Una due tre quattro cinque dieci cento Piazze per la Palestina, a partire da Torino
Si chiamano Andrea, Jeuray, Marco, Susanna, Vittoria e se volete cercarli on
line basta digitare “i ragazzi di Piazza Castello di Torino” perché è lì che si
sono piazzati da giorni, precisamente da lunedì 19 maggio, con le loro colorate
tendine di nylon: per denunciare con i loro corpi, la loro presenza, i loro
libri, suoni, brani di poesia, letture, pensieri, parole che volentieri
scambiano con chiunque li avvicini, la totale inaccettabilità di ciò che sta
succedendo da troppo tempo a Gaza.
Per terra hanno steso una bandiera palestinese lunga 11 metri e larga in
proporzione. Tutt’intorno dei fogli di carta trattenuti dai sassi perché non
volino via: le parole stra-usurate che non osiamo neppure più pronunciare,
perché tutte insufficienti a descrivere ciò che da mesi non facciamo che vedere
e rivedere e sentire e soffrire sempre di più… impotenti testimoni.
Sono andata a trovarli qualche sera fa che era domenica, già sette giorni che
erano lì e manco lo sapevo. Le loro tendine un po’ sperse nel centro della
piazza che a quell’ora (erano circa le 19.30) sembrava ancor più grande e vuota
di gente – il momento ideale per scambiare quattro parole.
“Siamo studenti della Holden (la scuola di scrittura di Torino che ormai è un
corso di laurea, e parecchio gettonato – ndr). Per la verità la nostra protesta
era già iniziata con il Salone del Libro, in quello stesso weekend tra il 17 e
18 maggio in cui Israele aveva annunciato l’operazione Carri di Gedeone. Ci
siamo detti ‘è troppo’ e da lunedì mattina 19 maggio eccoci qui.”
Avrete chiesto il permesso alla questura… “Per la verità no… naturalmente sono
venuti a vedere, ci hanno fatto delle domande, abbiamo parlato… e comunque
non stiamo facendo niente di male, giusto? Non ci siamo neppure preoccupati
di pubblicizzare più di tanto questa cosa sui social, semmai ci interessa
parlare con chi ha voglia di ascoltare… Ma stiamo tenendo dei readings, qualcosa
è uscito sulle pagine social di chi è venuto a trovarci (per esempio su quella
della Mamme in Piazza per la Libertà di Dissenso di Torino: testo bellissimo che
evoca un dragone, da leggere – ndr). Intendiamo restare qui a oltranza, fino
alla fine della guerra. Durante il giorno c’è modo di parlare, in molti ci
stanno dando una mano, per esempio con gli altoparlanti, cose così…”
Così ieri sera che era già mercoledì ho provato a rintracciarli per telefono per
sapere come andava. “Benissimo. Per un attimo abbiamo temuto che volessero
sgomberarci, ma è stato un falso allarme. Ovvero: senz’altro dovremo lasciare
Piazza Castello per qualche giorno, in vista delle celebrazioni per il 2 giugno,
ma solo per spostarci in Piazza San Carlo. Anzi ci hanno detto che potrebbero
esserci altre piazze pronte ad accogliere presidi analoghi al nostro. Piazza
Carignano, Piazza Vittorio Veneto… che sarebbe proprio il massimo. Così potremo
leggere brani di Se questo è un uomo di Primo Levi di fronte ai Murazzi! Ci
stiamo accordando con altri gruppi di potenziali presidianti… speriamo nel
maggior numero di piazze intitolate alla Palestina, magari non solo a Torino… ti
mando il nostro Comunicato Ufficiale, per favore fai girare …”
Comunicato Ufficiale – PRESIDIO PERMANENTE “PIAZZA PALESTINA” Ai sensi dell’art.
18 del T.U.L.P.S.
“Il sottoscritto Marco Rittore (Essere Umano),
in considerazione della catastrofe umanitaria in corso nei Territori
Palestinesi, in particolare nella Striscia di Gaza, e dell’inerzia delle
autorità italiane nel condannare il genocidio e nel cessare ogni forma di
supporto al governo israeliano, ritenuto responsabile di crimini contro
l’umanità.
COMUNICA
che a partire dal giorno 28 maggio 2025 si terrà un presidio permanente e
pacifico nelle principali piazze del centro di Torino, con presenza continuativa
anche nelle ore notturne, come previsto dall’art. 18 del Testo unico delle Leggi
di Pubblica Sicurezza.
Con questo presidio, ogni piazza coinvolta viene simbolicamente ribattezzata
“Piazza Palestina”, un nome che non è solo un segno di solidarietà, ma un
simbolo di rivolta pacifica, un punto di ritrovo per l’arte, le parole, la
musica, il teatro, la poesia, il silenzio e la resistenza civile.
Non serve un nome per partecipare. Non un partito, non un collettivo.
Basta esserci. Basta scendere in piazza come esseri umani in qualsiasi momento,
“Non prendiamo una posizione politica. Prendiamo una posizione umana.”
Scendiamo in piazza nel modo più pacifico possibile. Ogni gesto, ogni parola,
ogni presenza sarà ispirata alla nonviolenza e al rispetto profondo
dell’altro. L’ampliamento spontaneo e crescente del presidio sarà interamente
pacifico, e confidiamo che venga tutelato dalle forze dell’ordine, nel rispetto
del diritto costituzionale di manifestare.
Ogni forma di manifestazione non pacifica non è tutelata da questa
comunicazione. Nel manifestare in maniera pacifica, abbiamo riscontrato un
atteggiamento estremamente positivo e collaborativo da parte delle forze
dell’ordine, che riconoscono il valore civile e costituzionale della nostra
iniziativa.
A seguito del presidio già effettuato in Piazza Castello, le stesse forze
dell’ordine di hanno dato la possibilità di proseguire su questa linea, nella
piena collaborazione e trasparenza.
La causa palestinese, in questo contesto, rappresenta un pretesto necessario: un
occasione per riportare al centro dell’agire umano il sogno di un mondo
disarmato. In cui la guerra non sia più giustificabile, concepibile, né
culturalmente accettabile.
Un mondo in cui la pace non sia più un’utopia, ma una condizione permanente
della convivenza umana.
Torino ha iniziato.”
28/05/2025
E sì, senz’altro facciamo girare. E per quelli che vivono o magari passeranno
nei prossimi giorni per Torino: se per caso vi trovate ad attraversare qualche
Piazza e vedete che ci sono delle tende… fermatevi a parlare.
Centro Sereno Regis