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USA: NEW YORK ALLE URNE PER IL NUOVO SINDACO, FAVORITO IL SOCIALISTA ZOHRAN MAMDANI
Giornata elettorale negli Usa. Si vota in Virginia e in New Jersey per eleggere i governatori, mentre in diverse città USA ci sono le amministrative. Occhi puntati sulla città di New York, dove i sondaggi vedono avanti il candidato della sinistra dem, il socialista Zohran Mamdani, quotato al 43%, rispetto all’ex dem e ora indipendente Andrew Cuomo (33%), supportato – di malavoglia – da Trump. Più staccato il repubblicano Curtis Sliwa, fondatore dei vigilantes Guardian Angels. 735mila newyorchesi, mai cosi tanti, hanno già votato via posta o in seggi elettorali appositamente allestiti per il voto anticipato. A New York l’elezione per il sindaco è ritenuta un primo test per la nuova era di Donald Trump. Intanto secondo quanto rivelato da un nuovo sondaggio di Washington Post, Abc News e Ipsos, cala l’indice di gradimento del presidente Donald Trump: la maggioranza degli statunitensi, il 64%, pensa che il presidente sia andato oltre i poteri conferitigli dal suo ruolo e che stia eccedendo nel tentativo di espandere i suoi poteri presidenziali. Il sondaggio segnala che la disapprovazione per l’operato del tycoon è al 59%, mentre l’apprezzamento si ferma al 41%, il livello più basso per un presidente all’inizio del secondo mandato. Nonostante questi dati, la corsa per le elezioni di metà mandato del 2026 rimane equilibrata, con i democratici al 46% e i repubblicani al 44% nelle preferenze per il Congresso. L’intervista a Marina Serina, cittadina italiana che vive a New York, che ha seguito la campagna elettorale di Zohran Mamdani e collaboratrice della rivista online Pressenza.Ascolta o scarica
ARGENTINA: MILEI VINCE A SORPRESA LE ELEZIONI DI MIDTERM, “IN ASSENZA DI UN PROGETTO ALTERNATIVO DELLA SINISTRA”
La Libertà Avanza, vince le elezioni di metà mandato in Argentina con il 40,84% e conquista terreno nella provincia di Buenos Aires, tradizionale bastione dei peronisti progressisti, che solo un mese fa avevano messo ko la formazione dei conservatori. Il partito ultraliberista di Javier Milei avrà 101 deputati invece di 37 e 20 senatori invece di 6. Record negativo di affluenza, che si è attestata al 67,85%, la più bassa da quando è tornata la democrazia nel 1983. Smentite le previsioni che parlavano di testa a testa tra La Libertà Avanza e l’opposizione di Sinistra Fuerza Patria. A inizio settembre, alle elezioni del consiglio provinciale di Buenos Aires, venne eletto il peronista Alex Kicillof, che aveva superato di 13 punti il partito di Milei. Una vittoria che lasciava pensare ad una nuova sconfitta per Milei a queste elezioni di metà mandato, che invece lo hanno visto trionfare. Un voto che rafforzerebbe le relazioni con gli Stati Uniti di Donald Trump che si apprestano a varare un nuovo pacchetto di prestiti a Buenos Aires, in cambio di concessioni per favorire le esportazioni di materie prime quali minerali e idrocarburi. L’analisi del voto in Argentina con il giornalista Martino Mazzonis. Ascolta o scarica
USA: TRUMP ALL’ONU TAGLIA CORTO SULLA PALESTINA, “RICONOSCERLA È UNA RICOMPENSA PER I TERRORISTI”
Discorso fiume del presidente USA Donald Trump all’80esima sessione dell’ONU a New York, che si è aperta oggi. Un’ora di discorso, quando il protocollo prevede interventi della durata di 15 minuti. Trump contro tutti, in primis contro le stesse Nazioni Unite e particolarmente concentrato sulle questioni di politica interna statunitense, glorificando il lavoro della sua amministrazione. Il Presidente ha dedicato poco tempo alle guerre in Ucraina e in Palestina. Nel primo caso ha ricordato che se fosse per lui la guerra non sarebbe mai iniziata. Nel secondo caso Trump ha ribadito nuovamente il pieno sostegno ad Israele sostenendo che “la creazione di uno Stato di Palestina sarebbe una ricompensa per i terroristi”, ricordando anche le sue richieste specifiche: “la liberazione di tutti gli ostaggi contemporaneamente”, cadaveri compresi, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa per fermare il genocidio. Il tutto mentre, sempre all’Onu, altri 11 Stati – con la Francia capofila – hanno annunciato formalmente il riconoscimento dello Stato di Palestina, come già fatto da più di tre quarti degli Stati del mondo. Un uso strumentale dell’assemblea delle Nazioni Unite quello di Trump, che ha sparato a zero, tra l’altro, contro le energie rinnovabili, i migranti, Biden, i gruppi Antifa, la NATO. L’80esima sessione dell’assemblea delle Nazioni Unite verdrà alternarsi tutti i capi di stato e le varie delegazioni: domani sarà il turno di Meloni e Zelensky, venerdì quello di Netanyahu. Al termine del discorso di Trump, abbiamo contattato a New York la giornalista Marina Catucci che sta seguendo per conto di diverse testate la Settimana ad Alto Livello dell’80esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ascolta o scarica
PALESTINA: “NEGLI USA C’È UNA TRATTATIVA AMERICANI-AMERICANI”, MENTRE I BULLDOZER SONO AL LAVORO IN CISGIORDANIA E IL GENOCIDIO PROSEGUE
Genocidio a Gaza: anche stamattina le forze israeliane continuano a colpire Gaza, un campo profughi dopo una giornata di attacchi in cui sono morti almeno 95 palestinesi. 16 le persone uccise a partire dalle prime ore di questa mattina. Tra queste, otto persone sono state uccise in un attacco al campo profughi di Shati, due sono state uccise nel bombardamento di una casa a Deir el-Balah e due sono state uccise in un attacco con drone contro le tende a Khan Younis. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si sono incontrati per la seconda volta ieri per discutere di un cessate il fuoco a Gaza, ma non sembra esserci stata alcuna svolta. Secondo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu  si stanno aprendo opportunità per ampliare gli Accordi di Abramo. Lo riporta Haaretz.  Hamas afferma che “Gaza non si arrenderà” dopo che Netanyahu ha dichiarato che libererà i prigionieri israeliani rimasti nell’enclave devastata dalla guerra e sconfiggerà il gruppo palestinese. L’esercito israeliano ha rivendicato attacchi a diversi veicoli nel nord e nel sud del Libano, affermando che uno di questi attacchi ha ucciso un comandante di Hamas a Tripoli. Abbiamo chiesto a Shoukri Hroub, dell’UDAP – Unione Democratica Arabo Palestinese – un commento sul fronte diplomatico e gli aggiornamenti sull’iniziativa di solidarietà internazionale Freedom Flotilla. Ascolta o scarica
USA: 2MILA MANIFESTAZIONI E MILIONI DI PERSONE IN PIAZZA PER IL “NO KINGS DAY” CONTRO LE POLITICHE DI TRUMP
Trump annuncia una mano ancora più dura contro i migranti. “Dobbiamo ampliare gli sforzi per detenere e deportare i migranti A Los Angeles, Chicago e New York, dove vivono milioni di immigranti senza documenti”, ha detto, mentre per le strade di Los Angeles restano migliaia di caschi della Guardia Nazionale e 700 Marines, che hanno effettuato il primo arresto nei confronti di un civile statunitense. Contro le deportazioni dell’amministrazione Trump e le sue politiche guerrafondaie, si sono svolte lo scorso sabato 14 giugno migliaia di manifestazioni convocate dal movimento “No Kings day”. Milioni le persone in strada in tutto il Paese, mentre Donald Trump, nel giorno del suo compleanno, si trovava a Washington per festeggiare i 250 anni dell’esercito. Di repressione globale dei migranti si parla anche al G7 al via oggi a Kananaskis, in Alberta, Canada. La sessione sui migranti sarà affidata all’italiana Meloni. Al centro del vertice, oltre alle guerre, ci sono soprattutto i dazi. “Evitare il protezionismo” è il monito della Commissione Europea, pronta ad accettare un dazio fisso del 10% sugli scambi commerciali con gli Usa, a patto che “l’accordo sia definito con criteri chiari e condivisi” L’obiettivo è evitare tariffe più elevate su automobili, farmaceutica ed elettronica. Abbiamo anche fatto il punto sulla posizione del governo statunitense in seguito all’escalation dei conflitti in Medio Oriente, nell’intervista con Marina Catucci, giornalista e corrispondente da New York per Il Manifesto. Ascolta o scarica
STATI UNITI: A 5 ANNI DALL’OMICIDIO FLOYD, “LA POLIZIA HA INTERIORIZZATO LO SPIRITO DEL SUPREMATISMO BIANCO”
A Minneapolis, nel Minnesota, cinque anni fa si verificò l’omicidio razzista e di Stato di George Floyd, soffocato dal ginocchio di un poliziotto. Domenica 25 maggio la morte del 46enne afroamericano è stata commemorata in piazza George Floyd, tra opere d’arte di protesta, rose gialle e un murales con la scritta “Hai cambiato il mondo, George”. L’omicida, il poliziotto bianco Derek Chauvin, condannato nel 2022 a 21 anni di reclusione, potrebbe vedersi concedere la grazia se il Presidente Donald Trump cedesse alle pressioni degli alleati più razzisti. Inoltre i dati raccolti tra il 2017 e il 2024, mostrano un aumento degli omicidi razziali nei confronti delle minoranze statunitensi nere e ispaniche. In calo invece i numeri delle persone bianche uccise dalla polizia. Questo attesterebbe una perdita di slancio del movimento Black Lives Matter a favore del trumpismo e del suprematismo bianco, cui esponenti stanno facendo cancellare tutte le riforme fatte per cercare di arginare il razzismo. Il Presidente Trump sta anche demolendo le politiche in favore di diversità, equità ed inclusione. Nonostante la eco globale delle proteste del movimento Black Lives Matter, il suprematismo bianco è oggi in continua ascesa, facendo arretrare sulle recenti conquiste dei movimenti antirazzisti. Anche le donazioni verso Fondazione Black Lives Matter sono in continuo calo: dai 79,6 milioni di dollari raccolti nel 2021, si è passati l’anno seguente a soli 8,5 milioni. Nel frattempo negli Stati Uniti stanno arrivando i primi cosiddetti rifugiati dal Sudafrica che fuggirebbero dal “razzismo contro i bianchi”. I discendenti dei coloni europei, gli Afrikaner, che imposero la segregazione razziale fino al 1991, possono ottenere l’asilo negli Stati Uniti: lo stesso diritto viene però negato alle persone che scappano da povertà, guerre e persecuzioni, come ad esempio i rifugiati Sudanesi e Congolesi, a cui l’amministrazione Trump ha bloccato le procedure per richiedere l’asilo. Ai nostri microfoni l’analisi dello scrittore Salvatore Palidda, già docente in sociologia presso l’Università di Genova. Ascolta o scarica