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Stop Rearm Europe: superate l 440 adesioni al corteo del 21 Giugno
Abbiamo superato le 440 adesioni al corteo che il 21 giugno partirà da Piazzale Ostiense alle 14:00 per finire al Colosseo. E cresce di ora in ora la partecipazione, da tutta Italia e da Roma. Siamo una marea di persone e organizzazioni che da sempre e ogni giorno lottano per disarmare il nostro Paese, l’Europa e il mondo, per fermare tutte le guerre e i conflitti, le occupazioni, le ingiustizie, lo sfruttamento, il patriarcato, la repressione, per la democrazia, il lavoro, i diritti, la giustizia sociale e climatica e la pace. Ciascuno a suo modo, ciascuno con i suoi strumenti. Ma questo è un momento troppo tragico e pericoloso. E per fermare i mostri della guerra, del genocidio, del riarmo, dell’autoritarismo, per impedire la guerra globale abbiamo bisogno di unire le forze, mettere insieme ciò che ci unisce, riconoscerci gli uni con gli altri e lottare insieme. Lo stiamo facendo, e ogni giorno si aggiunge un tassello. Nei giorni scorsi il cardinale Matteo Zuppi, nella sua introduzione alla sessione straordinaria del Consiglio Episcopale permanente della CEI, ha ribadito il “no” della Chiesa Cattolica a tutti i livelli al piano Rearm Europe. Una presa di posizione molto importante, per la nostra lotta. Sempre ieri, il movimento delle donne iraniane “Donna Vita Libertà” ha annunciato la sua partecipazione al nostro corteo per dire che la guerra di Israele all’Iran non è in loro nome. Lo grideremo insieme in piazza, il loro “not in my name” è anche il nostro. Dalla campagna Unsilence Gaza di Barcellona, che fa parte della campagna europea Stop Rearm Europe di cui la nostra convergenza ne è una componente, ci è arrivato un audio di 4 minuti, registrato da un ingegnere del suono palestinese, con il rumore delle bombe su Gaza. E su quel suono, al Colosseo faremo un gigantesco die-in sdraiandoci a terra. La Rete No Bavaglio per la libera informazione realizzerà durante la manifestazione un media center itinerante, che fornirà la diretta del corteo, in collegamento con radio, media e social. Artisti e artiste ci stanno regalando loro opere per aiutare la comunicazione per la manifestazione. Non c’è lo spazio per nominare tutte le adesioni, le collaborazioni, tutto l’impegno che sta costruendo questa coalizione. E’ un’impresa collettiva, partecipata, dal basso. La nostra coalizione è dall’inizio aperta a chi si riconosce nei suoi contenuti, nel metodo, negli obiettivi. Ma la convergenza è una libera scelta responsabile, e ovviamente non può essere imposta a nessuno. Sabato a Roma ci sarà anche un altro corteo, frutto di un percorso diverso, che esprime una differente sensibilità e collocazione. E’ una decisione che rispettiamo. E in ogni caso, il 21 giugno a Roma si alzeranno forti tante voci contro la guerra, il riarmo e la guerra. Lo stesso accadrà in altre parti d’Europa, nelle iniziative legate alla campagna Stop Rearm Europe. Lo stesso sta accadendo in questo periodo in tante mobilitazioni sociali, politiche e sindacali, dalle iniziative territoriali contro la guerra a quelle per Gaza, dagli scioperi sindacali agli embarghi contro le armi dei portuali in Europa e in Italia. Sono tutte espressioni, anche diverse, di una lotta necessaria in questi giorni drammatici e nella prossima fase. Fermiamo la guerra, il riarmo, il genocidio e l’autoritarismo. Fermiamo Israele e la guerra mondiale. Il corteo del 21 giugno è solo l’inizio di un percorso lungo che faremo insieme per fare da argine collettivo alla follia di questo mondo ingiusto e sbagliato. Ci vediamo a Porta S. Paolo il 21 giugno alle ore 14 Redazione Italia
Spegnere il Colosseo per rompere l’indifferenza su Gaza
Un gesto simbolico, ma dal forte impatto visivo e politico: spegnere il Colosseo per accendere la coscienza collettiva. È questa la proposta contenuta in uno dei due atti approvati ieri dal Consiglio del Municipio Roma III, su iniziativa del Movimento 5 Stelle, per esprimere solidarietà al popolo palestinese e denunciare la tragedia umanitaria in corso nella Striscia di Gaza. Il primo atto, presentato dal gruppo consiliare M5S, impegna il sindaco di Roma e la Giunta capitolina ad aderire all’appello lanciato dalla rete NoBavaglio, insieme ad altre associazioni della società civile, per spegnere simbolicamente il Colosseo. L’obiettivo è chiaro: trasformare il buio del monumento simbolo della Capitale in un messaggio di denuncia contro il silenzio che circonda la crisi in Medio Oriente. “Il buio che avvolge Gaza è fatto di dolore, morte e silenzio. Spegnere il Colosseo è per noi un modo per accendere la coscienza collettiva e rompere l’indifferenza”, dichiarano i consiglieri pentastellati Linda Meleo, Dario Quattromani e Marina Battisti. La rete NoBavaglio, da anni attiva nella difesa della libertà di stampa e dei diritti civili, è tra i promotori dell’iniziativa. Il suo appello ha trovato ascolto nel Municipio Roma III, che ha deciso di farsi portavoce di un messaggio che parte dal basso ma punta in alto: coinvolgere le istituzioni capitoline in un’azione simbolica che richiami l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e internazionale. “Non si tratta di una presa di posizione politica – spiegano i promotori – ma di un atto di umanità e responsabilità. Il Colosseo, spento per Gaza, può diventare un faro di consapevolezza”. Il secondo atto approvato dal Consiglio municipale è stato promosso congiuntamente da Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Roma Futura e Partito Democratico. Prevede l’esposizione della bandiera palestinese sulla facciata del palazzo municipale di via Fracchia, come segno di vicinanza a una popolazione martoriata. “È un gesto corale e unitario – affermano i consiglieri – che vuole ribadire l’urgenza di un impegno concreto per la pace e la tutela dei diritti umani”. Le due mozioni sono state approvate con una larga maggioranza, nonostante alcune riserve espresse da esponenti dell’opposizione, che hanno sollevato dubbi sull’opportunità di assumere posizioni così nette su un conflitto internazionale. La maggioranza ha però difeso la scelta, sottolineando il valore simbolico e umanitario degli atti. “Il nostro Municipio – ha dichiarato Meleo – non può restare in silenzio. La politica locale ha il dovere di farsi carico anche di messaggi simbolici, che parlano alla coscienza collettiva e promuovono una cultura della pace”. L’iniziativa del Municipio Roma III si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione civile che, in diverse città italiane, sta cercando di riportare l’attenzione sulla crisi in Medio Oriente. Il Colosseo, già spento in passato per commemorare vittime di attentati o per lanciare appelli umanitari, torna così al centro del dibattito pubblico come simbolo di solidarietà e impegno civile. L’appello e comunicato stampa dell’Ambasciata di Palestina in Italia: al Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, al Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, al Consiglio Comunale di Roma Capitale Spegniamo una luce per accendere le coscienze di tutti. Rivolgiamo un appello urgente al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, al Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, ai Consiglieri comunali di Roma Capitale affinché le luci del Colosseo vengano spente per un’ora, in segno di lutto per le decine di migliaia di civili inermi, donne, uomini, anziani e soprattutto bambine e bambini uccisi nei raid israeliani in Palestina. Dopo una breve pausa è ripreso il genocidio a Gaza, dove la situazione umanitaria è disperata, mentre in Cisgiordania gli assalti dell’IDF e dei coloni non si sono mai fermati. Gli attacchi aerei israeliani su Gaza degli ultimi giorni hanno già causato un migliaio di vittime, tra le quali centinaia di bambini e bambine. Queste sono state le ore più letali per i più piccoli nella Striscia. Una pulizia etnica che sembra non avere fine. Le operazioni militari hanno isolato oltre centomila bambini, facendoli rimanere senza cibo, né acqua, né assistenza, esponendoli a gravi rischi sanitari e alla fame. Inoltre continuano i raid israeliani contro i presidi sanitari che forniscono cure essenziali e sono già due gli ospedali distrutti negli ultimi giorni. È una situazione di grande sofferenza e impunità, dove i più vulnerabili, come bambini e bambine, donne, persone anziane, malate e disabili, stanno pagando il prezzo più alto con la complicità degli Usa e nell’indifferenza colpevole della Ue. Ci auguriamo che questo appello venga accolto dal Ministro della Cultura e dal Sindaco del Comune di Roma Capitale per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere le autorità politiche a tutti i livelli a intervenire per porre fine a questa tragica situazione. Spegniamo una luce per accendere le coscienze di tutti. Non dobbiamo rimanere in silenzio. Associazioni e SINGOLI CITTADINI possono sottoscrivere e rilanciare questo appello scrivendo insieme alle seguenti mail: segreteria_cg@comune.roma.it ministro.segreteria@cultura.gov.it stopstrageinnocentigaza.nobavaglio@gmail.com Riportiamo di seguito solo alcuni membri del Comitato Promotore: RETE #NOBAVAGLIO, ASSOPACEPALESTINA, LEA LABORATORIO EBRAICO ANTIRAZZISTA, AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA, EMERGENCY, ARCI NAZIONALE, RETE ITALIANA PACE DISARMO, ARTICOLO 21, PRESSENZA, PEACELINK, ANPI ROMA, GIURISTI DEMOCRATICI, UN PONTE PER, MAGISTRATURA DEMOCRATICA, MEDITERRANEA SAVING HUMANS insieme con altre decine di associazioni   Redazione Italia