione, si è ribadita la centralità di progetti educativi capaci di superare stereotipi di genere e contrastare ogni forma di violenza, promuovendo una cultura del rispetto, dell’ascolto e della pluralità. Le testimonianze raccolte – tra esperienze dirette e pratiche educative – hanno messo in luce quanto sia urgente e necessario agire nei diversi contesti: dalla scuola alla famiglia, dai media alle organizzazioni del territorio. L’educazione alla parità e alla pluralità di genere è una pratica quotidiana che si costruisce insieme, con competenze, responsabilità e coraggio. Questo evento rilancia l’urgenza di moltiplicare iniziative simili e integrarle stabilmente in un’educazione davvero inclusiva, in grado di formare cittadinə consapevoli e liberə da stereotipi. Redazione Roma