Pisa, “Lə soldatinə” sfilano alla parata revisionistica sugli “eroi di guerra”
Domenica 25 maggio si è tenuto a Pisa un raduno della sezione Pisa-Lucca-Livorno
dell’Associazione Nazionale Alpini, per l’inaugurazione di un monumento presso
largo San Zeno dedicato alle Medaglie d’oro al Valor militare sottotenente Enzo
Zerboglio e maresciallo ordinario Ferruccio Tempesti, con alzabandiera, fanfare
suonate dalla banda degli Alpini e sfilata attraverso la città. Una cerimonia
patrocinata dai Comuni di Pisa, Lucca e Livorno che si è svolta alla presenza di
autorità civili e militari, il Generale di Brigata, Michele Vicari,
le delegazioni dei Comuni di Barga, Calci, Camaiore e Setteville, la Provincia
di Pisa. A rappresentare il Comune di Pisa, il vicesindaco Raffaele Latrofa.
Enzo Zerboglio morì sul Monte Grappa durante la Prima guerra mondiale, mentre
Tempesti morì sul fiume Don, durante la campagna di Russia, dopo aver
partecipato a quella di Francia e a quella di Grecia. Ci pare evidente
l’operazione di propaganda revisionista nella scelta di questi due nomi,
operazione confermata dalle parole del vicesindaco: «Zerboglio e Tempesti (..)
testimoniano la forza collettiva di un’Italia capace di opporsi al sopruso,
anche a costo della vita». Parole che non accettiamo siano riferite alla guerra
di aggressione ed espansione imperialista combattuta dall’esercito dell’Italia
fascista al fianco della Germania nazista, un sopruso compiuto, non subìto!
Ci pare aberrante la presenza di figure istituzionali anche non appartenenti ai
partiti di destra a patrocinare e validare una simile operazione di propaganda,
per non parlare di quella del presidente provinciale dell’Associazione Nazionale
Partigiani Italiani, Bruno Possenti.
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
vogliamo denunciare in modo particolare un “elemento del cerimoniale” che
troviamo raccapricciante: ad aprire e guidare il corteo che domenica mattina ha
sfilato da Ponte di Mezzo fino a Largo San Zeno è statə messə unə bambinə. Unə
bambinə di pochi anni, in divisa militare. Marciava compostə accanto a una
persona in divisa che reggeva lo stendardo della sezione; dietro di loro lə
altrə militari della banda musicale, poi le autorità, poi lə altrə alpinə.
Ci pare una scelta perfettamente in linea con la crescente militarizzazione
delle scuole che denunciamo quotidianamente, con la propaganda che vuole rendere
allettante agli occhi deə piccolə e deə più giovani la vita militare; una scelta
comunicativa avente lo scopo di farci dimenticare che militari, armi ed eserciti
portano morte e distruzione, servendosi di una persona piccola la cui vista
muove alla tenerezza.
Un atto di profonda mancanza di rispetto, anzi una vera forma di violenza
psicologica, innanzitutto nei confronti di quellə bambinə, non ancora in grado
di dare o negare il proprio consenso in modo consapevole che è statə
strumentalizzatə, ma anche di tutte le persone piccole e molto giovani presenti
nel pubblico o che vedranno nel tempo le immagini dell’evento, che in quellə
bambinə istintivamente si identificano, esposte ad un messaggio – in carne e
ossa, quindi molto potente – di normalizzazione della guerra; messe di fronte ad
un modello di obbedienza cieca e annientamento dell’individualità,
dell’autodeterminazione, della spontaneità, della libertà.
Un bell’esempio di pedagogia nera, di violenza educativa, quella che già gli
studi di Erich Fromm e poi Alice Miller e moltə altrə studiosə hanno
riconosciuto essere la base culturale, l’humus che consente la nascita e
alimenta i governi autoritari perché condiziona le persone fin dall’infanzia
alla presenza di un’autorità indiscussa e indiscutibile, a subire passivamente
violenza psicologica e fisica, ad obbedire per paura di ricevere una punizione e
impedisce loro di imparare ad ascoltare i propri bisogni fondamentali, l’innata
esigenza di verità e di fedeltà a sé stessə, alle proprie percezioni, sensazioni
e conoscenze. Che disumanizza perché sopprime l’empatia.
Tocca ricordare e ribadire che dopo la fine della seconda guerra mondiale i
padri costituenti impressero nella carta fondativa della repubblica italiana il
ripudio della guerra “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo per risolvere controversie internazionali”. Sono i valori della
Costituzione che abbiamo il compito e il dovere di trasmettere alle nuove
generazioni, questo, riprendendo le parole del vicesindaco, il “patrimonio
morale” che deve essere “trasmesso alle giovani generazioni come una vera e
propria lezione civile”!
Riferimenti:
https://www.pisatoday.it/cronaca/inaugurazione-monumento-zerboglio-tempesti-pisa-maggio-2025.html
> Pisa rende omaggio agli eroi alpini Zerboglio e Tempesti: inaugurato il
> monumento a loro dedicato
Alice Miller, La persecuzione del bambino.
Erich Fromm, Fuga dalla libertà.