Grande partecipazione al Convegno nazionale dell’Osservatorio contro la militarizzazione il 16 maggio 2025 a Roma
Il Convegno nazionale dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole
e dell’università, “Scuole e università di pace. Fermiamo la follia della
guerra“, organizzato il 16 maggio 2025 in collaborazione con l’Associazione
nazionale “Per la scuola della Repubblica Odv”, si è rivelato estremamente
interessante per la qualità degli interventi e ha visto la partecipazione di
circa 220 docenti collegate/i online e un centinaio in presenza nella sala
teatro dello Spin Time in via Croce Santa Croce di Gerusalemme a Roma.
L’iniziativa era valida come corso di aggiornamento e formazione per le/gli
insegnanti ed è stata organizzata per fare il punto sulla situazione della
militarizzazione delle scuole e della società , anche alla luce della follia del
RearEurope e della tragica piega che sta prendendo l’occupazione illegale dei
territori palestinesi da parte di Israele, ormai orientato alla distruzione
totale di Gaza con l’operazione “Carri di Gedeone”.
Il primo intervento è stato quello di Ludovico Chianese, presidente uscente
dell‘Osservatorio, il quale ha fatto il punto sul lavoro annuale
dell’organizzazione, sulle campagne avviate e sui suoi successi, ma ha anche
ribadito la follia della guerra che entra nella narrazione consolidata e
normalizzata all’interno delle scuole per mezzo della presenza costante e
programmata delle Forze Armate.
A seguire, Anna Angelucci, presidente dell’Associazione Nazionale per la scuola
della Repubblica, si è soffermata sull’assurdità della Risoluzione del
Parlamento Europeo del 2 aprile 2025 sull’attuazione della politica di sicurezza
e di difesa comune, un testo programmatico in cui si costruisce la scuola del
RearmEurope, vale a dire una scuola in un cui dominano le competenze,
epifenomeno della messa in secondo piano del pensiero, delle conoscenze. Nella
Risoluzione viene esplicitamente consigliato di inserire l’Istruzione militare
all’interno dei programmi scolastici, proprio come durante il fascismo.
La relazione del professor Angelo d’Orsi, storico e già ordinario all’Università
di Torino, prendendole mosse dal suo recente volume Catastrofe neoliberista, si
è incentrata sul sistema guerra, sull’ideologia e sulla pratica dello sterminio
nell’età del turbocapitalismo, focalizzando l’attenzione sulla necessità
crescente e costante della produzione industriale bellica di tipo capitalistico
che sostiene l’urgenza delle guerre in giro per il mondo al fine di produrre
esclusivamente profitto.
E in continuità con d’Orsi, Futura D’aprile, giornalista freelance per «Il Fatto
Quotidiano», «EditorialeDomani» e «AltrEconomia», ha messo concretamente in
evidenza come il commercio di mondiale di armi sia il risultato di una politica
orientata alla guerra, da cui l’Italia trae profitto anche attraverso società a
partecipazione statale, come Leonardo S.p.A.
Particolarmente accorato, inoltre, è stato l’appello di padre Alex Zanotelli,
missionario comboniano e Direttore di Mosaico di Pace, nel richiamare alla
coscienza dei/delle docenti, ma anche dei cittadini e delle cittadine, l’urgenza
di invertire il processo di costruzione della guerra, pena la sconfitta totale
dell’umanità, l’abisso, anche mettendo in atto importanti iniziative di
disinvestimento, boicottaggio e sanzioni (a sostegno di BDS) nei confronti dei
paesi che promuovono le guerre.
Serena Tusini, docente e promotrice dell’Osservatorio contro la militarizzazione
delle scuole e delle università, ha mostrato l’impatto sulla scuola del Piano
della comunicazione delle Forze Armate, cercando di dimostrare il teorema della
militarizzazione con documenti preziosi alla mano, i quali rendono evidente la
necessità di reclutare 40.000 soldati all’interno delle nostre scuole.
Estremamente interessante è stata la relazione di Murat Cinar, giornalista di
origine turca che vive in Italia ormai da diversi anni, il quale ha mostrato
documenti audiovisivi e fotografici che illustrano il teorema della
militarizzazione delle scuole anche in Turchia e Israele, paesi che come
l’Italia hanno nel tempo costruito un universo simbolico bellicista attraverso
parate, manifestazioni ideologiche e celebrazioni militaristiche.
A chiudere l’interessantissima giornata di studi c’è stata Roberta De
Monticelli, già docente di filosofia morale all’Università di Ginevra e
all’Università San Raffaele di Milano, la quale, a partire dalla postfazione che
ha scritto al libro di Francesca Albanese, J’accuse, ha mostrato la necessità,
per tutta l’umanità, di ricorrere al diritto internazionale per costruire la
pace. Il suo recente libro Umanità violata, inoltre, non risparmiando critiche
al giornalismo mainstream e ai pennivendoli embedded, si sofferma sulla
sofferenza di un popolo, quello palestinese, che subisce una illegittima
occupazione da circa 80 anni e di cui l’umanità, che è consapevole oggi più che
mai di ciò che sta accadendo sotto i suoi occhi, sembra totalmente
disinteressata, risultato di un processo, come l’Osservatorio cerca di
argomentare, di normalizzazione della guerra, di adiaforizzazione morale, di
indifferenza generale a fronte dell’avanzare dell’ideologia del successo
individuale, del merito soggettivo, della dimensione egotica che si fa spazio.
A chiudere il convegno, dopo numerosissimi e altrettanto pertinenti interventi
da parte del pubblico attento e critico e da parte di uno studente romano del
collettivo OSA, c’è stato l’intervento di Antonino De Cristofaro, docente e
promotore dell’Osservatorio, il quale ha richiamato l’attenzione dei/delle
docenti sulla necessità di costruire, nella scuola, mediante le discipline,
nelle pratiche didattiche, un universo alternativo a quello guerrafondaio e per
riuscire ad essere incisivi a livello educativo occorre innanzitutto
decolonizzare il pensiero da quelle concrezioni suprematiste, occidentaliste e
colonialiste che si annidano nel linguaggio e nelle mentalità, ma purtroppo
anche nei documenti ufficiali, come è accaduto con le indicazioni nazionali per
l’insegnamento della storia nella scuola primaria e secondaria di primo grado in
cui si afferma che «Solo l’Occidente conosce la storia».
A breve pubblicheremo i video dei singoli interventi dei relatori e delle
relatrici al Convegno insieme al materiale utilizzato durante le conferenze.
Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università