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Acerbo (Prc): voto ONU per Stato di Palestina vittoria del popolo palestinese e del movimento di solidarietà
Finalmente anche l’Italia ha votato a favore della Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU per il riconoscimento dello stato di Palestina entro i confini del 1967. E’ una vittoria del movimento di solidarietà con il popolo palestinese che ha costretto il governo italiano ad abbandonare la consueta astensione a cui ci aveva abituato. Evidentemente i sondaggi hanno indotto il governo Meloni a rivedere la linea finora tenuta. Questo voto dell’Assemblea Generale ONU è una vittoria del popolo palestinese che resiste da decenni all’occupazione illegale, all’apartheid, alla pulizia etnica. Ci sono voluti più di 63.000 morti accertati per arrivare a questo risultato per ora simbolico ma che rappresenta il no dei popoli di tutto il pianeta ai piani di Netanyahu e dei suoi ministri criminali. Sono rimasti al fianco del fascismo israeliano gli USA di Trump, l’Ungheria di Orban e Argentina di Milei. Ora bisogna instancabilmente continuare la mobilitazione per ottenere le sanzioni e il completo isolamento economico, militare e diplomatico di Israele per porre fine al massacro e all’occupazione che da decenni subisce il popolo palestinese, con la complicità di Europa e Stati Uniti. Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
Napoli riconosce lo Stato della Palestina
Il consiglio comunale di Napoli ieri ha approvato a maggioranza il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano. Dopo l’approvazione un minuto di silenzio per le sofferenze del popolo palestinese sotto le bombe israeliane da 590 giorni. La presidente del Consiglio comunale, Enza Amato, ha ringraziato i consiglieri “per essere dalla parte giusta della storia“. Non sono mancate le polemiche per i molti banchi vuoti fra i componenti della giunta, a partire dall’assenza del sindaco Manfredi. Critiche da parte della lista (Insieme Per Napoli Mediterranea), espresse in una dichiarazione “oggi ci sarebbe dovuto essere un consiglio quasi solenne, con la partecipazione della giunta intera. Ma nonostante il parere favorevole di Palazzo San Giacomo, dopo le polemiche sul caso della Taverna a Santa Chiara, la presenza di soli due assessori purtroppo è eloquente.” In aula a Napoli ci sono stati momenti di commozione, durante gli interventi. La parola genocidio ha risuonato più volte. Gennaro Esposito (Azione) ha denunciato apertamente “è in atto l’olocausto del popolo palestinese, e mi dispiace assai se gli israeliani si incazzeranno molto” ma come chiamarlo diversamente quando da oltre un anno e mezzo sistematicamente si fa strage di decine di migliaia di donne e bambini, quando si usa persino la fame come mezzo di sterminio. In aula, presente una commossa rappresentanza della comunità palestinese. La mozione prevede ben 12 punti,  fra gli altri impegna l’amministrazione a rappresentare una serie di richieste al governo nazionale israeliano. Al sindaco viene inoltre chiesta un’ordinanza di divieto di scarico e carico di armi nel porto di Napoli, e di attracco per navi che ne trasportino verso Israele. Dal consiglio comunale, inoltre, si invoca un ordine del giorno per lo stop agli accordi di cooperazione con lo stato israeliano, e a quelli per l’acquisto di strumenti di cyber security. Anche quest’atto, come quello appena approvato, dovrebbe attivare il Comune di Napoli presso governo e parlamento. Ci si aspetta ora che questa mozione approvata ieri a Napoli venga presto portata all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che sia presentata, votata, e fatta proprio da tanti altri comuni italiani.   Luca Cellini