Pini Lido Savio, chiusura delle strade, un po’ di chiarezza
In attesa dell’udienza del 15 maggio, il Comune sta procedendo a transennare
tratti di viale Romagna, appoggiandosi sulle allerte meteo. Quella attuale, tra
l’altro, non ha allerte di vento, ma si è presa lo stesso l’occasione per
chiudere.
In questo modo, operatori commerciali, residenti e turisti rischiano di finire
nel caos e nel disagio, proprio all’inizio della stagione turistica, e la colpa
si scarica contro i poveri pini e contro i cosiddetti “ambientalisti”, ovvero i
cittadini che si battono per la tutela del decoro della località turistica, di
cui il bellissimo viale di pini è la principale attrattiva.
Se da un lato possiamo comprendere il Comune, che si basa sulle prove del suo
tecnico, dall’altro riteniamo doveroso precisare che:
1) le prove a trazione, che il Comune ha deciso di fare solo dopo la petizione
di 3000 firme, e che stabiliscono la pericolosità degli alberi, redatte da
“Progetto Verde”, dell’agronomo Giovanni Morelli, presentano alcune grosse
anomalie, individuate da chi ha introdotto queste prove in Italia circa 20 anni
fa, ovvero esperti su cui non c’è alcun dubbio circa la loro competenza. In
particolare, è stato preso un coefficiente per il vento che non corrisponde alla
situazione reale. Per questo motivo gli abbattimenti che conseguono da quelle
prove sono stati oggetto di un Ricorso al TAR, e fermati dal Tribunale con
l’accoglimento della sospensiva.
2) Le prove di trazione, costate ben 23 mila euro, si eseguono solo per alberi
oggettivamente malati e a rischio, cosa che non risulta all’analisi visiva
effettuata da un altro tecnico di chiara fama per conto dei cittadini. Il Comune
ha voluto lo stesso procedere in questa direzione e, sarà sicuramente un caso,
gli alberi malati sono proprio dal lato dove il progetto “Parco Marittimo”
prevede l’eliminazione totale dei pini, mentre risulta da non abbattere uno dei
pini che teoricamente sarebbe stato da mantenere, sul lato monte. Preveggenza
miracolosa del progettista del Parco Marittimo, lo studio Paisà, nelle cui
relazioni approvate non risulta la benché minima valutazione sui pini, chiamati
“marittimi” anziché “domestici”, e da abbattere solo per un vezzo
architettonico?
3) I cittadini hanno chiesto da subito di poter svolgere anch’essi prove a
trazione, a proprie spese e con tecnici specializzati: il Comune ha respinto
sdegnato. Perché? Si parla di “sicurezza”: una motivazione stupefacente, come se
i tecnici che da sempre svolgono questo lavoro non sappiano come agire, ovvero
in sicurezza. Altri comuni, ad esempio Padova, concedono in modo trasparente
qualsiasi verifica sul patrimonio pubblico delle alberature urbane.
4) Gli alberi sono malati e a rischio crollo, o no? Dalle verifiche sulle prove
di Morelli, se fosse stato usato il parametro corrispondente alla situazione
reale, i pini sarebbero tutti in classe di sicurezza.
5) Ma se risultassero comunque in classe di rischio, la soluzione unica è
l’abbattimento? No, ci sono numerose tecniche che permettono di salvare gli
alberi con classe di rischio al limite di sicurezza; solo quelli davvero
pericolosi vanno abbattuti. Pensiamo solo a Lignano Sabbiadoro, che ha
recuperato e consolidato oltre 300 pini di 70 anni sottoposti alle sferzate di
bora direttamente sul lungomare.
Per concludere, commercianti e cittadini pensino a cosa diventerebbe il viale
senza i suoi pini durante la stagione balneare: un forno rovente, con
conseguente fuga di turisti, deprezzamento degli immobili ed aumento delle
bollette. Basti pensare al valore delle case a Milano Marittima, che i suoi pini
se li tiene stretti. Oltre 50 i gradi misurati la scorsa estate con termocamera
professionale nel tratto già realizzato. Davvero vogliono questo?
I cittadini si stanno battendo non solo per i pini, ma per tutta Lido di Savio e
per chi ci abita e lavora, e anche per il Comune stesso, che rischia di
provocare un danno irreparabile al proprio patrimonio verde basandosi su
progetti e prove quantomeno discutibili.
gruppo di cittadini “Salviamo i pini di Lido di Savio e Ravenna”
Redazione Romagna